Il percorso di crescita imprenditoriale femminile coinvolge quest’anno 64 imprenditrici, di cui 32 Mentee scelte tra piccole e medie imprese Clienti della Banca e 32 Mentor.
L'obiettivo di Women ONBoarding è facilitare il dialogo tra mondo imprenditoriale e mondo femminile e offrire alle donne delle nuove generazioni imprenditoriali gli strumenti necessari per la loro crescita professionale e personale.
Il percorso prevede sessioni di formazione su tematiche di empowerment femminile e sessioni di Mentoring e workshop online aperti a tutta la community di Women ONBoarding su temi di interesse come finanza agevolata, merito creditizio e rating, cyber security and data protection tenuti da esponenti della Banca esperti in materia.
]]>Il percorso di crescita imprenditoriale femminile coinvolge quest’anno 64 imprenditrici, di cui 32 Mentee scelte tra piccole e medie imprese Clienti della Banca e 32 Mentor.
L'obiettivo di Women ONBoarding è facilitare il dialogo tra mondo imprenditoriale e mondo femminile e offrire alle donne delle nuove generazioni imprenditoriali gli strumenti necessari per la loro crescita professionale e personale.
Il percorso prevede sessioni di formazione su tematiche di empowerment femminile e sessioni di Mentoring e workshop online aperti a tutta la community di Women ONBoarding su temi di interesse come finanza agevolata, merito creditizio e rating, cyber security and data protection tenuti da esponenti della Banca esperti in materia.
]]>Bene Banca ha inaugurato una filiale a Venasca, centro della Val Varaita (in provincia di Cuneo) finita al centro di una vicenda di “desertificazione bancaria”.
Cinque mesi fa, infatti, UniCredit aveva chiuso lo sportello locale. Il Sindaco di Venasca, Silvano Dovetta, ha personalmente contattato alcune BCC della zona per tornare ad avere una banca nel territorio Comunale.
Il Direttore Generale di Bene Banca, Simone Barra, ha confermato nel corso della cerimonia di inaugurazione del nuovo sportello che la BCC è determinata a mantenere la presenza nei territori e ad aprire filiali nei piccoli Comuni.
All’inaugurazione erano presenti anche il Presidente Nazionale di Uncem, Marco Bussone, e il Presidente Regionale di Uncem, Roberto Colombero.
L’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani è in prima fila nel tenere alta l’attenzione sulla desertificazione bancaria, in stretta sinergia con i Sindacati dei lavoratori bancari.
Secondo Uncem, Venasca può essere un modello di contatto diretto tra Comuni, banche di credito cooperativo e Casse di Risparmio.
]]>Bene Banca ha inaugurato una filiale a Venasca, centro della Val Varaita (in provincia di Cuneo) finita al centro di una vicenda di “desertificazione bancaria”.
Cinque mesi fa, infatti, UniCredit aveva chiuso lo sportello locale. Il Sindaco di Venasca, Silvano Dovetta, ha personalmente contattato alcune BCC della zona per tornare ad avere una banca nel territorio Comunale.
Il Direttore Generale di Bene Banca, Simone Barra, ha confermato nel corso della cerimonia di inaugurazione del nuovo sportello che la BCC è determinata a mantenere la presenza nei territori e ad aprire filiali nei piccoli Comuni.
All’inaugurazione erano presenti anche il Presidente Nazionale di Uncem, Marco Bussone, e il Presidente Regionale di Uncem, Roberto Colombero.
L’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani è in prima fila nel tenere alta l’attenzione sulla desertificazione bancaria, in stretta sinergia con i Sindacati dei lavoratori bancari.
Secondo Uncem, Venasca può essere un modello di contatto diretto tra Comuni, banche di credito cooperativo e Casse di Risparmio.
]]>Come spiegato dall’azienda, le risorse generate dall’aumento di capitale saranno impiegate per l’attuazione del Piano Industriale 2024-2026 che prevede tre direttrici strategiche: sviluppo della presenza internazionale, consolidamento del modello distributivo phygital, incremento del portafoglio d’offerta, sia per il segmento Retail sia per le PMI.
L’Aumento di Capitale sarà offerto in opzione sia agli azionisti, sia ai portatori delle obbligazioni convertibili emesse nell’ambito del prestito obbligazionario denominato “Yolo Group Convertibile 5% 2022-2025” (deliberato dall’assemblea in data 13 luglio 2022 e con scadenza in data 5 agosto 2025), come previsto dall’art. 2441, comma 1, cod. civ., in concorso con i soci.
]]>Come spiegato dall’azienda, le risorse generate dall’aumento di capitale saranno impiegate per l’attuazione del Piano Industriale 2024-2026 che prevede tre direttrici strategiche: sviluppo della presenza internazionale, consolidamento del modello distributivo phygital, incremento del portafoglio d’offerta, sia per il segmento Retail sia per le PMI.
L’Aumento di Capitale sarà offerto in opzione sia agli azionisti, sia ai portatori delle obbligazioni convertibili emesse nell’ambito del prestito obbligazionario denominato “Yolo Group Convertibile 5% 2022-2025” (deliberato dall’assemblea in data 13 luglio 2022 e con scadenza in data 5 agosto 2025), come previsto dall’art. 2441, comma 1, cod. civ., in concorso con i soci.
]]>Protezione e investimenti. Con il nuovo strumento life planning Banca Mediolanum affina la tecnologia a disposizione dei Family Banker: si tratta di una piattaforma software, realizzata in 3 anni di lavoro, che, grazie ad algoritmi e analytics, permette di analizzare le esigenze delle famiglie clienti.
Con un duplice obiettivo: tutelare il patrimonio delle famiglie nel tempo e, soprattutto, proteggerle dai grandi rischi.
La soluzione per la consulenza avanzata è stata presentata in occasione della Convention annuale di Banca Mediolanum, dal titolo DOMANI, presso l’Inalpi Arena a Torino e che ha visto la partecipazione di oltre 5mila spettatori tra Family Banker, top management, dipendenti, ospiti internazionali, partner, analisti finanziari e giornalisti.
Mediolanum Life Planning «permette ai Family Banker di seguire tutte le fasce di clientela, a prescindere dal loro status sociale, reddituale e patrimoniale – osserva Alberto Martini, Direttore Wealth Management. Il suo utilizzo risulta peraltro ancora più prezioso nei casi di grandi patrimoni e di esigenze complesse e specifiche».
Difatti, all’interno della piattaforma digitale convergono tutte le informazioni del cliente presenti all’interno del CRM: dai dati più generali, come le entrate e le uscite di cassa, la capacità reddituale e di risparmio, fino a quelli più sofisticati come ad esempio i beni immobiliari, le partecipazioni societarie, la posizione previdenziale e sanitaria.
In questo modo, i Family Banker seguono le famiglie clienti in modo più accurato, grazie a una vista aumentata sulla situazione complessiva, attuale ma anche prospettica, così da gestire meglio esigenze complesse come ad esempio l’ottimizzazione fiscale e le tematiche successorie.
Ma anche la protezione dai grandi rischi, come ad esempio la non autosufficienza.
Annunciato anche l’arrivo (dal 22 marzo) di due nuovi comparti di Mediolanum Best Brands: Mediolanum Global Sustainable Bond e Mediolanum Green Building Evolution, che abbracciano il crescente interesse verso le tematiche di investimento sostenibile.
Mediolanum Global Sustainable Bond è il primo comparto ESG all’interno della gamma del reddito fisso di Mediolanum International Funds, conforme all’articolo 9 del SFDR e coniuga i rendimenti finanziari con l’attenzione a un progresso etico della società.
Investe principalmente in un portafoglio globale di titoli a reddito fisso, che hanno un impatto ambientale e/o sociale positivo.
Mediolanum Green Building Evolution, invece, investe sul settore immobiliare: in particolare sull’edilizia sostenibile, che ha l’obiettivo di minimizzare gli impatti negativi sull’ambiente naturale durante il ciclo di vita dell’edificio.
Conforme all’art. 9 SFDR, si tratta di un investimento a lungo termine su società che, attraverso la loro attività, potrebbero generare un impatto positivo nell’ambito dell’edilizia sostenibile attraverso progetti immobiliari ambientalmente sostenibili ed energicamente efficienti.
Infine, alla Convention sono state annunciate novità anche in ambito credito. Per l’esattezza, per quanto riguarda il mutuo Mediolanum, dal primo aprile, è possibile sottoscrivere un mutuo a tasso fisso per i primi 3 anni a partire dal 2,60%. Al termine dei 3 anni, il mutuo seguirà il tasso variabile con la consueta formula Euribor a 3 mesi e uno spread dallo 0,75% all’1,90%.
Inoltre, dal 22 marzo, il mutuo Mediolanum a tasso variabile o misto presenta una riduzione dello spread fino allo 0,35%.
Mentre è disponibile da subito e gratuitamente l’opzione salta la rata: puoi sospendere fino a 6 rate del mutuo in un anno (erano 2 in precedenza, NdR) e, complessivamente, fino a 18 rate per tutta la durata del mutuo, senza interessi aggiuntivi.
Il taglio allo spread è previsto anche per i nuovi prestiti personali garantiti: fino a un massimo dello 0,50%.
Come annunciato dall’AD Massimo Doris, Banca Mediolanum vuole diventare l’unica banca di riferimento per i propri clienti. E per raggiungere questo traguardo è necessario offrire tutti i possibili servizi utili alle famiglie: dai pagamenti alla protezione, fino a prestiti e mutui appunto.
]]>«Oggi il 34% dei nostri clienti non ha conti presso altri istituti, mentre per un ulteriore 30% siamo la banca di riferimento, dove accreditare lo stipendio – conclude Massimo Doris. Inoltre, secondo i dati Assoreti, nel 2023 abbiamo veicolato il 61% dei mutui, il 64% dei prestiti e il 98% delle polizze di protezione».
Protezione e investimenti. Con il nuovo strumento life planning Banca Mediolanum affina la tecnologia a disposizione dei Family Banker: si tratta di una piattaforma software, realizzata in 3 anni di lavoro, che, grazie ad algoritmi e analytics, permette di analizzare le esigenze delle famiglie clienti.
Con un duplice obiettivo: tutelare il patrimonio delle famiglie nel tempo e, soprattutto, proteggerle dai grandi rischi.
La soluzione per la consulenza avanzata è stata presentata in occasione della Convention annuale di Banca Mediolanum, dal titolo DOMANI, presso l’Inalpi Arena a Torino e che ha visto la partecipazione di oltre 5mila spettatori tra Family Banker, top management, dipendenti, ospiti internazionali, partner, analisti finanziari e giornalisti.
Mediolanum Life Planning «permette ai Family Banker di seguire tutte le fasce di clientela, a prescindere dal loro status sociale, reddituale e patrimoniale – osserva Alberto Martini, Direttore Wealth Management. Il suo utilizzo risulta peraltro ancora più prezioso nei casi di grandi patrimoni e di esigenze complesse e specifiche».
Difatti, all’interno della piattaforma digitale convergono tutte le informazioni del cliente presenti all’interno del CRM: dai dati più generali, come le entrate e le uscite di cassa, la capacità reddituale e di risparmio, fino a quelli più sofisticati come ad esempio i beni immobiliari, le partecipazioni societarie, la posizione previdenziale e sanitaria.
In questo modo, i Family Banker seguono le famiglie clienti in modo più accurato, grazie a una vista aumentata sulla situazione complessiva, attuale ma anche prospettica, così da gestire meglio esigenze complesse come ad esempio l’ottimizzazione fiscale e le tematiche successorie.
Ma anche la protezione dai grandi rischi, come ad esempio la non autosufficienza.
Annunciato anche l’arrivo (dal 22 marzo) di due nuovi comparti di Mediolanum Best Brands: Mediolanum Global Sustainable Bond e Mediolanum Green Building Evolution, che abbracciano il crescente interesse verso le tematiche di investimento sostenibile.
Mediolanum Global Sustainable Bond è il primo comparto ESG all’interno della gamma del reddito fisso di Mediolanum International Funds, conforme all’articolo 9 del SFDR e coniuga i rendimenti finanziari con l’attenzione a un progresso etico della società.
Investe principalmente in un portafoglio globale di titoli a reddito fisso, che hanno un impatto ambientale e/o sociale positivo.
Mediolanum Green Building Evolution, invece, investe sul settore immobiliare: in particolare sull’edilizia sostenibile, che ha l’obiettivo di minimizzare gli impatti negativi sull’ambiente naturale durante il ciclo di vita dell’edificio.
Conforme all’art. 9 SFDR, si tratta di un investimento a lungo termine su società che, attraverso la loro attività, potrebbero generare un impatto positivo nell’ambito dell’edilizia sostenibile attraverso progetti immobiliari ambientalmente sostenibili ed energicamente efficienti.
Infine, alla Convention sono state annunciate novità anche in ambito credito. Per l’esattezza, per quanto riguarda il mutuo Mediolanum, dal primo aprile, è possibile sottoscrivere un mutuo a tasso fisso per i primi 3 anni a partire dal 2,60%. Al termine dei 3 anni, il mutuo seguirà il tasso variabile con la consueta formula Euribor a 3 mesi e uno spread dallo 0,75% all’1,90%.
Inoltre, dal 22 marzo, il mutuo Mediolanum a tasso variabile o misto presenta una riduzione dello spread fino allo 0,35%.
Mentre è disponibile da subito e gratuitamente l’opzione salta la rata: puoi sospendere fino a 6 rate del mutuo in un anno (erano 2 in precedenza, NdR) e, complessivamente, fino a 18 rate per tutta la durata del mutuo, senza interessi aggiuntivi.
Il taglio allo spread è previsto anche per i nuovi prestiti personali garantiti: fino a un massimo dello 0,50%.
Come annunciato dall’AD Massimo Doris, Banca Mediolanum vuole diventare l’unica banca di riferimento per i propri clienti. E per raggiungere questo traguardo è necessario offrire tutti i possibili servizi utili alle famiglie: dai pagamenti alla protezione, fino a prestiti e mutui appunto.
]]>«Oggi il 34% dei nostri clienti non ha conti presso altri istituti, mentre per un ulteriore 30% siamo la banca di riferimento, dove accreditare lo stipendio – conclude Massimo Doris. Inoltre, secondo i dati Assoreti, nel 2023 abbiamo veicolato il 61% dei mutui, il 64% dei prestiti e il 98% delle polizze di protezione».
Abilio, società del Gruppo illimity specializzata nella intermediazione immobiliare, diventa concessionario esclusivo per la pubblicazione sul portale Immobiliare.it di annunci di immobili provenienti da procedure concorsuali.
L’iniziativa arriva all’indomani della firma di una partnership strategica tra Abilio e Immobiliare.it. L’obiettivo della collaborazione è quello di rendere il mercato delle vendite giudiziarie sempre più accessibile e trasparente.
Oltre alla partnership commerciale, Immobiliare.it e Abilio sfrutteranno le proprie basi dati per effettuare congiuntamente studi e analisi che consentano ai diversi stakeholder di avere una visione più approfondita e completa del settore delle vendite giudiziarie.
Le due aziende andranno a collaborare anche per proporre ai soggetti specializzati eventi tematici che siano concretamente di supporto per comprendere le dinamiche che regolano l’universo delle aste e possano contribuire a generare un maggiore interesse verso le possibilità offerte dal settore.
]]>«La sinergia con Abilio è per noi di estrema importanza per portare avanti l’opera di avvicinamento della platea dei compratori al mondo delle vendite giudiziarie, sempre più rilevante all’interno del panorama del real estate italiano.
Collaborare con un player istituzionale ci ha permesso di agevolare l’accesso a questo tipo di annunci, per troppo tempo considerati di serie B a causa della complessità tecnica e legale che gravita intorno al processo di vendita giudiziaria – commenta Antonio Intini, Chief Business Development Officer di Immobiliare.it.
Con questa nuova partnership andiamo quindi ad aggiungere un ulteriore tassello al quadro di semplificazione del settore, portando avanti la necessaria opera di digitalizzazione, così da aumentare l’efficacia delle vendite giudiziarie e la valorizzazione del risultato».
«In Abilio ricopriamo un ruolo chiave a livello sociale ed istituzionale, operando in qualità di “soggetto specializzato” nell’ambito della gestione delle procedure concorsuali, a supporto di istituzioni, tribunali e professionisti.
Il nostro obiettivo primario è garantire l’efficacia e la trasparenza dei processi di valorizzazione dei compendi. In Immobiliare.it abbiamo trovato il partner ideale, sia per l’indiscussa leadership di mercato, sia per la condivisione dei principi di competitività ed innovazione.
Siamo, quindi, orgogliosi di rafforzare ulteriormente questa partnership, che ci consentirà di proporre al mercato - che ci vede leader - un nuovo standard di eccellenza a beneficio di tutti gli attori coinvolti», aggiunge Angelo Marri, Head of Business Development di Abilio.
Abilio, società del Gruppo illimity specializzata nella intermediazione immobiliare, diventa concessionario esclusivo per la pubblicazione sul portale Immobiliare.it di annunci di immobili provenienti da procedure concorsuali.
L’iniziativa arriva all’indomani della firma di una partnership strategica tra Abilio e Immobiliare.it. L’obiettivo della collaborazione è quello di rendere il mercato delle vendite giudiziarie sempre più accessibile e trasparente.
Oltre alla partnership commerciale, Immobiliare.it e Abilio sfrutteranno le proprie basi dati per effettuare congiuntamente studi e analisi che consentano ai diversi stakeholder di avere una visione più approfondita e completa del settore delle vendite giudiziarie.
Le due aziende andranno a collaborare anche per proporre ai soggetti specializzati eventi tematici che siano concretamente di supporto per comprendere le dinamiche che regolano l’universo delle aste e possano contribuire a generare un maggiore interesse verso le possibilità offerte dal settore.
]]>«La sinergia con Abilio è per noi di estrema importanza per portare avanti l’opera di avvicinamento della platea dei compratori al mondo delle vendite giudiziarie, sempre più rilevante all’interno del panorama del real estate italiano.
Collaborare con un player istituzionale ci ha permesso di agevolare l’accesso a questo tipo di annunci, per troppo tempo considerati di serie B a causa della complessità tecnica e legale che gravita intorno al processo di vendita giudiziaria – commenta Antonio Intini, Chief Business Development Officer di Immobiliare.it.
Con questa nuova partnership andiamo quindi ad aggiungere un ulteriore tassello al quadro di semplificazione del settore, portando avanti la necessaria opera di digitalizzazione, così da aumentare l’efficacia delle vendite giudiziarie e la valorizzazione del risultato».
«In Abilio ricopriamo un ruolo chiave a livello sociale ed istituzionale, operando in qualità di “soggetto specializzato” nell’ambito della gestione delle procedure concorsuali, a supporto di istituzioni, tribunali e professionisti.
Il nostro obiettivo primario è garantire l’efficacia e la trasparenza dei processi di valorizzazione dei compendi. In Immobiliare.it abbiamo trovato il partner ideale, sia per l’indiscussa leadership di mercato, sia per la condivisione dei principi di competitività ed innovazione.
Siamo, quindi, orgogliosi di rafforzare ulteriormente questa partnership, che ci consentirà di proporre al mercato - che ci vede leader - un nuovo standard di eccellenza a beneficio di tutti gli attori coinvolti», aggiunge Angelo Marri, Head of Business Development di Abilio.
La banca attualmente registra una base clienti di 2,6 milioni di titolari di carte di credito e un importo lordo dei prestiti superiore a 3 miliardi di euro, mentre gli utili ammontano a 98 milioni di euro.
Tra i principali risultati conseguiti nel 2023 è stato il lancio dell’iscrizione digitale accelerata in Austria che ha ridotto i tempi di elaborazione delle richieste di nuove carte di credito da interi giorni a pochi minuti.
]]>La banca attualmente registra una base clienti di 2,6 milioni di titolari di carte di credito e un importo lordo dei prestiti superiore a 3 miliardi di euro, mentre gli utili ammontano a 98 milioni di euro.
Tra i principali risultati conseguiti nel 2023 è stato il lancio dell’iscrizione digitale accelerata in Austria che ha ridotto i tempi di elaborazione delle richieste di nuove carte di credito da interi giorni a pochi minuti.
]]>UniCredit sottoscrive un Sustainability Linked Minibond da 4 milioni di euro emesso da Free Luce & Gas, operatore nel mercato elettrico nazionale.
L'operazione è finalizzata a supportare lo sviluppo dell'azienda e un miglioramento dei suoi profili di sostenibilità.
Questa emissione obbligazionaria Sustainability Linked è uno strumento del mercato della finanza sostenibile che incentiva alla realizzazione di obiettivi sulla performance ESG.
L’emissione prevede inoltre un meccanismo di aggiustamento del margine che contempla la riduzione o l'aumento del tasso di interesse al raggiungimento o meno del target previsto nelle clausole di sostenibilità con le quali l'azienda si impegna a ottenere e migliorare il rating Esg assegnato da Cerved, incaricata della certificazione del conseguimento dei target.
Free Luce&Gas nasce nel 2012 come operatore nel mercato elettrico nazionale grazie a una partnership tra professionisti del settore energetico e informatico, con esperienze e competenze pluriennali maturate in ambito energia già dagli anni 2000.
Dopo i primi anni di attività dedicati alla gestione di clienti energivori, a fine 2018 decide di focalizzare le proprie attività soprattutto verso il mercato domestico e retail. Free Luce&Gas rappresenta oggi, attraverso la rete di imprese “ØKW”, un Gruppo di aziende operanti in ambiti diversi, seppur sinergici, come la progettazione e la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’informatica applicata al settore energetico e l’attività di ESCo (Energy Service Company).
]]>«Per la nostra azienda questa non è soltanto una mera operazione finanziaria ma vuole essere anche un rinnovato impegno verso una crescita sostenibile.
Da sempre la nostra società fonda la propria attività su valori imprescindibili come l’impegno ambientale, con la fornitura di energia “verde” e gli sforzi profusi nello sviluppo delle Comunità Energetiche e dell’Autoconsumo collettivo; l’impegno sociale, con politiche di welfare e di attenzione all’economia del territorio; ed infine l’impegno alla trasparenza verso i partner terzi, con l’adozione del Modello Organizzativo e del Codice Etico condiviso ( ex D.lgs. 231/2001) e con la certificazione qualità ISO 9001:2015.
Ringraziamo, quindi, UniCredit che con questa operazione e con la fiducia dimostrataci, ci incoraggia a proseguire nel miglioramento continuo e verso una visione aziendale basata sempre più sulla sostenibilità, a beneficio non soltanto della nostra società e della nostra rete ma anche del sistema economico di tutti i territori in cui operiamo», commenta Francesco Paparelli, CEO di Free Luce&Gas.
«Con questa operazione confermiamo il nostro impegno nel promuovere la crescita delle imprese italiane che si distinguono per innovazione e sostenibilità, come Free Luce&Gas.
Siamo in grado di fornire loro diverse soluzioni per cogliere nuove opportunità di business. Ad esempio, tramite i minibond, segmento che vede UniCredit leader in Italia, mettiamo a disposizione risorse significative incoraggiando e facilitando forme di investimento finanziario alternative.
Inoltre, ci impegniamo a sostenere la transizione verso irrinunciabili standard ESG. Siamo infatti convinti che la sostenibilità costituisca una leva per la competitività delle aziende e un elemento chiave per assicurare crescita e benessere all’economia del territorio», sottolinea Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord di UniCredit.
UniCredit sottoscrive un Sustainability Linked Minibond da 4 milioni di euro emesso da Free Luce & Gas, operatore nel mercato elettrico nazionale.
L'operazione è finalizzata a supportare lo sviluppo dell'azienda e un miglioramento dei suoi profili di sostenibilità.
Questa emissione obbligazionaria Sustainability Linked è uno strumento del mercato della finanza sostenibile che incentiva alla realizzazione di obiettivi sulla performance ESG.
L’emissione prevede inoltre un meccanismo di aggiustamento del margine che contempla la riduzione o l'aumento del tasso di interesse al raggiungimento o meno del target previsto nelle clausole di sostenibilità con le quali l'azienda si impegna a ottenere e migliorare il rating Esg assegnato da Cerved, incaricata della certificazione del conseguimento dei target.
Free Luce&Gas nasce nel 2012 come operatore nel mercato elettrico nazionale grazie a una partnership tra professionisti del settore energetico e informatico, con esperienze e competenze pluriennali maturate in ambito energia già dagli anni 2000.
Dopo i primi anni di attività dedicati alla gestione di clienti energivori, a fine 2018 decide di focalizzare le proprie attività soprattutto verso il mercato domestico e retail. Free Luce&Gas rappresenta oggi, attraverso la rete di imprese “ØKW”, un Gruppo di aziende operanti in ambiti diversi, seppur sinergici, come la progettazione e la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’informatica applicata al settore energetico e l’attività di ESCo (Energy Service Company).
]]>«Per la nostra azienda questa non è soltanto una mera operazione finanziaria ma vuole essere anche un rinnovato impegno verso una crescita sostenibile.
Da sempre la nostra società fonda la propria attività su valori imprescindibili come l’impegno ambientale, con la fornitura di energia “verde” e gli sforzi profusi nello sviluppo delle Comunità Energetiche e dell’Autoconsumo collettivo; l’impegno sociale, con politiche di welfare e di attenzione all’economia del territorio; ed infine l’impegno alla trasparenza verso i partner terzi, con l’adozione del Modello Organizzativo e del Codice Etico condiviso ( ex D.lgs. 231/2001) e con la certificazione qualità ISO 9001:2015.
Ringraziamo, quindi, UniCredit che con questa operazione e con la fiducia dimostrataci, ci incoraggia a proseguire nel miglioramento continuo e verso una visione aziendale basata sempre più sulla sostenibilità, a beneficio non soltanto della nostra società e della nostra rete ma anche del sistema economico di tutti i territori in cui operiamo», commenta Francesco Paparelli, CEO di Free Luce&Gas.
«Con questa operazione confermiamo il nostro impegno nel promuovere la crescita delle imprese italiane che si distinguono per innovazione e sostenibilità, come Free Luce&Gas.
Siamo in grado di fornire loro diverse soluzioni per cogliere nuove opportunità di business. Ad esempio, tramite i minibond, segmento che vede UniCredit leader in Italia, mettiamo a disposizione risorse significative incoraggiando e facilitando forme di investimento finanziario alternative.
Inoltre, ci impegniamo a sostenere la transizione verso irrinunciabili standard ESG. Siamo infatti convinti che la sostenibilità costituisca una leva per la competitività delle aziende e un elemento chiave per assicurare crescita e benessere all’economia del territorio», sottolinea Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord di UniCredit.
L’accordo permette agli utenti di Moneyfarm di accedere a un’ampia gamma di ETF con cui costruire portafogli diversificati in modo semplice e totalmente digitale.
Nello specifico saranno disponibili oltre 100 ETF iShares, con il rimborso totale dei costi di acquisto per gli ordini di importo superiore a 1.000 euro, su tutte le principali esposizioni azionarie core, tra cui l’equity globale, e su diverse aree tematiche, fattoriali e sostenibili.
Sul fronte obbligazionario, l’investitore avrà accesso a vari segmenti di mercato e a strumenti innovativi come la gamma iShares iBonds, la prima suite di ETF obbligazionari a scadenza sul mercato europeo UCITS.
Nei prossimi mesi l’offerta disponibile sul Conto Titoli Moneyfarm sarà estesa ulteriormente con l’aggiunta degli ETF di Amundi.
]]>L’accordo permette agli utenti di Moneyfarm di accedere a un’ampia gamma di ETF con cui costruire portafogli diversificati in modo semplice e totalmente digitale.
Nello specifico saranno disponibili oltre 100 ETF iShares, con il rimborso totale dei costi di acquisto per gli ordini di importo superiore a 1.000 euro, su tutte le principali esposizioni azionarie core, tra cui l’equity globale, e su diverse aree tematiche, fattoriali e sostenibili.
Sul fronte obbligazionario, l’investitore avrà accesso a vari segmenti di mercato e a strumenti innovativi come la gamma iShares iBonds, la prima suite di ETF obbligazionari a scadenza sul mercato europeo UCITS.
Nei prossimi mesi l’offerta disponibile sul Conto Titoli Moneyfarm sarà estesa ulteriormente con l’aggiunta degli ETF di Amundi.
]]>Quasi la metà dei mutui a elevato loan-to-value erogati in Italia viene sottoscritta da “mono richiedenti”, cioè da una persona single.
I dati emergono dall’Osservatorio Qualis e ci dicono che il trend non si limita ai soli centri urbani.
La quota di chi sottoscrive le soluzioni a elevato LTV (cioè mutui che finanziano oltre l’80% del valore dell’immobile) risulta più alta in Italia che in altri Paesi: in Germania siamo addirittura al 17%.
Il fenomeno, per altro, è in crescita, visto che la quantità di mono richiedenti è cresciuta del 45% nell’ultimo triennio.
Il dato è in linea con l’evoluzione demografica della società italiana, in cui i nuclei famigliari composti da una sola persona rappresentano il 33% e superano le coppie con figli.
Un dato particolarmente interessante riguarda l’età media di chi acquista casa “da solo”: scende, infatti, da 42 a 38 anni. E questo è in controtendenza rispetto alla generale crescita dell’età media di sottoscrizione del mutuo.
In calo leggerissimo il prezzo medio di acquisto, da 111mila euro a 108mila, e il LTV, da 94% a 93%.
Le regioni con i maggiori acquisti immobiliari da mono richiedenti, sempre nel segmento High LTV, sono il Molise, 63%, Sicilia 56% e Sardegna 54%.
]]>«Leggere le evoluzioni della società in cui viviamo, come i cambiamenti nella composizione dei nuclei familiari, risulta fondamentale per sviluppare soluzioni per l’accesso al mutuo che rispondano alle sfide della quotidianità in un’ottica di inclusione e innovazione – dichiarato Elena Merlika, Responsabile comunicazione di Qualis Credit Risk.
In questa direzione si collocano le proposte di finanziamento per mutui a elevato loan-to-value che ricoprono, e continueranno a ricoprire, un ruolo centrale proprio nel rispondere alle esigenze di chi si avvicina all’acquisto della casa di proprietà».
Quasi la metà dei mutui a elevato loan-to-value erogati in Italia viene sottoscritta da “mono richiedenti”, cioè da una persona single.
I dati emergono dall’Osservatorio Qualis e ci dicono che il trend non si limita ai soli centri urbani.
La quota di chi sottoscrive le soluzioni a elevato LTV (cioè mutui che finanziano oltre l’80% del valore dell’immobile) risulta più alta in Italia che in altri Paesi: in Germania siamo addirittura al 17%.
Il fenomeno, per altro, è in crescita, visto che la quantità di mono richiedenti è cresciuta del 45% nell’ultimo triennio.
Il dato è in linea con l’evoluzione demografica della società italiana, in cui i nuclei famigliari composti da una sola persona rappresentano il 33% e superano le coppie con figli.
Un dato particolarmente interessante riguarda l’età media di chi acquista casa “da solo”: scende, infatti, da 42 a 38 anni. E questo è in controtendenza rispetto alla generale crescita dell’età media di sottoscrizione del mutuo.
In calo leggerissimo il prezzo medio di acquisto, da 111mila euro a 108mila, e il LTV, da 94% a 93%.
Le regioni con i maggiori acquisti immobiliari da mono richiedenti, sempre nel segmento High LTV, sono il Molise, 63%, Sicilia 56% e Sardegna 54%.
]]>«Leggere le evoluzioni della società in cui viviamo, come i cambiamenti nella composizione dei nuclei familiari, risulta fondamentale per sviluppare soluzioni per l’accesso al mutuo che rispondano alle sfide della quotidianità in un’ottica di inclusione e innovazione – dichiarato Elena Merlika, Responsabile comunicazione di Qualis Credit Risk.
In questa direzione si collocano le proposte di finanziamento per mutui a elevato loan-to-value che ricoprono, e continueranno a ricoprire, un ruolo centrale proprio nel rispondere alle esigenze di chi si avvicina all’acquisto della casa di proprietà».
Grazie alla firma di questa collaborazione e la donazione da parte di Franklin Templeton, saranno garantite 568 giornate di cura alle persone con malattie inguaribili: visite di medici, infermieri e altre figure professionali di équipe multidisciplinari, quali volontari e assistenti sociali che forniscono supporto psicologico e relazionale al paziente e al suo nucleo familiare.
]]>Grazie alla firma di questa collaborazione e la donazione da parte di Franklin Templeton, saranno garantite 568 giornate di cura alle persone con malattie inguaribili: visite di medici, infermieri e altre figure professionali di équipe multidisciplinari, quali volontari e assistenti sociali che forniscono supporto psicologico e relazionale al paziente e al suo nucleo familiare.
]]>Gli acceleratori/incubatori in Italia crescono in numero (il saldo netto positivo assorbe però alcune chiusure) e avviano un percorso di specializzazione: il 60% supporta startup a impatto.
Sono alcuni risultati del Report del Social Innovation Monitor (SIM), con base al Politecnico di Torino, sull’ecosistema di incubatori e acceleratori italiani.
In Italia operano 262 tra acceleratori e incubatori, per un totale di 1.950 operatori. Il nord ovest del Paese ospita la maggior parte delle realtà, con la sola Lombardia che ne conta 61. Seguono Emilia Romagna (32), Lazio (25), Campania (21) e Toscana (19).
Il saldo tra aperture e chiusure vede un saldo positivo di 11 unità, ma resta il fatto che alcuni incubatori nati negli scorsi anni hanno cessato le attività.
Complessivamente, queste realtà hanno incubato 2.850 startup e hanno fatturato oltre 500 milioni di euro.
L’86% di incubatori e acceleratori svolgono anche altre attività, come la partecipazione a progetti e bandi, la gestione e promozione di eventi, attività a titolo oneroso di scouting e open innovation per aziende corporate e/o altri soggetti, servizi di coworking.
Nel 2022 ogni organizzazione incubata ha ricevuto finanziamenti medi per oltre 3 milioni di euro, contro gli 1,97 milioni del 2021: il Report osserva che gli investimenti in fase pre-seed e seed si sono mantenuti stabili come numero, mentre sono cresciuti nell’ammontare medio.
I principali servizi offerti riguardano il supporto allo sviluppo di relazioni, seguito dall’accompagnamento manageriale e dal supporto alla ricerca di finanziamenti.
Altri servizi rilevanti sono l’accesso a spazi fisici e la formazione imprenditoriale e manageriale.
Il 60% degli incubatori supporta realtà a impatto sociale e ambientale. Oltre la metà utilizza metodologie specifiche per misurare il proprio impatto sociale o ambientale. Tra queste il BIA (Benefit Impact Assesment), la relazione di impatto basata sulla teoria del cambiamento, il Global Sustainability Model by Oxford Economics e l’utilizzo di indici come lo SROI.
I settori più rappresentati, per le organizzazioni incubate a significativo impatto sociale o ambientale, sono quelli relativi alla salute e benessere (incluso sport) e sviluppo della comunità.
]]>Gli acceleratori/incubatori in Italia crescono in numero (il saldo netto positivo assorbe però alcune chiusure) e avviano un percorso di specializzazione: il 60% supporta startup a impatto.
Sono alcuni risultati del Report del Social Innovation Monitor (SIM), con base al Politecnico di Torino, sull’ecosistema di incubatori e acceleratori italiani.
In Italia operano 262 tra acceleratori e incubatori, per un totale di 1.950 operatori. Il nord ovest del Paese ospita la maggior parte delle realtà, con la sola Lombardia che ne conta 61. Seguono Emilia Romagna (32), Lazio (25), Campania (21) e Toscana (19).
Il saldo tra aperture e chiusure vede un saldo positivo di 11 unità, ma resta il fatto che alcuni incubatori nati negli scorsi anni hanno cessato le attività.
Complessivamente, queste realtà hanno incubato 2.850 startup e hanno fatturato oltre 500 milioni di euro.
L’86% di incubatori e acceleratori svolgono anche altre attività, come la partecipazione a progetti e bandi, la gestione e promozione di eventi, attività a titolo oneroso di scouting e open innovation per aziende corporate e/o altri soggetti, servizi di coworking.
Nel 2022 ogni organizzazione incubata ha ricevuto finanziamenti medi per oltre 3 milioni di euro, contro gli 1,97 milioni del 2021: il Report osserva che gli investimenti in fase pre-seed e seed si sono mantenuti stabili come numero, mentre sono cresciuti nell’ammontare medio.
I principali servizi offerti riguardano il supporto allo sviluppo di relazioni, seguito dall’accompagnamento manageriale e dal supporto alla ricerca di finanziamenti.
Altri servizi rilevanti sono l’accesso a spazi fisici e la formazione imprenditoriale e manageriale.
Il 60% degli incubatori supporta realtà a impatto sociale e ambientale. Oltre la metà utilizza metodologie specifiche per misurare il proprio impatto sociale o ambientale. Tra queste il BIA (Benefit Impact Assesment), la relazione di impatto basata sulla teoria del cambiamento, il Global Sustainability Model by Oxford Economics e l’utilizzo di indici come lo SROI.
I settori più rappresentati, per le organizzazioni incubate a significativo impatto sociale o ambientale, sono quelli relativi alla salute e benessere (incluso sport) e sviluppo della comunità.
]]>Le imprese potranno beneficiare quindi della Garanzia Futuro di SACE al 70%, rilasciata a condizioni di mercato, attraverso un processo totalmente standardizzato e digitalizzato.
L’importo del finanziamento con durata a medio/lungo termine (da 24 a 240 mesi) assistito da Garanzia Futuro di SACE potrà essere compreso tra i 50mila e i 50 milioni di euro e avere una durata massima del preammortamento di 36 mesi, a rata trimestrale a tasso fisso e variabile e una tipologia di ammortamento italiano o francese.
]]>Le imprese potranno beneficiare quindi della Garanzia Futuro di SACE al 70%, rilasciata a condizioni di mercato, attraverso un processo totalmente standardizzato e digitalizzato.
L’importo del finanziamento con durata a medio/lungo termine (da 24 a 240 mesi) assistito da Garanzia Futuro di SACE potrà essere compreso tra i 50mila e i 50 milioni di euro e avere una durata massima del preammortamento di 36 mesi, a rata trimestrale a tasso fisso e variabile e una tipologia di ammortamento italiano o francese.
]]>Garanzia Futuro è la nuova garanzia di SACE, strumento dedicato a PMI e filiere strategiche, per sostenere gli investimenti in innovazione tecnologica, digitalizzazione e infrastrutture.
La garanzia, rapida, semplice e digitale, ha una percentuale di copertura pari al 70% ed è abbinabile ai finanziamenti.
Crédit Agricole Italia supporta la crescita delle imprese italiane con la “Garanzia Futuro” di SACE da inizio gennaio, insieme a Intesa Sanpaolo e UniCredit, oltre che con Banca Monte dei Paschi di Siena.
New entry di febbraio 2024 è Credem, mentre a inizio marzo illimity ha stretto l'accordo con SACE per erogare prestiti alle PMI con Garanzia Futuro.
Ora si aggiungono gli accordi di SACE con Banca Progetto e il Gruppo BCC Iccrea, che offrono alle imprese clienti sia la Garanzia Futuro, sia Garanzia Green per sostenere i progetti di efficientamento energetico, oltre che Cherry Bank.
“Garanzia Futuro” consente alle aziende italiane di accedere a tutti quei finanziamenti a supporto sia degli investimenti – in Italia e all’estero – in innovazione tecnologica, digitalizzazione e infrastrutture, destinati a filiere strategiche e aree economicamente svantaggiate, sia dei progetti di investimento per lo sviluppo dell'imprenditoria femminile, con un focus particolare sulle iniziative collegate al PNRR.
La Garanzia, rapida, semplice e digitale, ha una percentuale di copertura pari al 70% ed è abbinabile ai finanziamenti a medio / lungo termine erogati dai gruppi bancari che ne fanno uso alle eccellenze del territorio, incluse le PMI.
L'importo è fino a 50 milioni di euro e la durata massima è di 20 anni.
]]>Garanzia Futuro è la nuova garanzia di SACE, strumento dedicato a PMI e filiere strategiche, per sostenere gli investimenti in innovazione tecnologica, digitalizzazione e infrastrutture.
La garanzia, rapida, semplice e digitale, ha una percentuale di copertura pari al 70% ed è abbinabile ai finanziamenti.
Crédit Agricole Italia supporta la crescita delle imprese italiane con la “Garanzia Futuro” di SACE da inizio gennaio, insieme a Intesa Sanpaolo e UniCredit, oltre che con Banca Monte dei Paschi di Siena.
New entry di febbraio 2024 è Credem, mentre a inizio marzo illimity ha stretto l'accordo con SACE per erogare prestiti alle PMI con Garanzia Futuro.
Ora si aggiungono gli accordi di SACE con Banca Progetto e il Gruppo BCC Iccrea, che offrono alle imprese clienti sia la Garanzia Futuro, sia Garanzia Green per sostenere i progetti di efficientamento energetico, oltre che Cherry Bank.
“Garanzia Futuro” consente alle aziende italiane di accedere a tutti quei finanziamenti a supporto sia degli investimenti – in Italia e all’estero – in innovazione tecnologica, digitalizzazione e infrastrutture, destinati a filiere strategiche e aree economicamente svantaggiate, sia dei progetti di investimento per lo sviluppo dell'imprenditoria femminile, con un focus particolare sulle iniziative collegate al PNRR.
La Garanzia, rapida, semplice e digitale, ha una percentuale di copertura pari al 70% ed è abbinabile ai finanziamenti a medio / lungo termine erogati dai gruppi bancari che ne fanno uso alle eccellenze del territorio, incluse le PMI.
L'importo è fino a 50 milioni di euro e la durata massima è di 20 anni.
]]>I clienti di PKB Private Bank possono ora utilizzare i loro depositi in valuta fiat (franchi svizzeri, euro, dollari USA) per acquistare, detenere e scambiare le principali criptovalute.
L’annuncio arriva all’indomani della firma di una partnership strategica tra il PKB e Sygnum Bank, gruppo bancario globale specializzato in asset digitali. L’acquisto e lo scambio di criptovalute avverrà tramite la piattaforma bancaria B2B di Sygnum.
Lanciando questo servizio innovativo, PKB conferma il suo dinamismo dell'emergente crypto-hub di Lugano. La partnership, sostiene la banca, è pienamente allineata alla strategia di medio-lungo termine di PKB, volta a rafforzare il servizio ai clienti arricchendo la gamma di soluzioni e investendo in tecnologia.
Con questa partnership, PKB si unisce alle oltre 15 banche svizzere e istituzioni finanziarie internazionali già presenti sulla piattaforma B2B di Sygnum.
]]>«Questa partnership con Sygnum Bank, importante player nel panorama finanziario, ci permette di rispondere alle esigenze dei nostri clienti in modo proattivo, ampliando la gamma di asset class a supporto delle nostre soluzioni patrimoniali – spiega Luca Venturini, CEO di PKB.
Per mantenere il proprio vantaggio competitivo, le banche devono ampliare continuamente le possibilità di scelta dei clienti e adottare una mentalità orientata al futuro».
«Sygnum è orgogliosa di collaborare con PKB nel suo percorso verso la finanza del futuro e di consentire ai suoi clienti di investire in asset digitali con piena fiducia», sottolinea Fritz Jost, Sygnum Chief B2B Officer.
I clienti di PKB Private Bank possono ora utilizzare i loro depositi in valuta fiat (franchi svizzeri, euro, dollari USA) per acquistare, detenere e scambiare le principali criptovalute.
L’annuncio arriva all’indomani della firma di una partnership strategica tra il PKB e Sygnum Bank, gruppo bancario globale specializzato in asset digitali. L’acquisto e lo scambio di criptovalute avverrà tramite la piattaforma bancaria B2B di Sygnum.
Lanciando questo servizio innovativo, PKB conferma il suo dinamismo dell'emergente crypto-hub di Lugano. La partnership, sostiene la banca, è pienamente allineata alla strategia di medio-lungo termine di PKB, volta a rafforzare il servizio ai clienti arricchendo la gamma di soluzioni e investendo in tecnologia.
Con questa partnership, PKB si unisce alle oltre 15 banche svizzere e istituzioni finanziarie internazionali già presenti sulla piattaforma B2B di Sygnum.
]]>«Questa partnership con Sygnum Bank, importante player nel panorama finanziario, ci permette di rispondere alle esigenze dei nostri clienti in modo proattivo, ampliando la gamma di asset class a supporto delle nostre soluzioni patrimoniali – spiega Luca Venturini, CEO di PKB.
Per mantenere il proprio vantaggio competitivo, le banche devono ampliare continuamente le possibilità di scelta dei clienti e adottare una mentalità orientata al futuro».
«Sygnum è orgogliosa di collaborare con PKB nel suo percorso verso la finanza del futuro e di consentire ai suoi clienti di investire in asset digitali con piena fiducia», sottolinea Fritz Jost, Sygnum Chief B2B Officer.
La partnership garantisce la copertura di tutti i veicoli e utenti della piattaforma Dott in Francia, Italia e Spagna.
Nello specifico, EI.OS permette alle piattaforme di mobilità di distribuire assicurazioni complementari ai loro utenti in modo completamente integrato nella customer journey e 100% a consumo, generando così significativi ricavi aggiuntivi.
]]>La partnership garantisce la copertura di tutti i veicoli e utenti della piattaforma Dott in Francia, Italia e Spagna.
Nello specifico, EI.OS permette alle piattaforme di mobilità di distribuire assicurazioni complementari ai loro utenti in modo completamente integrato nella customer journey e 100% a consumo, generando così significativi ricavi aggiuntivi.
]]>Qonto presenta Finpal, una nuova piattaforma progettata con l’obiettivo di aiutare e agevolare il lavoro di chi gestisce le finanze aziendali.
La piattaforma è aperta a tutti, indipendentemente dal livello di esperienza nel campo della gestione finanziaria, e vi si può accedere tramite il sito dedicato.
Finpal si propone come uno spazio di dialogo chiaro, diretto e soprattutto qualificato, dove gli utenti possono discutere, approfondire e ricevere consigli su temi finanziari specifici.
L'obiettivo di Finpal è quello di condividere apertamente la conoscenza e creare una vasta rete di risorse dedicate alle finanze aziendali, per permettere a ogni imprenditore di superare gli ostacoli e raggiungere i propri obiettivi.
La piattaforma non si limita a essere un semplice forum di discussione, ma offre la possibilità di condividere metodi di gestione efficaci, scoprire strategie vincenti e partecipare a Finpal Masterclass, veri e propri incontri di approfondimento per arricchire le proprie competenze e creare opportunità di networking.
]]>Qonto presenta Finpal, una nuova piattaforma progettata con l’obiettivo di aiutare e agevolare il lavoro di chi gestisce le finanze aziendali.
La piattaforma è aperta a tutti, indipendentemente dal livello di esperienza nel campo della gestione finanziaria, e vi si può accedere tramite il sito dedicato.
Finpal si propone come uno spazio di dialogo chiaro, diretto e soprattutto qualificato, dove gli utenti possono discutere, approfondire e ricevere consigli su temi finanziari specifici.
L'obiettivo di Finpal è quello di condividere apertamente la conoscenza e creare una vasta rete di risorse dedicate alle finanze aziendali, per permettere a ogni imprenditore di superare gli ostacoli e raggiungere i propri obiettivi.
La piattaforma non si limita a essere un semplice forum di discussione, ma offre la possibilità di condividere metodi di gestione efficaci, scoprire strategie vincenti e partecipare a Finpal Masterclass, veri e propri incontri di approfondimento per arricchire le proprie competenze e creare opportunità di networking.
]]>Obiettivo della collaborazione è garantire l’analisi, il rilevamento e la massima priorità alla correzione di eventuali vulnerabilità del software in ogni fase del ciclo di vita dello sviluppo delle applicazioni di Centrico.
La piattaforma di software security di Veracode rileva in modo costante falle e vulnerabilità in ogni fase del moderno ciclo di vita dello sviluppo del software.
Grazie a un potente motore di intelligenza artificiale, addestrato su trilioni di linee di codice, genera rimedi automatizzati delle vulnerabilità di sicurezza rilevate.
]]>Obiettivo della collaborazione è garantire l’analisi, il rilevamento e la massima priorità alla correzione di eventuali vulnerabilità del software in ogni fase del ciclo di vita dello sviluppo delle applicazioni di Centrico.
La piattaforma di software security di Veracode rileva in modo costante falle e vulnerabilità in ogni fase del moderno ciclo di vita dello sviluppo del software.
Grazie a un potente motore di intelligenza artificiale, addestrato su trilioni di linee di codice, genera rimedi automatizzati delle vulnerabilità di sicurezza rilevate.
]]>Gruppo Cassa Centrale sceglie Worldline per avviare una partnership commerciale nel settore dell’acquiring.
La collaborazione riguarda la fornitura di servizi lungo la catena del valore dell’accettazione dei pagamenti digitali e dell’acquiring internazionale per le banche affiliate del Gruppo.
Il progetto prevede la fornitura e la gestione dei terminali POS e il convenzionamento in esclusiva per i circuiti internazionali per oltre 90.000 terminali POS.
L'operazione contribuirà a consolidare la presenza di Worldline nel mercato italiano, raddoppiando così il numero di esercenti serviti e i terminali POS gestiti.
]]>«Siamo particolarmente soddisfatti di essere stati selezionati da un importante gruppo come Cassa Centrale.
Si tratta di un riconoscimento della nostra capacità distintiva sul mercato italiano attraverso un’offerta competitiva e all’avanguardia, ma soprattutto del nostro modello vincente di supporto e assistenza che le banche possono offrire alle imprese.
Questa partnership ci consente di combinare la nostra esperienza internazionale con il nostro know-how italiano e l’attenzione al territorio, grazie alle numerose partnership con importanti Istituti Bancari nel Paese, tra cui BNL BNP Paribas, Banco Desio e Banca del Fucino con le quali abbiamo avviato solide collaborazioni», commenta Stefano Calderano, Amministratore Delegato di Worldline Merchant Services Italia.
Gruppo Cassa Centrale sceglie Worldline per avviare una partnership commerciale nel settore dell’acquiring.
La collaborazione riguarda la fornitura di servizi lungo la catena del valore dell’accettazione dei pagamenti digitali e dell’acquiring internazionale per le banche affiliate del Gruppo.
Il progetto prevede la fornitura e la gestione dei terminali POS e il convenzionamento in esclusiva per i circuiti internazionali per oltre 90.000 terminali POS.
L'operazione contribuirà a consolidare la presenza di Worldline nel mercato italiano, raddoppiando così il numero di esercenti serviti e i terminali POS gestiti.
]]>«Siamo particolarmente soddisfatti di essere stati selezionati da un importante gruppo come Cassa Centrale.
Si tratta di un riconoscimento della nostra capacità distintiva sul mercato italiano attraverso un’offerta competitiva e all’avanguardia, ma soprattutto del nostro modello vincente di supporto e assistenza che le banche possono offrire alle imprese.
Questa partnership ci consente di combinare la nostra esperienza internazionale con il nostro know-how italiano e l’attenzione al territorio, grazie alle numerose partnership con importanti Istituti Bancari nel Paese, tra cui BNL BNP Paribas, Banco Desio e Banca del Fucino con le quali abbiamo avviato solide collaborazioni», commenta Stefano Calderano, Amministratore Delegato di Worldline Merchant Services Italia.
Daniela Bragante è la nuova Chief Compliance Officer di Cassa Centrale Banca, entrando a far parte della linea manageriale della banca, a diretto riporto dell’Amministratore Delegato Sandro Bolognesi.
Nella sua ultratrentennale esperienza nel settore bancario e finanziario ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità manageriale, partendo da Morgan Stanley Bank e, dal 2000, in Citigroup, dove assume la responsabilità della Funzione Audit e Antiriciclaggio di Citibank International plc e di Citicorp Finanziaria.
Nel 2007 ricopre il ruolo di Responsabile della Funzione Audit del Gruppo CartaSi nonché di membro degli Organismi di Vigilanza delle Società del Gruppo.
Dal 2018 assume il ruolo di Chief Executive of Compliance and Anti Money Laundering di Nexi Payments e Data Protection Officer delle Società italiane del Gruppo.
È inoltre iscritta all’albo dei Dottori Commercialisti e dei Revisori Contabili.
]]>Daniela Bragante è la nuova Chief Compliance Officer di Cassa Centrale Banca, entrando a far parte della linea manageriale della banca, a diretto riporto dell’Amministratore Delegato Sandro Bolognesi.
Nella sua ultratrentennale esperienza nel settore bancario e finanziario ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità manageriale, partendo da Morgan Stanley Bank e, dal 2000, in Citigroup, dove assume la responsabilità della Funzione Audit e Antiriciclaggio di Citibank International plc e di Citicorp Finanziaria.
Nel 2007 ricopre il ruolo di Responsabile della Funzione Audit del Gruppo CartaSi nonché di membro degli Organismi di Vigilanza delle Società del Gruppo.
Dal 2018 assume il ruolo di Chief Executive of Compliance and Anti Money Laundering di Nexi Payments e Data Protection Officer delle Società italiane del Gruppo.
È inoltre iscritta all’albo dei Dottori Commercialisti e dei Revisori Contabili.
]]>Fidelity International annuncia la nomina di Andrea Semino in qualità di Sales Director, ETF & Index per l’Italia.
Nel suo nuovo ruolo, riporterà a Stefan Kuhn, Head of ETF and Index Distribution, Europe, e a Cosmo Schinaia, Country Head per l’Italia.
Andrea Semino arriva da Credit Suisse, dove ha lavorato dal 2016 al 2024, prima in Svizzera e poi in Italia, nel ruolo di Head of Index/ETF Sales Italy.
In precedenza, ha lavorato presso Blackrock come Associate, Investment Strategist per il team multi-asset.
]]>Fidelity International annuncia la nomina di Andrea Semino in qualità di Sales Director, ETF & Index per l’Italia.
Nel suo nuovo ruolo, riporterà a Stefan Kuhn, Head of ETF and Index Distribution, Europe, e a Cosmo Schinaia, Country Head per l’Italia.
Andrea Semino arriva da Credit Suisse, dove ha lavorato dal 2016 al 2024, prima in Svizzera e poi in Italia, nel ruolo di Head of Index/ETF Sales Italy.
In precedenza, ha lavorato presso Blackrock come Associate, Investment Strategist per il team multi-asset.
]]>A-Zeta, gruppo di aziende diffuso attivo nella data intelligence, ha visto crescere nel 2023 il business legato alle indagini online (+12%), soprattutto per andare a scovare i dati sottratti illegalmente e finiti nel mercato nero del deep web.
Negli anni del Covid questo business di indagini online ha iniziato a crescere sul mercato, registrando un picco tra il 2021 e il 2022 (+22%).
Nel complesso, nel giro di due anni (2020-2022) la crescita ha toccato una media del 35%.
«Il nostro business varia molto a seconda delle modifiche dei comportamenti sociali – afferma l’AD, Carmine Evangelista. Post Covid, ad esempio, i nostri servizi investigativi venivano utilizzati spesso da società che avevano un fondato sospetto di avere tra i propri dipendenti i cosiddetti furbetti del cartellino. Un fenomeno che sulla scia dello smart working era aumentato esponenzialmente.
Bensì rimanga tutt’ora un ambito in cui A-Zeta lavora molto, il nuovo trend relativo alla data intelligence riguarda le informazioni - o, meglio, le “tracce” - che tutti noi lasciamo quotidianamente nel web e che possono essere utilizzate contro di noi, anche a nostra insaputa».
Secondo l’Osservatorio Cyber di Crif, la circolazione dei dati nel 2022 ha subito un significativo incremento; in particolare sono aumentate del 4,4% le combinazioni di numero di telefono con nome e cognome.
Un set di informazioni prezioso in quanto, oltre a consentire l'accesso a molte piattaforme e app, con l'introduzione dell'autenticazione a due fattori nei protocolli di sicurezza è fondamentale per accedere illecitamente a profili privati.
«Si va dal furto di identità sui social o all’estorsione di immagini per quanto riguarda individui – sottolinea Evangelista – mentre a livello di aziende vediamo spesso replica di dati sensibili per avanzare riscatti o tentativi di appropriarsi di informazioni, aziendali e non e rivenderle.
Molte aziende si rivolgono a noi per effettuare un'analisi e una ricerca di dati che circolano nel dark web, penso anche ad esempio a dataset usati nelle transazioni di portafogli di crediti o simili, e risalire all’origine del furto per poi sporgere denuncia alle Autorità».
Queste attività di indagine richiedono naturalmente una componente umana, che va poi associata ad automatismi in grado di elaborare una mole di dati e informazioni così ampia che solo la tecnologia può fornire.
]]>«L’intelligenza artificiale e i software proprietari sono strumenti fondamentali per sondare la rete. Ma anche il lavoro sotto copertura vale ancora: solo che invece di effettuare un appostamento fisico, ci si trasferisce online.
La pazienza e la discrezione rimangono requisiti fondamentali come anche, spesso, la collaborazione con le forze dell’Ordine. Spesso segnalazioni che partono da noi rendono possibili arresti di criminali che nel dark web trafficano dati e informazioni sensibili o chiedono riscatti per le stesse», conclude Evangelista.
A-Zeta, gruppo di aziende diffuso attivo nella data intelligence, ha visto crescere nel 2023 il business legato alle indagini online (+12%), soprattutto per andare a scovare i dati sottratti illegalmente e finiti nel mercato nero del deep web.
Negli anni del Covid questo business di indagini online ha iniziato a crescere sul mercato, registrando un picco tra il 2021 e il 2022 (+22%).
Nel complesso, nel giro di due anni (2020-2022) la crescita ha toccato una media del 35%.
«Il nostro business varia molto a seconda delle modifiche dei comportamenti sociali – afferma l’AD, Carmine Evangelista. Post Covid, ad esempio, i nostri servizi investigativi venivano utilizzati spesso da società che avevano un fondato sospetto di avere tra i propri dipendenti i cosiddetti furbetti del cartellino. Un fenomeno che sulla scia dello smart working era aumentato esponenzialmente.
Bensì rimanga tutt’ora un ambito in cui A-Zeta lavora molto, il nuovo trend relativo alla data intelligence riguarda le informazioni - o, meglio, le “tracce” - che tutti noi lasciamo quotidianamente nel web e che possono essere utilizzate contro di noi, anche a nostra insaputa».
Secondo l’Osservatorio Cyber di Crif, la circolazione dei dati nel 2022 ha subito un significativo incremento; in particolare sono aumentate del 4,4% le combinazioni di numero di telefono con nome e cognome.
Un set di informazioni prezioso in quanto, oltre a consentire l'accesso a molte piattaforme e app, con l'introduzione dell'autenticazione a due fattori nei protocolli di sicurezza è fondamentale per accedere illecitamente a profili privati.
«Si va dal furto di identità sui social o all’estorsione di immagini per quanto riguarda individui – sottolinea Evangelista – mentre a livello di aziende vediamo spesso replica di dati sensibili per avanzare riscatti o tentativi di appropriarsi di informazioni, aziendali e non e rivenderle.
Molte aziende si rivolgono a noi per effettuare un'analisi e una ricerca di dati che circolano nel dark web, penso anche ad esempio a dataset usati nelle transazioni di portafogli di crediti o simili, e risalire all’origine del furto per poi sporgere denuncia alle Autorità».
Queste attività di indagine richiedono naturalmente una componente umana, che va poi associata ad automatismi in grado di elaborare una mole di dati e informazioni così ampia che solo la tecnologia può fornire.
]]>«L’intelligenza artificiale e i software proprietari sono strumenti fondamentali per sondare la rete. Ma anche il lavoro sotto copertura vale ancora: solo che invece di effettuare un appostamento fisico, ci si trasferisce online.
La pazienza e la discrezione rimangono requisiti fondamentali come anche, spesso, la collaborazione con le forze dell’Ordine. Spesso segnalazioni che partono da noi rendono possibili arresti di criminali che nel dark web trafficano dati e informazioni sensibili o chiedono riscatti per le stesse», conclude Evangelista.
L’accordo prevede l’emissione di carte, l’integrazione di Western Union con Visa Direct e la fornitura di servizi a valore aggiunto, compresi i prodotti per la gestione del rischio.
In alcuni mercati selezionati, i clienti di Western Union potranno inoltre ricevere carte prepagate Visa.
Western Union e Visa stanno inoltre sviluppando programmi di esborso per le organizzazioni umanitarie e i governi, al fine di supportare la consegna di fondi durante eventi catastrofici.
]]>L’accordo prevede l’emissione di carte, l’integrazione di Western Union con Visa Direct e la fornitura di servizi a valore aggiunto, compresi i prodotti per la gestione del rischio.
In alcuni mercati selezionati, i clienti di Western Union potranno inoltre ricevere carte prepagate Visa.
Western Union e Visa stanno inoltre sviluppando programmi di esborso per le organizzazioni umanitarie e i governi, al fine di supportare la consegna di fondi durante eventi catastrofici.
]]>305 nuovi professionisti tra le fila dei Family Banker di Banca Mediolanum. Tra loro, il 45% ha meno di 40 anni e il 27% del totale sono donne.
Dei 169 under 40, 139 stanno frequentando o hanno da poco terminato l’Executive Master semestrale in Banking Consulting che Mediolanum Corporate University organizza per formare la figura del Banker Consultant, un profilo junior che si avvia alla professione attraverso il Programma Next.
Tra i profili di maggior spicco inseriti in tutta Italia, ex gestori o direttori di filiale, ci sono Alessandro Federici, Ruggero Santini, Ilarian Moroni, Emanuela Cappellazzo, Anita Cassai, Alessandro Pelli e Gabriella Innocenti, Nicoletta Dal Bianco, Simone Tonati, Andrea Farano, Emma di Bartolomeo e Gesualdo Gulino.
]]>305 nuovi professionisti tra le fila dei Family Banker di Banca Mediolanum. Tra loro, il 45% ha meno di 40 anni e il 27% del totale sono donne.
Dei 169 under 40, 139 stanno frequentando o hanno da poco terminato l’Executive Master semestrale in Banking Consulting che Mediolanum Corporate University organizza per formare la figura del Banker Consultant, un profilo junior che si avvia alla professione attraverso il Programma Next.
Tra i profili di maggior spicco inseriti in tutta Italia, ex gestori o direttori di filiale, ci sono Alessandro Federici, Ruggero Santini, Ilarian Moroni, Emanuela Cappellazzo, Anita Cassai, Alessandro Pelli e Gabriella Innocenti, Nicoletta Dal Bianco, Simone Tonati, Andrea Farano, Emma di Bartolomeo e Gesualdo Gulino.
]]>In base ai dati diffusi dall'Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano, gli acquisti con smartphone e dispositivi indossabili lo scorso anno sono cresciuti complessivamente del 78% rispetto al 2022, raggiungendo un valore di 29 miliardi di euro.
Una conferma in tal senso arriva dal +103% del numero di transazioni mobile registrato dalle carte Nexi negli store fisici e online.
Cresce del 41%, inoltre, il numero di carte Nexi registrate su wallet che prevedono la virtualizzazione della carta nello smartphone, quindi basate su tecnologia NFC, come Apple Pay, Google Pay e Samsung Pay.
A ulteriore testimonianza della preferenza dei consumatori italiani per le soluzioni di mobile payments basate su carta, c’è la crescita registrata anche nel 2023 del volume transato attraverso wallet mobile con tecnologia contactless NFC, che ha raggiunto un valore di 26,7 miliardi, pari al 92% del totale transato mobile in negozio, contro l’89% del 2022 e l’87% del 2021.
]]>In base ai dati diffusi dall'Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano, gli acquisti con smartphone e dispositivi indossabili lo scorso anno sono cresciuti complessivamente del 78% rispetto al 2022, raggiungendo un valore di 29 miliardi di euro.
Una conferma in tal senso arriva dal +103% del numero di transazioni mobile registrato dalle carte Nexi negli store fisici e online.
Cresce del 41%, inoltre, il numero di carte Nexi registrate su wallet che prevedono la virtualizzazione della carta nello smartphone, quindi basate su tecnologia NFC, come Apple Pay, Google Pay e Samsung Pay.
A ulteriore testimonianza della preferenza dei consumatori italiani per le soluzioni di mobile payments basate su carta, c’è la crescita registrata anche nel 2023 del volume transato attraverso wallet mobile con tecnologia contactless NFC, che ha raggiunto un valore di 26,7 miliardi, pari al 92% del totale transato mobile in negozio, contro l’89% del 2022 e l’87% del 2021.
]]>AI Act in equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela del consumatore.
Il Parlamento europeo ha oggi approvato la prima legge sull’intelligenza artificiale, andando a definire, in particolare, quali sono i rischi legati all’uso dell’AI.
L’intento, come sottolineato da Brando Benifei e Dragos Tudorache, è difendere la privacy e la sicurezza dei cittadini, creando appunto confini e divieti, ma senza limitare l’evoluzione futura della tecnologia, grazie alle sperimentazioni in sandbox, dedicate a PMI innovative e startup.
Il Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale ha così definito quattro principali livelli di rischio per l’IA, o meglio per il suo utilizzo.
Livello 4. Rischio inaccettabile: questo è il più alto livello di rischio e riguarda il divieto di utilizzare i sistemi di AI che possano rappresentare una minaccia alla sicurezza e ai diritti delle persone;
Livello 3. Rischio elevato, ma non per questo vietato: la capacità predittiva dell’IA può trovare applicazioni in molti frangenti, persino nell’ambito della polizia predittiva, ovvero la possibilità di prevedere un reato utilizzando appunto questa tecnologia. L’AI Act prevede quindi una serie di controlli rigorosi su queste tipologie di attività;
Livello 2. Rischio limitato: qui rientrano altri usi dell’intelligenza artificiale, come ad esempio i chatbot, già diffusi per la ricerca di informazioni e la creazione di contenuti. L’utente, però, chiarisce l’AI Act, dovrà essere in grado di riconoscere immediatamente un contenuto generato dall’IA. La trasparenza passa quindi da una sorta di bollino che permetta di identificare la presenza dell’intelligenza artificiale;
Livello 1. Rischio minimo: in questo ultimo livello di rischio rientrano i videogiochi che prevedono l’utilizzo dell’AI e altre soluzioni, come ad esempio i filtri antispam.
Per l’entrata in vigore, a livello esecutivo, dell’AI Act bisognerà aspettare altri 2 anni, quindi tra la fine del 2025 e l'inizio del 2026.
]]>AI Act in equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela del consumatore.
Il Parlamento europeo ha oggi approvato la prima legge sull’intelligenza artificiale, andando a definire, in particolare, quali sono i rischi legati all’uso dell’AI.
L’intento, come sottolineato da Brando Benifei e Dragos Tudorache, è difendere la privacy e la sicurezza dei cittadini, creando appunto confini e divieti, ma senza limitare l’evoluzione futura della tecnologia, grazie alle sperimentazioni in sandbox, dedicate a PMI innovative e startup.
Il Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale ha così definito quattro principali livelli di rischio per l’IA, o meglio per il suo utilizzo.
Livello 4. Rischio inaccettabile: questo è il più alto livello di rischio e riguarda il divieto di utilizzare i sistemi di AI che possano rappresentare una minaccia alla sicurezza e ai diritti delle persone;
Livello 3. Rischio elevato, ma non per questo vietato: la capacità predittiva dell’IA può trovare applicazioni in molti frangenti, persino nell’ambito della polizia predittiva, ovvero la possibilità di prevedere un reato utilizzando appunto questa tecnologia. L’AI Act prevede quindi una serie di controlli rigorosi su queste tipologie di attività;
Livello 2. Rischio limitato: qui rientrano altri usi dell’intelligenza artificiale, come ad esempio i chatbot, già diffusi per la ricerca di informazioni e la creazione di contenuti. L’utente, però, chiarisce l’AI Act, dovrà essere in grado di riconoscere immediatamente un contenuto generato dall’IA. La trasparenza passa quindi da una sorta di bollino che permetta di identificare la presenza dell’intelligenza artificiale;
Livello 1. Rischio minimo: in questo ultimo livello di rischio rientrano i videogiochi che prevedono l’utilizzo dell’AI e altre soluzioni, come ad esempio i filtri antispam.
Per l’entrata in vigore, a livello esecutivo, dell’AI Act bisognerà aspettare altri 2 anni, quindi tra la fine del 2025 e l'inizio del 2026.
]]>Si tratta della prima partnership che vede la collaborazione sul territorio tra la Banca, il mondo universitario e quello imprenditoriale.
Partecipano 250 studenti, iscritti al quarto e quinto anno del loro percorso universitario, selezionati tra i sette atenei del Nord-Ovest, che seguiranno tre giorni di formazione tenuti dal Club degli Investitori, con l’ausilio di imprenditori e imprenditrici di successo, di professori universitari, di manager di UniCredit e rappresentanti di incubatori e acceleratori.
]]>Si tratta della prima partnership che vede la collaborazione sul territorio tra la Banca, il mondo universitario e quello imprenditoriale.
Partecipano 250 studenti, iscritti al quarto e quinto anno del loro percorso universitario, selezionati tra i sette atenei del Nord-Ovest, che seguiranno tre giorni di formazione tenuti dal Club degli Investitori, con l’ausilio di imprenditori e imprenditrici di successo, di professori universitari, di manager di UniCredit e rappresentanti di incubatori e acceleratori.
]]>Con “Garanzia Green”, le imprese - società di capitali con un fatturato fino a 500 milioni di euro - possono beneficiare della garanzia di SACE all’80%, per sostenere gli investimenti su cicli produttivi con tecnologie a basse emissioni, accelerare la transizione verso una mobilità sostenibile e ridurre e/o prevenire l’inquinamento.
Nel percorso di supporto al tessuto imprenditoriale italiano, con “Garanzia Futuro” si sosterrà invece il processo di crescita delle imprese - società di capitali senza limiti di fatturato - sui mercati globali e, nel mercato domestico, per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, gli investimenti in infrastrutture, il supporto alle filiere e ai territori e l’imprenditoria femminile.
]]>Con “Garanzia Green”, le imprese - società di capitali con un fatturato fino a 500 milioni di euro - possono beneficiare della garanzia di SACE all’80%, per sostenere gli investimenti su cicli produttivi con tecnologie a basse emissioni, accelerare la transizione verso una mobilità sostenibile e ridurre e/o prevenire l’inquinamento.
Nel percorso di supporto al tessuto imprenditoriale italiano, con “Garanzia Futuro” si sosterrà invece il processo di crescita delle imprese - società di capitali senza limiti di fatturato - sui mercati globali e, nel mercato domestico, per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, gli investimenti in infrastrutture, il supporto alle filiere e ai territori e l’imprenditoria femminile.
]]>Le aziende clienti del Gruppo BCC Iccrea potranno usufruire delle garanzie SACE a fronte di investimenti sostenuti sia per iniziative volte alla transizione ambientale, alla tutela dell’ambiente e a nuove forme di mobilità sostenibili, in linea con il Green New Deal e con la tassonomia definita dall’Unione Europea (“Garanzia Green”); sia per iniziative strategiche, tra cui quelle volte allo sviluppo dell’azienda sui mercati globali e quelle riguardanti l’innovazione tecnologica, la digitalizzazione, l’imprenditoria femminile e gli investimenti in aree svantaggiate del paese (“Garanzia Futuro”).
]]>Le aziende clienti del Gruppo BCC Iccrea potranno usufruire delle garanzie SACE a fronte di investimenti sostenuti sia per iniziative volte alla transizione ambientale, alla tutela dell’ambiente e a nuove forme di mobilità sostenibili, in linea con il Green New Deal e con la tassonomia definita dall’Unione Europea (“Garanzia Green”); sia per iniziative strategiche, tra cui quelle volte allo sviluppo dell’azienda sui mercati globali e quelle riguardanti l’innovazione tecnologica, la digitalizzazione, l’imprenditoria femminile e gli investimenti in aree svantaggiate del paese (“Garanzia Futuro”).
]]>I pagamenti digitali nel new normal continuano a crescere: il transato ha raggiunto i 444 miliardi di euro nel 2023, un incremento a doppia cifra (+12%) per l’Italia, secondo l’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano.
A ben vedere, oggi quasi 8 transazioni digitali in negozio su 10 sono effettuate in modalità “tap & go”, con carte fisiche contactless o con dispositivi dotati di tecnologia NFC, che insieme raggiungono un valore di transato pari a 240 miliardi di euro.
Rispetto al biennio 2021-2022 la corsa dei pagamenti digitali in Italia ha rallentato, ma non si è arrestata.
Dei 444 miliardi di euro transati, ben 436 miliardi sono passati da carte e wallet, mentre 8 miliardi riguardano pagamenti che si appoggiano su un conto corrente e/o su conti di moneta elettronica non alimentati da carte.
Sul totale dei consumi, i pagamenti digitali arrivano a costituire il 40% del valore, un’incidenza di poco inferiore a quella del contante.
A livello europeo, la crescita nettamente sopra la media del nostro Paese non è ancora sufficiente per scalare posti in classifica, con l’Italia che rimane quindi al 24° posto su 27 nella classifica della BCE per numero di transazioni pro capite con carta registrate nel 2022.
Come detto, quasi 8 transazioni digitali instore su 10 sono in modalità tap&go, sia utilizzando la tecnologia NFC, sia i QR Code.
«Nel corso del 2023 gli italiani hanno usato lo smartphone o, in misura minore, i dispositivi wearable per effettuare circa 1 pagamento ogni 7 pagamenti elettronici in negozio, per un totale di 29 miliardi di euro (+78% rispetto al 2022), sfruttando sia le soluzioni basate su tecnologia contactless NFC sia quelle legate a geolocalizzazione o QR Code – afferma Valeria Portale, Direttrice dell’Osservatorio Innovative Payments.
I dati confermano l’impressione che nel nostro Paese sia in atto una forte presa di consapevolezza e conoscenza verso gli strumenti di pagamento digitali: sono 7,6 milioni gli italiani che già utilizzano il proprio smartphone per pagare in negozio».
Continua la sua diffusione, in particolare nell’online, il Buy Now Pay Later (BNPL).
Nel 2023, in Italia il transato con il BNPL ha raggiunto i 4,6 miliardi di euro, con una penetrazione del 6,5% sul mercato e-commerce nazionale.
Inoltre, il 14% degli italiani ha affermato di averlo già utilizzato, principalmente per acquisti online, e solo il 2% di questi non lo utilizzerebbe nuovamente.
Diversi segnali portano quindi a immagine un futuro dei pagamenti basato su schemi alternativi a quelli delle tradizionali carte di pagamento.
Gli alternative payment, ovvero pagamenti che non passano per i circuiti tradizionali come quelli delle carte, stanno guadagnando interesse da parte del mercato e delle istituzioni ma non sono ancora diffusi in Italia e in Europa, come invece accade in Cina, dove le super App dominano la scena con un valore del transato pari all’81% del totale online e del 56% in negozio.
La motivazione è un’offerta ancora frammentata nei singoli Paesi, che ottengono magari una buona diffusione locale ma che poi si scontrano con le complessità a livello internazionale.
Un’ulteriore spinta innovativa è data dallo sviluppo di nuove tecnologie che trovano applicazione anche nel mercato dei pagamenti digitali.
Dall’intelligenza artificiale, già diffusa nel mondo dei pagamenti per i processi interni, che nel 2023 ha spinto molti attori a esplorare le nuove opportunità della AI generativa per la realizzazione di nuove soluzioni (es. chatbot relazionali, automatizzazione di processi di incasso e pagamento e molto altro ancora).
All’evolversi del trend dell’Open API, già avviato dalla PSD2, ma che ancora necessita di consolidarsi. All’Internet of Things dove oggetti di uso comune come smartwatch, smalti, e magliette possono essere connessi e funzionare come strumento di pagamento.
Fino alle criptovalute e la tecnologia blockchain, che grazie alla definitiva approvazione della Markets in Crypto-Asset regulation (MiCAr), vedono un interesse crescente da parte di aziende e consumatori.
Anche l’Italia vede all’orizzonte nuove tecnologie e nuovi device che influenzeranno, ancora una volta, il modo in cui consumatori ed esercenti effettueranno e accetteranno i pagamenti.
Nel 2023 cominciano a prendere piede le prime soluzioni Software POS: numerosi operatori del mondo dei sistemi cassa hanno infatti iniziato a distribuire agli esercenti il SoftPOS, utilizzabile in modo stand-alone e in affiancamento ai POS fisici già installati.
]]>«Nell’ambito delle iniziative che ridisegnano l’esperienza del checkout in negozio, a novembre 2023 ha aperto a Verona il primo store dotato di intelligenza artificiale nel nostro Paese che consente ai clienti di prendere prodotti liberamente senza dover scannerizzare ogni articolo e di pagare automaticamente scannerizzando un Qr Code – conclude Ivano Asaro, Direttore dell’Osservatorio Innovative Payments.
L’Italia non è da meno anche rispetto alle soluzioni lanciate in ambito Innovative Payments: i Wearable Payments, già molto usati con gli smartwatch, si arricchiscono con anelli di ultima generazione; gli In-Car Payments vedono l’arrivo di soluzioni per il pagamento dei rifornimenti del cruscotto, che vanno ad affiancarsi ad altre applicazioni legate al parcheggio già presenti sulle piattaforme multimediali utilizzabili dalla plancia dell’auto».
I pagamenti digitali nel new normal continuano a crescere: il transato ha raggiunto i 444 miliardi di euro nel 2023, un incremento a doppia cifra (+12%) per l’Italia, secondo l’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano.
A ben vedere, oggi quasi 8 transazioni digitali in negozio su 10 sono effettuate in modalità “tap & go”, con carte fisiche contactless o con dispositivi dotati di tecnologia NFC, che insieme raggiungono un valore di transato pari a 240 miliardi di euro.
Rispetto al biennio 2021-2022 la corsa dei pagamenti digitali in Italia ha rallentato, ma non si è arrestata.
Dei 444 miliardi di euro transati, ben 436 miliardi sono passati da carte e wallet, mentre 8 miliardi riguardano pagamenti che si appoggiano su un conto corrente e/o su conti di moneta elettronica non alimentati da carte.
Sul totale dei consumi, i pagamenti digitali arrivano a costituire il 40% del valore, un’incidenza di poco inferiore a quella del contante.
A livello europeo, la crescita nettamente sopra la media del nostro Paese non è ancora sufficiente per scalare posti in classifica, con l’Italia che rimane quindi al 24° posto su 27 nella classifica della BCE per numero di transazioni pro capite con carta registrate nel 2022.
Come detto, quasi 8 transazioni digitali instore su 10 sono in modalità tap&go, sia utilizzando la tecnologia NFC, sia i QR Code.
«Nel corso del 2023 gli italiani hanno usato lo smartphone o, in misura minore, i dispositivi wearable per effettuare circa 1 pagamento ogni 7 pagamenti elettronici in negozio, per un totale di 29 miliardi di euro (+78% rispetto al 2022), sfruttando sia le soluzioni basate su tecnologia contactless NFC sia quelle legate a geolocalizzazione o QR Code – afferma Valeria Portale, Direttrice dell’Osservatorio Innovative Payments.
I dati confermano l’impressione che nel nostro Paese sia in atto una forte presa di consapevolezza e conoscenza verso gli strumenti di pagamento digitali: sono 7,6 milioni gli italiani che già utilizzano il proprio smartphone per pagare in negozio».
Continua la sua diffusione, in particolare nell’online, il Buy Now Pay Later (BNPL).
Nel 2023, in Italia il transato con il BNPL ha raggiunto i 4,6 miliardi di euro, con una penetrazione del 6,5% sul mercato e-commerce nazionale.
Inoltre, il 14% degli italiani ha affermato di averlo già utilizzato, principalmente per acquisti online, e solo il 2% di questi non lo utilizzerebbe nuovamente.
Diversi segnali portano quindi a immagine un futuro dei pagamenti basato su schemi alternativi a quelli delle tradizionali carte di pagamento.
Gli alternative payment, ovvero pagamenti che non passano per i circuiti tradizionali come quelli delle carte, stanno guadagnando interesse da parte del mercato e delle istituzioni ma non sono ancora diffusi in Italia e in Europa, come invece accade in Cina, dove le super App dominano la scena con un valore del transato pari all’81% del totale online e del 56% in negozio.
La motivazione è un’offerta ancora frammentata nei singoli Paesi, che ottengono magari una buona diffusione locale ma che poi si scontrano con le complessità a livello internazionale.
Un’ulteriore spinta innovativa è data dallo sviluppo di nuove tecnologie che trovano applicazione anche nel mercato dei pagamenti digitali.
Dall’intelligenza artificiale, già diffusa nel mondo dei pagamenti per i processi interni, che nel 2023 ha spinto molti attori a esplorare le nuove opportunità della AI generativa per la realizzazione di nuove soluzioni (es. chatbot relazionali, automatizzazione di processi di incasso e pagamento e molto altro ancora).
All’evolversi del trend dell’Open API, già avviato dalla PSD2, ma che ancora necessita di consolidarsi. All’Internet of Things dove oggetti di uso comune come smartwatch, smalti, e magliette possono essere connessi e funzionare come strumento di pagamento.
Fino alle criptovalute e la tecnologia blockchain, che grazie alla definitiva approvazione della Markets in Crypto-Asset regulation (MiCAr), vedono un interesse crescente da parte di aziende e consumatori.
Anche l’Italia vede all’orizzonte nuove tecnologie e nuovi device che influenzeranno, ancora una volta, il modo in cui consumatori ed esercenti effettueranno e accetteranno i pagamenti.
Nel 2023 cominciano a prendere piede le prime soluzioni Software POS: numerosi operatori del mondo dei sistemi cassa hanno infatti iniziato a distribuire agli esercenti il SoftPOS, utilizzabile in modo stand-alone e in affiancamento ai POS fisici già installati.
]]>«Nell’ambito delle iniziative che ridisegnano l’esperienza del checkout in negozio, a novembre 2023 ha aperto a Verona il primo store dotato di intelligenza artificiale nel nostro Paese che consente ai clienti di prendere prodotti liberamente senza dover scannerizzare ogni articolo e di pagare automaticamente scannerizzando un Qr Code – conclude Ivano Asaro, Direttore dell’Osservatorio Innovative Payments.
L’Italia non è da meno anche rispetto alle soluzioni lanciate in ambito Innovative Payments: i Wearable Payments, già molto usati con gli smartwatch, si arricchiscono con anelli di ultima generazione; gli In-Car Payments vedono l’arrivo di soluzioni per il pagamento dei rifornimenti del cruscotto, che vanno ad affiancarsi ad altre applicazioni legate al parcheggio già presenti sulle piattaforme multimediali utilizzabili dalla plancia dell’auto».
Dopo una selezione in più fasi, le persone verranno inserite, con contratto a tempo indeterminato, nelle sedi di Londra o Milano, come Analyst nei team di Global Markets o Advisory & ESG e avranno la possibilità di intraprendere un programma di crescita personalizzato, che li porterà a lavorare con rotazioni internazionali e inter-funzionali.
In linea con le iniziative del Gruppo Intesa Sanpaolo, la Divisione IMI CIB avvia così un percorso che seleziona i migliori talenti per inserirli in un circuito di esperienze in Italia e all’estero per costruire la leadership della banca del futuro.
Tra i requisiti richiesti ai candidati: una laurea magistrale in discipline economico-finanziarie, statistiche e quantitative, un’ottima conoscenza della lingua inglese, nonché la disponibilità alla mobilità internazionale.
La conoscenza di una seconda lingua è considerata un ulteriore plus così come pregresse esperienze lavorative o stage.
Le candidature potranno essere presentate fino al 3 aprile 2024 attraverso la sezione Careers del sito Intesa Sanpaolo: https://group.intesasanpaolo.com/it/careers/international-graduate-program/percorso-imin-finanza
]]>Dopo una selezione in più fasi, le persone verranno inserite, con contratto a tempo indeterminato, nelle sedi di Londra o Milano, come Analyst nei team di Global Markets o Advisory & ESG e avranno la possibilità di intraprendere un programma di crescita personalizzato, che li porterà a lavorare con rotazioni internazionali e inter-funzionali.
In linea con le iniziative del Gruppo Intesa Sanpaolo, la Divisione IMI CIB avvia così un percorso che seleziona i migliori talenti per inserirli in un circuito di esperienze in Italia e all’estero per costruire la leadership della banca del futuro.
Tra i requisiti richiesti ai candidati: una laurea magistrale in discipline economico-finanziarie, statistiche e quantitative, un’ottima conoscenza della lingua inglese, nonché la disponibilità alla mobilità internazionale.
La conoscenza di una seconda lingua è considerata un ulteriore plus così come pregresse esperienze lavorative o stage.
Le candidature potranno essere presentate fino al 3 aprile 2024 attraverso la sezione Careers del sito Intesa Sanpaolo: https://group.intesasanpaolo.com/it/careers/international-graduate-program/percorso-imin-finanza
]]>Aprono le “Officine Credem”. All’interno del Parco Innovazione di Reggio Emilia, il Gruppo Credem ha investito in una struttura dedicata alla open innovation, dove favorire l’interazione con aziende, startup, università clienti e società civile.
Il nuovo spazio, inaugurato il 12 marzo 2023, si estende per oltre 800 metri quadri e ha una capienza complessiva di circa 150 persone.
L’ambiente è stato progettato in modo da abilitare modalità di lavoro ibride e la contaminazione con aziende e stakeholder esterni.
Presente anche un’area dedicata alla realizzazione di eventi, che sarà aperta agli attori dell'ecosistema del territorio, anche a potenziali partner e altri soggetti che operano nelle nuove strutture dell’area.
L’ambizione del Gruppo è inserire Officine Credem nella rete degli Hub di Innovazione che si trovano nelle principali città del mondo; l’innovazione, mai come in questo periodo, non ha confini e i concetti di vicinanza e contaminazione hanno sempre più una connotazione culturale rispetto a quella geografica.
]]>«La scelta di aprire il nostro Centro di Innovazione in questo luogo – ha dichiarato Lucio Igino Zanon di Valgiurata, Presidente di Credem – ci permette da un lato di rafforzare ulteriormente il legame con la comunità in cui siamo nati e in cui abbiamo le nostre radici, dall’altro di connetterci efficacemente al mondo dell’innovazione che qui trova un respiro globale. Un mix che pensiamo sia importante per continuare a produrre benessere duraturo e diffuso per tutti».
«Il Reggiane Parco Innovazione è un parco scientifico-tecnologico e umanistico incentrato sullo sviluppo dell’innovazione attraverso la crescita dei talenti – ha commentato Luca Torri, Amministratore Delegato STU Reggiane.
L’obiettivo è creare un luogo aperto, orientato all’Open Innovation e alla collaborazione territoriale. L’arrivo di Officine Credem rappresenta un punto fondamentale per lo sviluppo del Parco, data la sua forza propulsiva e la capacità di generare fiducia sui temi dell’innovazione».
Aprono le “Officine Credem”. All’interno del Parco Innovazione di Reggio Emilia, il Gruppo Credem ha investito in una struttura dedicata alla open innovation, dove favorire l’interazione con aziende, startup, università clienti e società civile.
Il nuovo spazio, inaugurato il 12 marzo 2023, si estende per oltre 800 metri quadri e ha una capienza complessiva di circa 150 persone.
L’ambiente è stato progettato in modo da abilitare modalità di lavoro ibride e la contaminazione con aziende e stakeholder esterni.
Presente anche un’area dedicata alla realizzazione di eventi, che sarà aperta agli attori dell'ecosistema del territorio, anche a potenziali partner e altri soggetti che operano nelle nuove strutture dell’area.
L’ambizione del Gruppo è inserire Officine Credem nella rete degli Hub di Innovazione che si trovano nelle principali città del mondo; l’innovazione, mai come in questo periodo, non ha confini e i concetti di vicinanza e contaminazione hanno sempre più una connotazione culturale rispetto a quella geografica.
]]>«La scelta di aprire il nostro Centro di Innovazione in questo luogo – ha dichiarato Lucio Igino Zanon di Valgiurata, Presidente di Credem – ci permette da un lato di rafforzare ulteriormente il legame con la comunità in cui siamo nati e in cui abbiamo le nostre radici, dall’altro di connetterci efficacemente al mondo dell’innovazione che qui trova un respiro globale. Un mix che pensiamo sia importante per continuare a produrre benessere duraturo e diffuso per tutti».
«Il Reggiane Parco Innovazione è un parco scientifico-tecnologico e umanistico incentrato sullo sviluppo dell’innovazione attraverso la crescita dei talenti – ha commentato Luca Torri, Amministratore Delegato STU Reggiane.
L’obiettivo è creare un luogo aperto, orientato all’Open Innovation e alla collaborazione territoriale. L’arrivo di Officine Credem rappresenta un punto fondamentale per lo sviluppo del Parco, data la sua forza propulsiva e la capacità di generare fiducia sui temi dell’innovazione».
La nuova piattaforma, una sorta di “home banking del leasing”, permette di operare interamente da remoto, efficientando e digitalizzando i processi e il tracciamento dell’operatività.
EasyLeasing permette di dematerializzare tutti i documenti, di consultare i dati dei contratti di locazione attivi, il dettaglio dei beni, gli estratti conto, i piani di ammortamento e le fatture, oltre a gestire le richieste di supporto tramite notifiche, come la richiesta di variazione di dati come IBAN o sede legale.
Inoltre, sono state implementate apposite sezioni nelle quali il cliente può autonomamente effettuare la denuncia di un sinistro, la richiesta di un subentro o la simulazione di un conteggio di estinzione anticipata, oltre ad avanzare generiche richieste di assistenza.
]]>La nuova piattaforma, una sorta di “home banking del leasing”, permette di operare interamente da remoto, efficientando e digitalizzando i processi e il tracciamento dell’operatività.
EasyLeasing permette di dematerializzare tutti i documenti, di consultare i dati dei contratti di locazione attivi, il dettaglio dei beni, gli estratti conto, i piani di ammortamento e le fatture, oltre a gestire le richieste di supporto tramite notifiche, come la richiesta di variazione di dati come IBAN o sede legale.
Inoltre, sono state implementate apposite sezioni nelle quali il cliente può autonomamente effettuare la denuncia di un sinistro, la richiesta di un subentro o la simulazione di un conteggio di estinzione anticipata, oltre ad avanzare generiche richieste di assistenza.
]]>Il nuovo prodotto assicurativo, realizzato per ANAAO ASSOMED, nasce con un obiettivo chiaro: garantire il pagamento di un indennizzo forfettario per il personale medico in caso di aggressione fisica avvenuta durante lo svolgimento delle proprie mansioni professionali o nel corso di eventi connessi alla professione svolti anche al di fuori del luogo di lavoro.
]]>Il nuovo prodotto assicurativo, realizzato per ANAAO ASSOMED, nasce con un obiettivo chiaro: garantire il pagamento di un indennizzo forfettario per il personale medico in caso di aggressione fisica avvenuta durante lo svolgimento delle proprie mansioni professionali o nel corso di eventi connessi alla professione svolti anche al di fuori del luogo di lavoro.
]]>Il 2023 è stato un anno record, con un totale di 220mila nuovi clienti, grazie a una gamma di prodotti e servizi molto interessante.
Per questo motivo, la banca ha fissato un nuovo obiettivo per l'anno in corso: 600mila clienti, in anticipo di due anni rispetto al piano iniziale stabilito al suo arrivo nel Paese.
]]>Il 2023 è stato un anno record, con un totale di 220mila nuovi clienti, grazie a una gamma di prodotti e servizi molto interessante.
Per questo motivo, la banca ha fissato un nuovo obiettivo per l'anno in corso: 600mila clienti, in anticipo di due anni rispetto al piano iniziale stabilito al suo arrivo nel Paese.
]]>L’associazione si pone come principali obiettivi: rappresentare gli interessi dei gestori privati di residenze universitarie presso le istituzioni, dedicarsi ad attività di studio e ricerca relative al bisogno abitativo degli studenti e attivare forme di collaborazione con gli stakeholder di settore, quali Università, Crui, Codau, Andisu e rappresentanze studentesche.
L’associazione si occuperà di formulare proposte normative che siano capaci di migliorare il contesto di riferimento relativo alla gestione di immobili destinati a ospitare residenze universitarie, interverrà mediante azioni mirate volte alla tutela delle aree universitarie contro il degrado, si farà promotrice di studi e ricerche sul mondo universitario e collaborerà con altre organizzazioni che abbiano finalità in armonia con gli interessi dell’associazione stessa.
Il consiglio direttivo di REUNI sarà composto dal Presidente dell’associazione, Maurizio Carvelli (Camplus), dal Vicepresidente Ernesto Albanese (CampusX) e dal Consigliere William Maggio (Joivy).
L’associazione prevede l’allargamento ad altri enti e società private che gestiscono residenze universitarie per un numero non inferiore a 200 posti letto.
]]>L’associazione si pone come principali obiettivi: rappresentare gli interessi dei gestori privati di residenze universitarie presso le istituzioni, dedicarsi ad attività di studio e ricerca relative al bisogno abitativo degli studenti e attivare forme di collaborazione con gli stakeholder di settore, quali Università, Crui, Codau, Andisu e rappresentanze studentesche.
L’associazione si occuperà di formulare proposte normative che siano capaci di migliorare il contesto di riferimento relativo alla gestione di immobili destinati a ospitare residenze universitarie, interverrà mediante azioni mirate volte alla tutela delle aree universitarie contro il degrado, si farà promotrice di studi e ricerche sul mondo universitario e collaborerà con altre organizzazioni che abbiano finalità in armonia con gli interessi dell’associazione stessa.
Il consiglio direttivo di REUNI sarà composto dal Presidente dell’associazione, Maurizio Carvelli (Camplus), dal Vicepresidente Ernesto Albanese (CampusX) e dal Consigliere William Maggio (Joivy).
L’associazione prevede l’allargamento ad altri enti e società private che gestiscono residenze universitarie per un numero non inferiore a 200 posti letto.
]]>198mila Bitcoin contro 193mila. BlackRock, nelle poco più di 40 sessioni di mercato avvenute dall'ok della SEC ai primi ETF su Bitcoin, ha accumulato quasi 198mila Bitcoin, per un controvalore che si aggira sui 14 miliardi di dollari (al cambio attuale), come riportato da BitMEX Research.
BlackRock supera così MicroStrategy, azienda che si distingue da sempre per la presenza di Bitcoin nella propria tesoreria.
Il report riporta che, includendo i BTC detenuti anche dagli altri emittenti, gli ETF di Bitcoin recentemente lanciati detengono complessivamente attività per un controvalore attuale di 28 miliardi di dollari, mentre la domanda istituzionale continua a segnare nuovi massimi, spingendo la criptovaluta al rialzo fin sopra i 70mila dollari, per la prima volta nella sua storia.
Si segnala anche qualche difficoltà negli scambi over-the-counter (OTC), privilegiati dagli acquirenti di grandi volumi come gli istituzionali: i venditori, infatti, sono a corto di Bitcoin.
A beneficiare dell'impennata del prezzo è anche MicroStrategy, azienda che ha da sempre adottato una strategia di tesoreria aziendale che comprendeva una forte presenza di Bitcoin. 193.000, per l'esattezza.
L'azienda ha spesso adottato la leva finanziaria, usando il credito per finanziare operazioni e investimenti: ci sarebbe in vista l'emissione di debito per raccogliere 600 milioni di dollari e aumentare le riserve di "oro digitale", cioè di Bitcoin.
L'effetto curioso di questa strategia centrata sul Bitcoin ha portato una parte degli investitori a vedere un MicroStrategy una sorta di "leveraged Bitcoin ETF". Cosa che, ovviamente, non è affatto. Ma la grande riserva di Bitcoin dell'azienda ha portato il suo titolo a crescere del 642% negli ultimi 12 mesi, contro il BTC che registra "solo" un +244%.
Il CEO di MicroStrategy, Michael Saylor, ha già dichiarato (e non è la prima volta, tra l'altro) di non avere intenzione di vendere le riserve aziendali in Bitcoin, ritenendo la cryptovaluta per eccellenza "tecnicamente superiore" all'oro, all'indice S&P 500 e al settore immobiliare. Tre asset class che, per ora, hanno capitalizzazioni di mercato assai superiori al Bitcoin.
Crypto Agorà è una realtà di riferimento per notizie informate e critiche sul mondo crypto, blockchain e web3. Fornisce news quotidiane, analisi di progetti e approfondimenti a una vasta platea in lingua italiana, attraverso la sua presenza su social media, sito web e newsletter. Collabora con tutti i principali ecosistemi blockchain in Italia, per portare contenuti disintermediati e di valore direttamente agli utenti, in maniera gratuita.
]]>198mila Bitcoin contro 193mila. BlackRock, nelle poco più di 40 sessioni di mercato avvenute dall'ok della SEC ai primi ETF su Bitcoin, ha accumulato quasi 198mila Bitcoin, per un controvalore che si aggira sui 14 miliardi di dollari (al cambio attuale), come riportato da BitMEX Research.
BlackRock supera così MicroStrategy, azienda che si distingue da sempre per la presenza di Bitcoin nella propria tesoreria.
Il report riporta che, includendo i BTC detenuti anche dagli altri emittenti, gli ETF di Bitcoin recentemente lanciati detengono complessivamente attività per un controvalore attuale di 28 miliardi di dollari, mentre la domanda istituzionale continua a segnare nuovi massimi, spingendo la criptovaluta al rialzo fin sopra i 70mila dollari, per la prima volta nella sua storia.
Si segnala anche qualche difficoltà negli scambi over-the-counter (OTC), privilegiati dagli acquirenti di grandi volumi come gli istituzionali: i venditori, infatti, sono a corto di Bitcoin.
A beneficiare dell'impennata del prezzo è anche MicroStrategy, azienda che ha da sempre adottato una strategia di tesoreria aziendale che comprendeva una forte presenza di Bitcoin. 193.000, per l'esattezza.
L'azienda ha spesso adottato la leva finanziaria, usando il credito per finanziare operazioni e investimenti: ci sarebbe in vista l'emissione di debito per raccogliere 600 milioni di dollari e aumentare le riserve di "oro digitale", cioè di Bitcoin.
L'effetto curioso di questa strategia centrata sul Bitcoin ha portato una parte degli investitori a vedere un MicroStrategy una sorta di "leveraged Bitcoin ETF". Cosa che, ovviamente, non è affatto. Ma la grande riserva di Bitcoin dell'azienda ha portato il suo titolo a crescere del 642% negli ultimi 12 mesi, contro il BTC che registra "solo" un +244%.
Il CEO di MicroStrategy, Michael Saylor, ha già dichiarato (e non è la prima volta, tra l'altro) di non avere intenzione di vendere le riserve aziendali in Bitcoin, ritenendo la cryptovaluta per eccellenza "tecnicamente superiore" all'oro, all'indice S&P 500 e al settore immobiliare. Tre asset class che, per ora, hanno capitalizzazioni di mercato assai superiori al Bitcoin.
Crypto Agorà è una realtà di riferimento per notizie informate e critiche sul mondo crypto, blockchain e web3. Fornisce news quotidiane, analisi di progetti e approfondimenti a una vasta platea in lingua italiana, attraverso la sua presenza su social media, sito web e newsletter. Collabora con tutti i principali ecosistemi blockchain in Italia, per portare contenuti disintermediati e di valore direttamente agli utenti, in maniera gratuita.
]]>L’incontro ha permesso di svelare agli occhi dei più piccoli come vengono eseguite le più note attività bancarie, come ad esempio i prelievi e i versamenti, attraverso l’uso di giochi che hanno anche favorito la creatività e la collaborazione di tutti.
Inoltre, l’evento ha consentito alle famiglie di poter visitare le opere d’arte presenti presso la sede centrale dell’istituto, creando un ulteriore momento di condivisione.
]]>L’incontro ha permesso di svelare agli occhi dei più piccoli come vengono eseguite le più note attività bancarie, come ad esempio i prelievi e i versamenti, attraverso l’uso di giochi che hanno anche favorito la creatività e la collaborazione di tutti.
Inoltre, l’evento ha consentito alle famiglie di poter visitare le opere d’arte presenti presso la sede centrale dell’istituto, creando un ulteriore momento di condivisione.
]]>Si tratta della terza indagine sulle buone pratiche per l’ambiente e per le comunità, realizzato attraverso il supporto tecnico e scientifico di Euricse.
L'analisi rivela un aumento del 17% del numero di colonnine di ricarica (200 in totale) per auto e bici elettriche rispetto al 2022.
L’evoluzione dell’infrastruttura ha guidato l’ammodernamento della flotta aziendale, con una transizione graduale verso veicoli ibridi ed elettrici.
I dati sull’approvvigionamento energetico mostrano un aumento del 24% nell’installazione di impianti solari fotovoltaici, oggi presenti su 123 proprietà e interventi di riqualificazione energetica su altri 108 immobili.
Nel 2023, il Gruppo ha lanciato nuovi progetti di riforestazione, piantando oltre 5.400 alberi, con ulteriori 7mila piantumazioni in programma per la primavera del 2024, per la compensazione delle emissioni.
L’analisi rileva inoltre che le Banche del Gruppo sono protagoniste attive in oltre 1.300 collaborazioni con Enti locali, scuole e organizzazioni del Terzo Settore.
Le iniziative formative e culturali hanno visto la crescita del 12% del numero dei partecipanti. Particolare attenzione è riservata ai giovani, per lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali, la proposta di agevolazioni extra bancarie e con premi allo studio.
La disponibilità dei locali per enti e associazioni del territorio e la presenza di 39 Enti del Terzo Settore (3 in più rispetto al 2022), promossi dalle banche affiliate, sottolineano la vasta gamma di attività.
]]>Si tratta della terza indagine sulle buone pratiche per l’ambiente e per le comunità, realizzato attraverso il supporto tecnico e scientifico di Euricse.
L'analisi rivela un aumento del 17% del numero di colonnine di ricarica (200 in totale) per auto e bici elettriche rispetto al 2022.
L’evoluzione dell’infrastruttura ha guidato l’ammodernamento della flotta aziendale, con una transizione graduale verso veicoli ibridi ed elettrici.
I dati sull’approvvigionamento energetico mostrano un aumento del 24% nell’installazione di impianti solari fotovoltaici, oggi presenti su 123 proprietà e interventi di riqualificazione energetica su altri 108 immobili.
Nel 2023, il Gruppo ha lanciato nuovi progetti di riforestazione, piantando oltre 5.400 alberi, con ulteriori 7mila piantumazioni in programma per la primavera del 2024, per la compensazione delle emissioni.
L’analisi rileva inoltre che le Banche del Gruppo sono protagoniste attive in oltre 1.300 collaborazioni con Enti locali, scuole e organizzazioni del Terzo Settore.
Le iniziative formative e culturali hanno visto la crescita del 12% del numero dei partecipanti. Particolare attenzione è riservata ai giovani, per lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali, la proposta di agevolazioni extra bancarie e con premi allo studio.
La disponibilità dei locali per enti e associazioni del territorio e la presenza di 39 Enti del Terzo Settore (3 in più rispetto al 2022), promossi dalle banche affiliate, sottolineano la vasta gamma di attività.
]]>Dopo la crisi del 2023, causata all’aumento dei tassi di interesse, c’è ottimismo per il Private Equity globale nel 2024, secondo il 15° Report annuale sul Private Equity globale di Bain & Company.
Nonostante il 2023 abbia rappresentato, per il Private Equity globale, il calo più marcato dalla crisi finanziaria globale, nel 2024 il settore sta infatti registrando un incremento dell'attività, con alcuni segnali positivi che emergono.
Nel 2023, il Private Equity ha continuato a risentire dell'impennata dei tassi di interesse - i costi dei finanziamenti sono aumentati di 525 punti base da marzo 2022 a luglio 2023, il più rapido irrigidimento registrato negli ultimi decenni. Dando luogo a forti cali nelle operazioni di investimento, nelle exit e nel fundraising.
In particolare, il valore e il numero delle operazioni sono diminuiti rispettivamente del 60% e del 35% rispetto ai picchi del 2021, con una performance lievemente migliore nel secondo semestre dell’anno.
Il valore degli investimenti in buyout è sceso del 37% anno su anno, attestandosi a 438 miliardi di euro, il peggior valore dal 2016. Anche il valore delle exit si è contratto del 66%.
«L’industria non ha mai visto nulla di simile a quanto accaduto negli ultimi 24 mesi. I cali sono simili a quelli registrati in concomitanza con la crisi finanziaria globale, ma la situazione oggi è completamente diversa da quanto accaduto allora.
I fondi di buyout oggi registrano 1.200 miliardi di dollari di liquidità, un quarto dei quali è in portafoglio da più di quattro anni: ci aspettiamo che gli operatori tornino in campo. Con il cambiamento a cui assistiamo nello scenario dei deal, rimanere fermi non è un'opzione.
L'enigma delle exit è ora davvero critico da risolvere mentre il mercato migliora: l'attuale minaccia ai flussi di cassa degli investitori e alla liquidità del settore è molto reale. Per uscire dall'impasse sarà necessario che i GP prendano in mano il proprio destino in termini di gestione dei portafogli per generare maggior distribuzione per i LP», spiega Roberto Fiorello, Senior Partner e responsabile italiano Private Equity di Bain & Company.
Nel 2023, abbiamo assistito a una contrazione significativa dei valori delle operazioni e delle exit del Vecchio Continente rispetto al 2022.
Il calo si è registrato su deal di tutte le dimensioni, con le grandi operazioni - quelle sopra i 2,5 miliardi di dollari - in contrazione più rapidamente delle altre.
In Europa, lo scorso anno, si è registrata una diminuzione dei multipli, che deve ancora compensare appieno l'incremento dei tassi di interesse.
La liquidità europea ha raggiunto circa 821 miliardi di dollari nel 2023, con un aumento del 18% rispetto alla media quinquennale.
L'attività di buyout europea è diminuita di circa il 46%, l’anno peggiore dopo il 2016.
I primi 10 investimenti di buyout più grandi in Europa nel 2023 hanno avuto un valore combinato di circa 64 miliardi di dollari e sono stati realizzati da una gamma diversificata di acquirenti, due dei quali in Italia.
Passiamo quindi all’Italia, dove il rallentamento registrato nel 2023, in termini sia di numero che di valore delle operazioni - meno 53% di buyout rispetto al 2022 - è principalmente dovuto alle condizioni macroeconomiche sfavorevoli, in linea con il trend globale.
La buona performance registrata tra il 2012 e il 2022 mostra chiaramente l'evoluzione del nostro Paese verso un mercato più maturo rispetto al passato.
A livello locale, assistiamo a una distribuzione più omogenea delle operazioni per settore rispetto al resto dell’Europa, in linea con l'ecosistema economico italiano.
La quota del settore tecnologico è in crescita, seppur ancora indietro rispetto ai livelli europei.
«Il mercato sta mettendo a segno un avvio lievemente migliore quest'anno, e siamo cautamente ottimisti sulle sue prospettive per il 2024. La scala e la rapidità dei rialzi dei tassi l'anno scorso, e l'incertezza del contesto macro, hanno rappresentato uno shock per il settore nel 2023.
Tuttavia, le prospettive a lungo termine per l’industria rimangono solide, e - con i tassi destinati a ricalibrarsi nei prossimi mesi - c'è un maggiore contesto di stabilità. I livelli di liquidità sono elevatissimi, e nonostante le principali sfide persistano, il flusso delle operazioni si sta rafforzando», prosegue Roberto Fiorello.
Il dilemma delle exit si è delineato come il problema più pressante per i GP, spingendoli a trovare modi creativi per creare liquidità per i loro investitori.
La mancanza di prevedibilità è qualcosa a cui abbiamo sempre assistito, ma questa impasse nelle exit e l'aumento dei tassi di interesse sono temi completamente nuovi.
Le uscite sponsor-to-sponsor sono state particolarmente impattate: queste transazioni sono diminuite del 47% dal 2022, attestandosi a 62 miliardi di dollari, con gli acquirenti di private equity scoraggiati dai tassi più alti.
Nel frattempo, il canale delle IPO - pur rappresentando solo il 3% del volume totale delle exit - ha mostrato alcuni segni di ripresa, a quota 11,8 miliardi di dollari l'anno scorso.
Due fenomeni stanno interessando il mondo del Private Equity, con un impatto significativo sull’evoluzione dell’industria.
A un anno dall'esplosivo avvento della GenAI, è diventato sempre più evidente come queste tecnologie stiano rivoluzionando tutte le industrie, Private Equity compreso, con implicazioni a ogni livello della catena del valore.
In particolare, i fondi stanno utilizzando la GenAI come strumento al servizio della strategia e del miglioramento dei portafogli, ma anche come tecnologia utile al ripensamento della due diligence, sviluppando protocolli basati su scorecard per valutare minacce e opportunità legate all'IA generativa e per accelerare e affinare il processo di sottoscrizione.
Infine, la GenAI offre diverse opportunità per razionalizzare o automatizzare le funzioni di back-office.
Non solo: la vera potenza di questa tecnologia risiede nella sua capacità di espandere drasticamente il campo di informazioni che la società utilizza per prendere decisioni di investimento.
Ci sono altri protagonisti al centro della scena dell’attività di Private Equity nel 2023: si tratta dei fondi secondari.
Alla luce della crisi di liquidità del settore, infatti, non sorprende che questi siano cresciuti più velocemente di qualsiasi altra asset class, raccogliendo il 92% di capitale in più nel 2023 rispetto all’anno precedente.
Sebbene sia ancora relativamente contenuta in termini dimensionali, alla luce della necessità di soluzioni di liquidità nel capitale privato, questa asset class sta crescendo rapidamente, con una vasta gamma di strumenti che i LPs e i GPs possono utilizzare per gestire le esigenze sempre più complesse dei loro stakeholder.
La loro utilità è misurata dal backlog (o valore) non realizzato dai fondi, rappresentato dalle 28mila aziende invendute che gravano sui portafogli di buyout a livello globale, più del 40% delle quali ha almeno quattro anni di età.
Questo backlog, 3.200 miliardi di dollari, è su livelli elevatissimi: il suo valore è il quadruplo del livello della crisi finanziaria globale del 2007-2008.
Per grandi investitori - come i fondi sovrani - i rendimenti e la flessibilità offerti dai secondari diventeranno sempre più attraenti.
Lo stesso potrebbe essere per le grandi case di investimento, che gestiscono ricchezze significative per conto di individui desiderosi di accedere a classi alternative.
]]>Dopo la crisi del 2023, causata all’aumento dei tassi di interesse, c’è ottimismo per il Private Equity globale nel 2024, secondo il 15° Report annuale sul Private Equity globale di Bain & Company.
Nonostante il 2023 abbia rappresentato, per il Private Equity globale, il calo più marcato dalla crisi finanziaria globale, nel 2024 il settore sta infatti registrando un incremento dell'attività, con alcuni segnali positivi che emergono.
Nel 2023, il Private Equity ha continuato a risentire dell'impennata dei tassi di interesse - i costi dei finanziamenti sono aumentati di 525 punti base da marzo 2022 a luglio 2023, il più rapido irrigidimento registrato negli ultimi decenni. Dando luogo a forti cali nelle operazioni di investimento, nelle exit e nel fundraising.
In particolare, il valore e il numero delle operazioni sono diminuiti rispettivamente del 60% e del 35% rispetto ai picchi del 2021, con una performance lievemente migliore nel secondo semestre dell’anno.
Il valore degli investimenti in buyout è sceso del 37% anno su anno, attestandosi a 438 miliardi di euro, il peggior valore dal 2016. Anche il valore delle exit si è contratto del 66%.
«L’industria non ha mai visto nulla di simile a quanto accaduto negli ultimi 24 mesi. I cali sono simili a quelli registrati in concomitanza con la crisi finanziaria globale, ma la situazione oggi è completamente diversa da quanto accaduto allora.
I fondi di buyout oggi registrano 1.200 miliardi di dollari di liquidità, un quarto dei quali è in portafoglio da più di quattro anni: ci aspettiamo che gli operatori tornino in campo. Con il cambiamento a cui assistiamo nello scenario dei deal, rimanere fermi non è un'opzione.
L'enigma delle exit è ora davvero critico da risolvere mentre il mercato migliora: l'attuale minaccia ai flussi di cassa degli investitori e alla liquidità del settore è molto reale. Per uscire dall'impasse sarà necessario che i GP prendano in mano il proprio destino in termini di gestione dei portafogli per generare maggior distribuzione per i LP», spiega Roberto Fiorello, Senior Partner e responsabile italiano Private Equity di Bain & Company.
Nel 2023, abbiamo assistito a una contrazione significativa dei valori delle operazioni e delle exit del Vecchio Continente rispetto al 2022.
Il calo si è registrato su deal di tutte le dimensioni, con le grandi operazioni - quelle sopra i 2,5 miliardi di dollari - in contrazione più rapidamente delle altre.
In Europa, lo scorso anno, si è registrata una diminuzione dei multipli, che deve ancora compensare appieno l'incremento dei tassi di interesse.
La liquidità europea ha raggiunto circa 821 miliardi di dollari nel 2023, con un aumento del 18% rispetto alla media quinquennale.
L'attività di buyout europea è diminuita di circa il 46%, l’anno peggiore dopo il 2016.
I primi 10 investimenti di buyout più grandi in Europa nel 2023 hanno avuto un valore combinato di circa 64 miliardi di dollari e sono stati realizzati da una gamma diversificata di acquirenti, due dei quali in Italia.
Passiamo quindi all’Italia, dove il rallentamento registrato nel 2023, in termini sia di numero che di valore delle operazioni - meno 53% di buyout rispetto al 2022 - è principalmente dovuto alle condizioni macroeconomiche sfavorevoli, in linea con il trend globale.
La buona performance registrata tra il 2012 e il 2022 mostra chiaramente l'evoluzione del nostro Paese verso un mercato più maturo rispetto al passato.
A livello locale, assistiamo a una distribuzione più omogenea delle operazioni per settore rispetto al resto dell’Europa, in linea con l'ecosistema economico italiano.
La quota del settore tecnologico è in crescita, seppur ancora indietro rispetto ai livelli europei.
«Il mercato sta mettendo a segno un avvio lievemente migliore quest'anno, e siamo cautamente ottimisti sulle sue prospettive per il 2024. La scala e la rapidità dei rialzi dei tassi l'anno scorso, e l'incertezza del contesto macro, hanno rappresentato uno shock per il settore nel 2023.
Tuttavia, le prospettive a lungo termine per l’industria rimangono solide, e - con i tassi destinati a ricalibrarsi nei prossimi mesi - c'è un maggiore contesto di stabilità. I livelli di liquidità sono elevatissimi, e nonostante le principali sfide persistano, il flusso delle operazioni si sta rafforzando», prosegue Roberto Fiorello.
Il dilemma delle exit si è delineato come il problema più pressante per i GP, spingendoli a trovare modi creativi per creare liquidità per i loro investitori.
La mancanza di prevedibilità è qualcosa a cui abbiamo sempre assistito, ma questa impasse nelle exit e l'aumento dei tassi di interesse sono temi completamente nuovi.
Le uscite sponsor-to-sponsor sono state particolarmente impattate: queste transazioni sono diminuite del 47% dal 2022, attestandosi a 62 miliardi di dollari, con gli acquirenti di private equity scoraggiati dai tassi più alti.
Nel frattempo, il canale delle IPO - pur rappresentando solo il 3% del volume totale delle exit - ha mostrato alcuni segni di ripresa, a quota 11,8 miliardi di dollari l'anno scorso.
Due fenomeni stanno interessando il mondo del Private Equity, con un impatto significativo sull’evoluzione dell’industria.
A un anno dall'esplosivo avvento della GenAI, è diventato sempre più evidente come queste tecnologie stiano rivoluzionando tutte le industrie, Private Equity compreso, con implicazioni a ogni livello della catena del valore.
In particolare, i fondi stanno utilizzando la GenAI come strumento al servizio della strategia e del miglioramento dei portafogli, ma anche come tecnologia utile al ripensamento della due diligence, sviluppando protocolli basati su scorecard per valutare minacce e opportunità legate all'IA generativa e per accelerare e affinare il processo di sottoscrizione.
Infine, la GenAI offre diverse opportunità per razionalizzare o automatizzare le funzioni di back-office.
Non solo: la vera potenza di questa tecnologia risiede nella sua capacità di espandere drasticamente il campo di informazioni che la società utilizza per prendere decisioni di investimento.
Ci sono altri protagonisti al centro della scena dell’attività di Private Equity nel 2023: si tratta dei fondi secondari.
Alla luce della crisi di liquidità del settore, infatti, non sorprende che questi siano cresciuti più velocemente di qualsiasi altra asset class, raccogliendo il 92% di capitale in più nel 2023 rispetto all’anno precedente.
Sebbene sia ancora relativamente contenuta in termini dimensionali, alla luce della necessità di soluzioni di liquidità nel capitale privato, questa asset class sta crescendo rapidamente, con una vasta gamma di strumenti che i LPs e i GPs possono utilizzare per gestire le esigenze sempre più complesse dei loro stakeholder.
La loro utilità è misurata dal backlog (o valore) non realizzato dai fondi, rappresentato dalle 28mila aziende invendute che gravano sui portafogli di buyout a livello globale, più del 40% delle quali ha almeno quattro anni di età.
Questo backlog, 3.200 miliardi di dollari, è su livelli elevatissimi: il suo valore è il quadruplo del livello della crisi finanziaria globale del 2007-2008.
Per grandi investitori - come i fondi sovrani - i rendimenti e la flessibilità offerti dai secondari diventeranno sempre più attraenti.
Lo stesso potrebbe essere per le grandi case di investimento, che gestiscono ricchezze significative per conto di individui desiderosi di accedere a classi alternative.
]]>L’obiettivo è incentivare lo sviluppo economico dei territori in una logica di consolidamento del tessuto produttivo locale attraverso la creazione di sinergie tra aziende agricole bio, enti territoriali e sistema bancario.
La collaborazione consentirà di fornire soluzioni semplificate per i processi finanziari attraverso assistenza qualificata così da garantire risposte tempestive ed efficaci alle richieste delle aziende agricole e dei sistemi di filiera.
]]>L’obiettivo è incentivare lo sviluppo economico dei territori in una logica di consolidamento del tessuto produttivo locale attraverso la creazione di sinergie tra aziende agricole bio, enti territoriali e sistema bancario.
La collaborazione consentirà di fornire soluzioni semplificate per i processi finanziari attraverso assistenza qualificata così da garantire risposte tempestive ed efficaci alle richieste delle aziende agricole e dei sistemi di filiera.
]]>Pagamenti account-to-account per i notai. Nexi ha stretto un accordo con Notartel Società Benefit del Notariato per offrire un nuovo servizio di pagamento digitale che permetterà ai cittadini di pagare imposte, spese notarili ed effettuare il deposito del prezzo.
Nel dettaglio, la soluzione di pagamento A2A (account-to-account) di Nexi è a disposizione degli oltre 5mila notai italiani, che possono richiederne l’attivazione sulla piattaforma Notarpay.
I cittadini avranno così la possibilità di pagare le imposte, gli onorari notarili e di effettuare il deposito del prezzo in modalità completamente digitale e in sicurezza: sarà sufficiente cliccare sul link che verrà inviato loro dal notaio, accedere in pochi click al proprio home banking ed effettuare il pagamento attraverso un bonifico istantaneo, senza alcun limite di importo.
I vantaggi sono molteplici sia per i cittadini, sia per i notai: i primi, possono saldare in digitale anche grandi importi, avere un maggior controllo sulle proprie spese, vivere un’esperienza d’acquisto sicura e veloce; i secondi possono controllare in tempo reale la transazione del bonifico irrevocabile e riducono sensibilmente i rischi e i limiti legati all’uso di contanti e assegni.
«La partnership con Notartel ci consente di intercettare le esigenze di notai e cittadini, consentendo pagamenti digitali e sicuri per i cosiddetti large ticket, ossia importi superiori ai 500 euro che, in Italia, per oltre il 50% vengono ancora pagati con metodi tradizionali come assegni, contanti o bonifici – afferma Alessandro Viola, Head of Corporate Sales Nexi.
Si tratta di un accordo particolarmente importante se consideriamo che, in base alle analisi di settore, entro il 2030 i pagamenti Account2Account o IBAN-based costituiranno il 15% delle transazioni globali, per un valore di mercato di oltre due trilioni di euro».
«Questa piattaforma – ha dichiarato Vincenzo Gunnella, Presidente Notartel – ci consente come categoria di essere in linea con quanto previsto dalla direttiva PSD2, Payment Service Directive, fortemente voluta dall’Unione Europea per porre le fondamenta giuridiche per un mercato unico dei pagamenti in tutta Europa e stabilire servizi di pagamento più sicuri e innovativi in tutta l'UE».
Grazie alla collaborazione tra Nexi e Notartel, quella dei notai è la prima categoria professionale in Italia che, utilizzando la tecnologia Open Banking sottostante la soluzione Nexi, garantirà ai cittadini una soluzione di pagamento nativamente pensata per un'esperienza digitale e mobile first.
]]>Pagamenti account-to-account per i notai. Nexi ha stretto un accordo con Notartel Società Benefit del Notariato per offrire un nuovo servizio di pagamento digitale che permetterà ai cittadini di pagare imposte, spese notarili ed effettuare il deposito del prezzo.
Nel dettaglio, la soluzione di pagamento A2A (account-to-account) di Nexi è a disposizione degli oltre 5mila notai italiani, che possono richiederne l’attivazione sulla piattaforma Notarpay.
I cittadini avranno così la possibilità di pagare le imposte, gli onorari notarili e di effettuare il deposito del prezzo in modalità completamente digitale e in sicurezza: sarà sufficiente cliccare sul link che verrà inviato loro dal notaio, accedere in pochi click al proprio home banking ed effettuare il pagamento attraverso un bonifico istantaneo, senza alcun limite di importo.
I vantaggi sono molteplici sia per i cittadini, sia per i notai: i primi, possono saldare in digitale anche grandi importi, avere un maggior controllo sulle proprie spese, vivere un’esperienza d’acquisto sicura e veloce; i secondi possono controllare in tempo reale la transazione del bonifico irrevocabile e riducono sensibilmente i rischi e i limiti legati all’uso di contanti e assegni.
«La partnership con Notartel ci consente di intercettare le esigenze di notai e cittadini, consentendo pagamenti digitali e sicuri per i cosiddetti large ticket, ossia importi superiori ai 500 euro che, in Italia, per oltre il 50% vengono ancora pagati con metodi tradizionali come assegni, contanti o bonifici – afferma Alessandro Viola, Head of Corporate Sales Nexi.
Si tratta di un accordo particolarmente importante se consideriamo che, in base alle analisi di settore, entro il 2030 i pagamenti Account2Account o IBAN-based costituiranno il 15% delle transazioni globali, per un valore di mercato di oltre due trilioni di euro».
«Questa piattaforma – ha dichiarato Vincenzo Gunnella, Presidente Notartel – ci consente come categoria di essere in linea con quanto previsto dalla direttiva PSD2, Payment Service Directive, fortemente voluta dall’Unione Europea per porre le fondamenta giuridiche per un mercato unico dei pagamenti in tutta Europa e stabilire servizi di pagamento più sicuri e innovativi in tutta l'UE».
Grazie alla collaborazione tra Nexi e Notartel, quella dei notai è la prima categoria professionale in Italia che, utilizzando la tecnologia Open Banking sottostante la soluzione Nexi, garantirà ai cittadini una soluzione di pagamento nativamente pensata per un'esperienza digitale e mobile first.
]]>In un anno caratterizzato dal raffreddamento della domanda di credito per l’aumento dei tassi, gli impieghi hanno registrato un modesto calo (-1,2%), ma nonostante ciò i nuovi mutui erogati a imprese, famiglie e terzo settore sono stati quasi 700, per un importo complessivo di oltre 100 milioni di euro.
Prosegue nel 2023 anche la riduzione dei crediti deteriorati, la cui esposizione netta è irrilevante, ed è aumentato il patrimonio a 125 milioni di euro, con un indice di solidità (CET1 Ratio) che sfiora il 23%.
]]>In un anno caratterizzato dal raffreddamento della domanda di credito per l’aumento dei tassi, gli impieghi hanno registrato un modesto calo (-1,2%), ma nonostante ciò i nuovi mutui erogati a imprese, famiglie e terzo settore sono stati quasi 700, per un importo complessivo di oltre 100 milioni di euro.
Prosegue nel 2023 anche la riduzione dei crediti deteriorati, la cui esposizione netta è irrilevante, ed è aumentato il patrimonio a 125 milioni di euro, con un indice di solidità (CET1 Ratio) che sfiora il 23%.
]]>Nello specifico Takyon ha superato quota 10mila prenotazioni vendute con il prodotto Tariffa Rivendibile, mentre il numero delle strutture convenzionate è salito a oltre 400.
Dopo il recente rebranding, per il futuro, l’azienda prevede, oltre all’espansione verticale, anche a consolidare la posizione della società sul mercato italiano travel e a proseguire con l’internazionalizzazione del brand.
]]>Nello specifico Takyon ha superato quota 10mila prenotazioni vendute con il prodotto Tariffa Rivendibile, mentre il numero delle strutture convenzionate è salito a oltre 400.
Dopo il recente rebranding, per il futuro, l’azienda prevede, oltre all’espansione verticale, anche a consolidare la posizione della società sul mercato italiano travel e a proseguire con l’internazionalizzazione del brand.
]]>Nasce DIACoop, l’applicazione che punta monitorare lo stato delle 275 cooperative rurali gestite da donne in Togo.
Lo sviluppo di questa app, progettata da Federcasse e messa a punto da una piccola società togolese, nel solco dello sviluppo del più generale progetto “Le BCC con il Togo” del Credito Cooperativo.
“Le BCC con il Togo” intende sostenere il rafforzamento delle infrastrutture tecnico-produttive delle cooperative femminili, evidenziando le lacune organizzative e manageriali.
Il primo step di questo percorso è appunto la diagnostica d’impresa cooperativa, proprio con il supporto della nuova DIACoop, che consentirà di circoscrivere con precisione, cooperativa per cooperativa, quali sono i punti di forza e di debolezza e quale sia il percorso di sviluppo e crescita da disegnare.
L’obiettivo finale è un incremento annuo di produttività, fatturato e valore aggiunto in un intervallo di valori compresi fra il 5% e il 10% delle cooperative di donne affiliate alla rete UGFRTO e socie delle due Casse Rurali FECECAV (Faîtière des Entités de Caisses d’Epargne et de Crédit des Associations Villageoises) e URCLEC (Union Rénovée des Caisses Locales d’Épargne et Crédit).
A sostegno, si andrà a definire anche una cartografia di filiere cooperative dell’UGFRTO sulla cui base incrementare il numero di rapporti di collaborazione fra cooperative appartenenti alle medesime filiere, in un’ottica di rete.
Le donne rurali sono quelle maggiormente penalizzate dalle difficoltà strutturali in cui versa il sistema agricolo togolese. A partire dalla estrema difficoltà di accesso al credito. Solo il 13,8% della popolazione rurale è bancarizzata. L’agricoltura rappresenta meno di 1% dei finanziamenti che il sistema bancario destina al sistema produttivo.
Vi è inoltre una limitatissima disponibilità di competenze tecniche e manageriali in grado di guidare i processi di ammodernamento, il passaggio da un'agricoltura di sussistenza a una agricoltura in grado di generare valore aggiunto apprezzabile.
Fenomeno al quale si aggiunge la pressoché totale mancanza di integrazione nelle filiere produttive, con impatti negativi molto significativi sulla distribuzione del valore aggiunto generato.
Occorre poi sottolineare anche l’aggravante delle disuguaglianze di genere. Dai pochi dati ricavati da indagini campionarie nel decennio passato, le organizzazioni di donne rappresentano circa il 20% di tutte le organizzazioni contadine censite.
Si stima che il tasso di professionalizzazione delle organizzazioni contadine è di circa 16%. Un dato ancora più basso per le organizzazioni contadine di donne che hanno sistematicamente un accesso più limitato ai fattori della produzione: la terra, i servizi di supporto, il credito, nonostante il fatto che rappresentino circa il 54% degli addetti nell’agricoltura.
Le disuguaglianze di genere rendono, da ultimo, le donne più vulnerabili alle conseguenze dei cambiamenti climatici.
]]>Nasce DIACoop, l’applicazione che punta monitorare lo stato delle 275 cooperative rurali gestite da donne in Togo.
Lo sviluppo di questa app, progettata da Federcasse e messa a punto da una piccola società togolese, nel solco dello sviluppo del più generale progetto “Le BCC con il Togo” del Credito Cooperativo.
“Le BCC con il Togo” intende sostenere il rafforzamento delle infrastrutture tecnico-produttive delle cooperative femminili, evidenziando le lacune organizzative e manageriali.
Il primo step di questo percorso è appunto la diagnostica d’impresa cooperativa, proprio con il supporto della nuova DIACoop, che consentirà di circoscrivere con precisione, cooperativa per cooperativa, quali sono i punti di forza e di debolezza e quale sia il percorso di sviluppo e crescita da disegnare.
L’obiettivo finale è un incremento annuo di produttività, fatturato e valore aggiunto in un intervallo di valori compresi fra il 5% e il 10% delle cooperative di donne affiliate alla rete UGFRTO e socie delle due Casse Rurali FECECAV (Faîtière des Entités de Caisses d’Epargne et de Crédit des Associations Villageoises) e URCLEC (Union Rénovée des Caisses Locales d’Épargne et Crédit).
A sostegno, si andrà a definire anche una cartografia di filiere cooperative dell’UGFRTO sulla cui base incrementare il numero di rapporti di collaborazione fra cooperative appartenenti alle medesime filiere, in un’ottica di rete.
Le donne rurali sono quelle maggiormente penalizzate dalle difficoltà strutturali in cui versa il sistema agricolo togolese. A partire dalla estrema difficoltà di accesso al credito. Solo il 13,8% della popolazione rurale è bancarizzata. L’agricoltura rappresenta meno di 1% dei finanziamenti che il sistema bancario destina al sistema produttivo.
Vi è inoltre una limitatissima disponibilità di competenze tecniche e manageriali in grado di guidare i processi di ammodernamento, il passaggio da un'agricoltura di sussistenza a una agricoltura in grado di generare valore aggiunto apprezzabile.
Fenomeno al quale si aggiunge la pressoché totale mancanza di integrazione nelle filiere produttive, con impatti negativi molto significativi sulla distribuzione del valore aggiunto generato.
Occorre poi sottolineare anche l’aggravante delle disuguaglianze di genere. Dai pochi dati ricavati da indagini campionarie nel decennio passato, le organizzazioni di donne rappresentano circa il 20% di tutte le organizzazioni contadine censite.
Si stima che il tasso di professionalizzazione delle organizzazioni contadine è di circa 16%. Un dato ancora più basso per le organizzazioni contadine di donne che hanno sistematicamente un accesso più limitato ai fattori della produzione: la terra, i servizi di supporto, il credito, nonostante il fatto che rappresentino circa il 54% degli addetti nell’agricoltura.
Le disuguaglianze di genere rendono, da ultimo, le donne più vulnerabili alle conseguenze dei cambiamenti climatici.
]]>L’istituto di credito ha infatti chiuso il 2023 con utile netto di 15,7 milioni. Tra gli altri dati si annoverano: raccolta globale a circa 3 miliardi di euro, impieghi oltre 1,55 miliardi di euro, margine di intermediazione in crescita e costi operativi contenuti, con un total capital ratio oltre il 20%.
]]>L’istituto di credito ha infatti chiuso il 2023 con utile netto di 15,7 milioni. Tra gli altri dati si annoverano: raccolta globale a circa 3 miliardi di euro, impieghi oltre 1,55 miliardi di euro, margine di intermediazione in crescita e costi operativi contenuti, con un total capital ratio oltre il 20%.
]]>Formare l’intelligenza emotiva del personale. In linea con gli obiettivi di parità di genere del Piano Industriale al 2025, BPER Banca ha avviato lo scorso anno un percorso formativo sulla intelligenza emotiva, rivolto a tutti i dipendenti del Gruppo.
L’intelligenza emotiva è uno strumento essenziale per comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle altrui.
L’iniziativa mira quindi a promuovere l’interdipendenza, la relazione e l’empatia in azienda, per creare un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso delle diversità.
Il programma formativo sarà strutturato in modo da offrire ai partecipanti strumenti pratici e strategie per migliorare la consapevolezza emotiva, la gestione dello stress e la capacità di comunicare in modo efficace.
«Siamo molto soddisfatti di aver presentato ieri, nel corso di un importante appuntamento promosso dall’ABI, il nostro programma sull’intelligenza emotiva, un passo significativo nel promuovere un ambiente di lavoro inclusivo – afferma Giuseppe Corni, Chief Human Resource Officer di BPER Banca.
Investire nelle competenze emotive dei nostri dipendenti contribuirà infatti non solo al loro benessere, ma anche a costruire una cultura aziendale più rispettosa e di valore. Questa iniziativa riflette il nostro impegno concreto per la parità di genere e l’inclusione, sostenendo la diversità come una risorsa fondamentale.
Con questo programma miriamo a coltivare una squadra che eccelle non solo nelle competenze professionali, ma anche nella comprensione e gestione delle emozioni».
BPER è infine tra le banche firmatarie del protocollo d'intesa sottoscritto alla fine dello scorso anno tra il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e l'Associazione Bancaria Italiana (ABI), che mira a prevenire e contrastare la violenza contro le donne e a supportare l’inclusione finanziaria e il superamento delle differenze legate al genere.
]]>Formare l’intelligenza emotiva del personale. In linea con gli obiettivi di parità di genere del Piano Industriale al 2025, BPER Banca ha avviato lo scorso anno un percorso formativo sulla intelligenza emotiva, rivolto a tutti i dipendenti del Gruppo.
L’intelligenza emotiva è uno strumento essenziale per comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle altrui.
L’iniziativa mira quindi a promuovere l’interdipendenza, la relazione e l’empatia in azienda, per creare un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso delle diversità.
Il programma formativo sarà strutturato in modo da offrire ai partecipanti strumenti pratici e strategie per migliorare la consapevolezza emotiva, la gestione dello stress e la capacità di comunicare in modo efficace.
«Siamo molto soddisfatti di aver presentato ieri, nel corso di un importante appuntamento promosso dall’ABI, il nostro programma sull’intelligenza emotiva, un passo significativo nel promuovere un ambiente di lavoro inclusivo – afferma Giuseppe Corni, Chief Human Resource Officer di BPER Banca.
Investire nelle competenze emotive dei nostri dipendenti contribuirà infatti non solo al loro benessere, ma anche a costruire una cultura aziendale più rispettosa e di valore. Questa iniziativa riflette il nostro impegno concreto per la parità di genere e l’inclusione, sostenendo la diversità come una risorsa fondamentale.
Con questo programma miriamo a coltivare una squadra che eccelle non solo nelle competenze professionali, ma anche nella comprensione e gestione delle emozioni».
BPER è infine tra le banche firmatarie del protocollo d'intesa sottoscritto alla fine dello scorso anno tra il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e l'Associazione Bancaria Italiana (ABI), che mira a prevenire e contrastare la violenza contro le donne e a supportare l’inclusione finanziaria e il superamento delle differenze legate al genere.
]]>I pagamenti contactless possono semplificare l’accesso al TPL e incentivarne l’uso tanto che gli esperti si aspettano una sempre più fitta integrazione tra il contactless e soluzioni di mobilità integrata.
A rivelarlo è la ricerca Visa "I pagamenti digitali in mobilità” secondo la quale già uno su tre fra gli italiani intervistati (28%) paga digitalmente i trasporti pubblici, utilizzando una carta fisica o virtualizzata (digital wallet).
Pratico e sicuro, il contactless permette un accesso rapido e semplice ai servizi di mobilità urbana, rendendo uniforme l’esperienza di pagamento per il trasporto pubblico in tutto il mondo.
Nel campione intervistato, i vantaggi riconosciuti da coloro che si affidano al pagamento contactless sono, in primis, la comodità dell’acquisto del biglietto senza contanti (46%), seguito dalla facilità d’uso (45%), dalla velocità del pagamento (41%) e dalla salvaguardia dell’ambiente (33%).
Considerato che il 72% degli italiani intervistati si è detto aperto alle innovazioni tecnologiche che semplificano l'esperienza di pagamento nei trasporti, la percentuale di adozione è potenzialmente destinata a crescere, tenuto conto che solo il 20% ritiene che il contante rimarrà la forma di pagamento preferita.
Tra i fattori principali che ne incrementeranno la diffusione rientrano la disponibilità di maggiori informazioni sulle modalità di funzionamento e sui costi del servizio.
La ricerca evidenzia altresì i fattori che vanno a limitare l’utilizzo dei pagamenti contacless. Sul podio troviamo la scarsa informazione. Per Visa, 7 italiani su 10 che attualmente non utilizzano il servizio vorrebbero conoscerne meglio i vari aspetti e i soggetti che riconoscono come più autorevoli da cui ricevere questa tipologia di informazioni sono l’azienda di trasporto locale (54%) e il Comune (28%), tramite campagne di comunicazione sui mezzi di trasporto.
«Il pagamento contactless sta diventando un processo universale che semplifica l'esperienza di trasporto pubblico in tutto il mondo – sottolinea Stefano M. Stoppani, Country Manager di Visa in Italia.
Sarà possibile accedere alle varie aree urbane con la garanzia della miglior tariffa anche quando non si conosce il sistema o non si parla la lingua locale: il contactless offre essenzialmente la stessa esperienza d'uso, semplice, veloce, intelligente e sicura, ovunque si vada, creando un modo di spostarsi sulla rete di trasporto pubblica conveniente, facile e amico dell’ambiente.
Ma perché il più ampio numero di utenti possa beneficiarne, bisogna collaborare a livello di ecosistema per colmare il gap di informazione e far conoscere a tutti questo servizio.
Il pagamento contactless elimina il problema delle code alle biglietterie o ai distributori automatici per acquistare o ricaricare i biglietti di viaggio tutti vantaggi apprezzati non solo dai cittadini ma anche dai turisti, soprattutto se pensiamo a grandi eventi che si terranno nel nostro Paese quali il Giubileo o le Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Milano Cortina 2026 in cui la mobilità intelligente rappresenterà un fattore rilevante per l’accoglienza turistica».
Il servizio contactless è valutato positivamente dal 75% di coloro che ne fanno uso. Dallo studio emergono ulteriori aree di miglioramento suggerite dagli utenti stessi, tra queste la disponibilità di lettori contactless su tutti i mezzi di superficie (indicata dal 35% degli intervistati) e su più tornelli della metropolitana (25%), l’abilitazione di funzionalità multi-passeggero (32%), l’accettazione di tutte le tipologie di carte sul tornello (32%), oltre che la presenza di un lettore sempre funzionante per l’accettazione dei pagamenti contactless sui mezzi pubblici (34%).
Tra le leve che potrebbero incentivare l’utilizzo del contactless, il 45% dei non utilizzatori del servizio ha indicato il cash back sui biglietti acquistati, il 43% una maggiore informazione sulla sicurezza e le modalità di fruizione, mentre il 38% la gratuità sul primo biglietto.
«Il passo successivo – conclude Stoppani – sarà la possibilità, attraverso un unico strumento di pagamento, di accedere a una mobilità integrata che comprenda servizi di trasporto pubblico e privato in modalità Mobility as a Service (es: treni, bus, taxi, car/scooter/bike sharing, etc.).
Ancora una volta il coordinamento a livello di ecosistema politico e industriale è cruciale per la realizzazione di questo obiettivo».
In questo contesto, più della metà degli intervistati (63%) si è dimostrata aperta all’opportunità, con una propensione più alta tra coloro che già utilizzano il servizio contactless (80%).
Gli interessati all’abilitazione di una tariffa unica vorrebbero, insieme ai servizi di trasporto pubblico, il pagamento dei parcheggi di auto, moto o scooter (55%), il servizio di car sharing (38%) e di bike sharing (36%), oltre che le corse dei taxi (34%).
]]>I pagamenti contactless possono semplificare l’accesso al TPL e incentivarne l’uso tanto che gli esperti si aspettano una sempre più fitta integrazione tra il contactless e soluzioni di mobilità integrata.
A rivelarlo è la ricerca Visa "I pagamenti digitali in mobilità” secondo la quale già uno su tre fra gli italiani intervistati (28%) paga digitalmente i trasporti pubblici, utilizzando una carta fisica o virtualizzata (digital wallet).
Pratico e sicuro, il contactless permette un accesso rapido e semplice ai servizi di mobilità urbana, rendendo uniforme l’esperienza di pagamento per il trasporto pubblico in tutto il mondo.
Nel campione intervistato, i vantaggi riconosciuti da coloro che si affidano al pagamento contactless sono, in primis, la comodità dell’acquisto del biglietto senza contanti (46%), seguito dalla facilità d’uso (45%), dalla velocità del pagamento (41%) e dalla salvaguardia dell’ambiente (33%).
Considerato che il 72% degli italiani intervistati si è detto aperto alle innovazioni tecnologiche che semplificano l'esperienza di pagamento nei trasporti, la percentuale di adozione è potenzialmente destinata a crescere, tenuto conto che solo il 20% ritiene che il contante rimarrà la forma di pagamento preferita.
Tra i fattori principali che ne incrementeranno la diffusione rientrano la disponibilità di maggiori informazioni sulle modalità di funzionamento e sui costi del servizio.
La ricerca evidenzia altresì i fattori che vanno a limitare l’utilizzo dei pagamenti contacless. Sul podio troviamo la scarsa informazione. Per Visa, 7 italiani su 10 che attualmente non utilizzano il servizio vorrebbero conoscerne meglio i vari aspetti e i soggetti che riconoscono come più autorevoli da cui ricevere questa tipologia di informazioni sono l’azienda di trasporto locale (54%) e il Comune (28%), tramite campagne di comunicazione sui mezzi di trasporto.
«Il pagamento contactless sta diventando un processo universale che semplifica l'esperienza di trasporto pubblico in tutto il mondo – sottolinea Stefano M. Stoppani, Country Manager di Visa in Italia.
Sarà possibile accedere alle varie aree urbane con la garanzia della miglior tariffa anche quando non si conosce il sistema o non si parla la lingua locale: il contactless offre essenzialmente la stessa esperienza d'uso, semplice, veloce, intelligente e sicura, ovunque si vada, creando un modo di spostarsi sulla rete di trasporto pubblica conveniente, facile e amico dell’ambiente.
Ma perché il più ampio numero di utenti possa beneficiarne, bisogna collaborare a livello di ecosistema per colmare il gap di informazione e far conoscere a tutti questo servizio.
Il pagamento contactless elimina il problema delle code alle biglietterie o ai distributori automatici per acquistare o ricaricare i biglietti di viaggio tutti vantaggi apprezzati non solo dai cittadini ma anche dai turisti, soprattutto se pensiamo a grandi eventi che si terranno nel nostro Paese quali il Giubileo o le Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Milano Cortina 2026 in cui la mobilità intelligente rappresenterà un fattore rilevante per l’accoglienza turistica».
Il servizio contactless è valutato positivamente dal 75% di coloro che ne fanno uso. Dallo studio emergono ulteriori aree di miglioramento suggerite dagli utenti stessi, tra queste la disponibilità di lettori contactless su tutti i mezzi di superficie (indicata dal 35% degli intervistati) e su più tornelli della metropolitana (25%), l’abilitazione di funzionalità multi-passeggero (32%), l’accettazione di tutte le tipologie di carte sul tornello (32%), oltre che la presenza di un lettore sempre funzionante per l’accettazione dei pagamenti contactless sui mezzi pubblici (34%).
Tra le leve che potrebbero incentivare l’utilizzo del contactless, il 45% dei non utilizzatori del servizio ha indicato il cash back sui biglietti acquistati, il 43% una maggiore informazione sulla sicurezza e le modalità di fruizione, mentre il 38% la gratuità sul primo biglietto.
«Il passo successivo – conclude Stoppani – sarà la possibilità, attraverso un unico strumento di pagamento, di accedere a una mobilità integrata che comprenda servizi di trasporto pubblico e privato in modalità Mobility as a Service (es: treni, bus, taxi, car/scooter/bike sharing, etc.).
Ancora una volta il coordinamento a livello di ecosistema politico e industriale è cruciale per la realizzazione di questo obiettivo».
In questo contesto, più della metà degli intervistati (63%) si è dimostrata aperta all’opportunità, con una propensione più alta tra coloro che già utilizzano il servizio contactless (80%).
Gli interessati all’abilitazione di una tariffa unica vorrebbero, insieme ai servizi di trasporto pubblico, il pagamento dei parcheggi di auto, moto o scooter (55%), il servizio di car sharing (38%) e di bike sharing (36%), oltre che le corse dei taxi (34%).
]]>Le neobanche, o digital bank, sono oggi una parte importante del settore fintech.
Inizialmente lodate per la loro capacità dirompente di sfidare le banche tradizionali attraverso nuovi modelli commerciali esclusivi online, commissioni più basse e tassi di interesse più elevati, queste banche digitali stanno ora affrontando un maggiore controllo da parte delle autorità di regolamentazione.
Come le banche tradizionali e nonostante le loro origini tecnologiche, le neobanche devono attenersi a un ampio ventaglio di obblighi normativi per garantire la sicurezza e la solidità del sistema finanziario.
Tali obblighi possono variare a seconda del Paese e della regione, ma in genere riguardano i requisiti di capitale e liquidità (Basilea III), la gestione del rischio (di credito, di mercato, operativo), l'antiriciclaggio (AML - Anti Money Laundering), la conoscenza del cliente (KYC – Know Your Customer), la protezione dei consumatori, la sicurezza informatica, etc.
Garantire la conformità ai vari obblighi normativi è già una sfida complessa per le banche tradizionali e per le neobanche lo è ancora di più.
Eventi recenti, come il fallimento di Wirecard e FTX e gli scandali delle banche Revolut, N26, Monzo e Starling, le hanno portate sotto i riflettori per i loro errori di conformità.
Come alcuni predecessori affermati prima di loro, sono finiti sulle prime pagine dei giornali e sono diventati il bersaglio delle autorità di regolamentazione per la scarsa gestione della conformità, in particolare per quanto riguarda i processi antiriciclaggio e di conoscenza del cliente.
Tutto questo rappresenta un importante campanello d'allarme per le neobanche, che devono prestare la massima attenzione ai severi obblighi normativi del settore finanziario.
La posta in gioco è altissima: la mancata conformità può comportare multe salate, l'impossibilità di operare in aree geografiche specifiche, danni alla reputazione, la revoca della licenza bancaria e persino il fallimento.
Affrontare la conformità normativa, costruire la fiducia dei clienti e gestire la cybersecurity rimanendo all'avanguardia della tecnologia sono le principali sfide che le digital bank devono affrontare oggi nel loro percorso verso un futuro sostenibile e di successo.
Inizialmente apprezzate dai clienti per il loro modello di business esclusivamente online, le digital bank sono ora alle prese con i limiti intrinseci di questo particolare approccio.
La mancanza di una presenza fisica e il personale ridotto, pur permettendo di fornire servizi bancari molto convenienti e facili da usare a costi ridotti, ha creato delle sfide, soprattutto per quanto riguarda la gestione della conformità normativa.
L'emergere delle neobanche in Europa ha innegabilmente avuto un impatto profondo sul settore finanziario. Tuttavia, le loro recenti battute d'arresto e il controllo normativo hanno sottolineato l’importanza nel dare priorità alla gestione del rischio e della compliance.
Di conseguenza, un numero sempre maggiore di queste nuove istituzioni finanziarie sta investendo in modo significativo in soluzioni di compliance per gestire i propri rischi; in definitiva, devono rispettare gli stessi standard delle banche tradizionali per continuare a crescere e rimanere affidabili agli occhi delle autorità di regolamentazione e dell'opinione pubblica.
Navigare nel complesso panorama della conformità normativa può rappresentare una sfida significativa per le neobanche.
Tuttavia, alcune hanno affrontato questa sfida con un approccio graduale, che richiede una forte collaborazione tra i diversi reparti, in particolare tra le operazioni e i team di Governance, Risk e Compliance (GRC). Questo approccio può essere sintetizzato in tre fasi essenziali:
È il fondamento di una buona compliance. Il suo obiettivo primario è quello di stabilire e mantenere una documentazione completa dei processi, dimostrando che sta seguendo le procedure stabilite in conformità alle leggi e ai regolamenti. A tal fine, le neobanche utilizzano in genere strumenti di modellazione allineati agli standard BPMN (Business Process Modeling Notation) per facilitare la documentazione, l'allineamento e l'archiviazione della miriade di processi impiegati nell'organizzazione.
Sfruttando lo sforzo di documentazione dei processi stabilito nella fase 1, le neobanche sono ora ben equipaggiate con una chiara visione delle loro operazioni. Con questa maggiore visibilità, possono intraprendere la fase critica di valutazione del rischio, idealmente con lo stesso strumento. Ciò comporta l'identificazione delle lacune normative e l'implementazione delle procedure di mitigazione e dei piani d'azione necessari. Affrontando proattivamente questi rischi, le neobanche non solo migliorano la loro conformità normativa, ma anche la loro resilienza complessiva.
Partendo dalla solida base stabilita nelle fasi 1 e 2, che funge da schema completo dei processi della digital bank, con i rischi associati, i controlli di mitigazione e i livelli di valutazione, il team di revisione interna può intraprendere audit approfonditi per fornire una garanzia indipendente sul quadro di gestione del rischio e della conformità della neobanca.
Per affrontare efficacemente il panorama intricato e in continua evoluzione della compliance normativa, le neobanche devono ora fondere l'innovazione del loro approccio con i metodi tradizionali impiegati dalle istituzioni consolidate e costruire così un solido quadro di compliance che non solo favorisca la fiducia e la credibilità nei confronti di autorità di regolamentazione e clienti, ma che le posizioni efficacemente per una crescita e un successo sostenibili.
]]>Le neobanche, o digital bank, sono oggi una parte importante del settore fintech.
Inizialmente lodate per la loro capacità dirompente di sfidare le banche tradizionali attraverso nuovi modelli commerciali esclusivi online, commissioni più basse e tassi di interesse più elevati, queste banche digitali stanno ora affrontando un maggiore controllo da parte delle autorità di regolamentazione.
Come le banche tradizionali e nonostante le loro origini tecnologiche, le neobanche devono attenersi a un ampio ventaglio di obblighi normativi per garantire la sicurezza e la solidità del sistema finanziario.
Tali obblighi possono variare a seconda del Paese e della regione, ma in genere riguardano i requisiti di capitale e liquidità (Basilea III), la gestione del rischio (di credito, di mercato, operativo), l'antiriciclaggio (AML - Anti Money Laundering), la conoscenza del cliente (KYC – Know Your Customer), la protezione dei consumatori, la sicurezza informatica, etc.
Garantire la conformità ai vari obblighi normativi è già una sfida complessa per le banche tradizionali e per le neobanche lo è ancora di più.
Eventi recenti, come il fallimento di Wirecard e FTX e gli scandali delle banche Revolut, N26, Monzo e Starling, le hanno portate sotto i riflettori per i loro errori di conformità.
Come alcuni predecessori affermati prima di loro, sono finiti sulle prime pagine dei giornali e sono diventati il bersaglio delle autorità di regolamentazione per la scarsa gestione della conformità, in particolare per quanto riguarda i processi antiriciclaggio e di conoscenza del cliente.
Tutto questo rappresenta un importante campanello d'allarme per le neobanche, che devono prestare la massima attenzione ai severi obblighi normativi del settore finanziario.
La posta in gioco è altissima: la mancata conformità può comportare multe salate, l'impossibilità di operare in aree geografiche specifiche, danni alla reputazione, la revoca della licenza bancaria e persino il fallimento.
Affrontare la conformità normativa, costruire la fiducia dei clienti e gestire la cybersecurity rimanendo all'avanguardia della tecnologia sono le principali sfide che le digital bank devono affrontare oggi nel loro percorso verso un futuro sostenibile e di successo.
Inizialmente apprezzate dai clienti per il loro modello di business esclusivamente online, le digital bank sono ora alle prese con i limiti intrinseci di questo particolare approccio.
La mancanza di una presenza fisica e il personale ridotto, pur permettendo di fornire servizi bancari molto convenienti e facili da usare a costi ridotti, ha creato delle sfide, soprattutto per quanto riguarda la gestione della conformità normativa.
L'emergere delle neobanche in Europa ha innegabilmente avuto un impatto profondo sul settore finanziario. Tuttavia, le loro recenti battute d'arresto e il controllo normativo hanno sottolineato l’importanza nel dare priorità alla gestione del rischio e della compliance.
Di conseguenza, un numero sempre maggiore di queste nuove istituzioni finanziarie sta investendo in modo significativo in soluzioni di compliance per gestire i propri rischi; in definitiva, devono rispettare gli stessi standard delle banche tradizionali per continuare a crescere e rimanere affidabili agli occhi delle autorità di regolamentazione e dell'opinione pubblica.
Navigare nel complesso panorama della conformità normativa può rappresentare una sfida significativa per le neobanche.
Tuttavia, alcune hanno affrontato questa sfida con un approccio graduale, che richiede una forte collaborazione tra i diversi reparti, in particolare tra le operazioni e i team di Governance, Risk e Compliance (GRC). Questo approccio può essere sintetizzato in tre fasi essenziali:
È il fondamento di una buona compliance. Il suo obiettivo primario è quello di stabilire e mantenere una documentazione completa dei processi, dimostrando che sta seguendo le procedure stabilite in conformità alle leggi e ai regolamenti. A tal fine, le neobanche utilizzano in genere strumenti di modellazione allineati agli standard BPMN (Business Process Modeling Notation) per facilitare la documentazione, l'allineamento e l'archiviazione della miriade di processi impiegati nell'organizzazione.
Sfruttando lo sforzo di documentazione dei processi stabilito nella fase 1, le neobanche sono ora ben equipaggiate con una chiara visione delle loro operazioni. Con questa maggiore visibilità, possono intraprendere la fase critica di valutazione del rischio, idealmente con lo stesso strumento. Ciò comporta l'identificazione delle lacune normative e l'implementazione delle procedure di mitigazione e dei piani d'azione necessari. Affrontando proattivamente questi rischi, le neobanche non solo migliorano la loro conformità normativa, ma anche la loro resilienza complessiva.
Partendo dalla solida base stabilita nelle fasi 1 e 2, che funge da schema completo dei processi della digital bank, con i rischi associati, i controlli di mitigazione e i livelli di valutazione, il team di revisione interna può intraprendere audit approfonditi per fornire una garanzia indipendente sul quadro di gestione del rischio e della conformità della neobanca.
Per affrontare efficacemente il panorama intricato e in continua evoluzione della compliance normativa, le neobanche devono ora fondere l'innovazione del loro approccio con i metodi tradizionali impiegati dalle istituzioni consolidate e costruire così un solido quadro di compliance che non solo favorisca la fiducia e la credibilità nei confronti di autorità di regolamentazione e clienti, ma che le posizioni efficacemente per una crescita e un successo sostenibili.
]]>Il 23% di chi di recente ha ottenuto credito da Banca Etica ha subito un rifiuto da un altro istituto. La finanza etica cresce bene e performa anche meglio di quella tradizionale; è capace di garantire un maggiore accesso al credito e dimostra la solidità dell’economia sociale del nostro Paese.
Questa la fotografia scattata dalla ricerca “Azionisti del bene comune. 25 anni per la pace l’ambiente e l’inclusione” a cura di AICCON (Centro Studi promosso dall'Università di Bologna) per i 25 anni di attività di Banca Etica, realizzata su un campione di 3.795 clienti fra persone fisiche e giuridiche.
Oggi in Italia Banca Etica è l’unico istituto che opera esclusivamente nel campo della finanza etica e conta oltre 48mila persone e organizzazioni socie (+ 23% rispetto al 2012).
Il patrimonio è di oltre 180 milioni e il capitale sociale oggi ammonta a oltre 92 milioni di euro e, guardando solo all’ultimo decennio, ha registrato una crescita media annua del +7,1% contro lo 0,4% del sistema bancario in generale.
Complessivamente tra il 2007 al 2023 il capitale sociale di Banca Etica ha registrato un +375% contro il +29% del sistema bancario tradizionale.
Il tasso di crescita dei depositi di Banca Etica è aumentato mediamente nello stesso periodo del 13,8% annuo, contro l’8% medio annuo del sistema italiano.
Con l’ampliamento del numero di clienti e la crescita del capitale, è aumentato anche il credito concesso a organizzazioni e persone, un valore, questo, in costante crescita negli ultimi 25 anni per un totale aggiornato al 2023 di 1,2 miliardi di euro e con un tasso medio annuo del +9,7% mentre il volume dei crediti erogati dal sistema bancario nel suo insieme è rimasto praticamente invariato nello stesso periodo includendo anche periodi di vero credit crunch.
Andamento positivo anche per titoli e altri investimenti finanziari, che vanno ad aggiungersi per un totale di ulteriori 1,3 miliardi di euro.
Inoltre, tra coloro che hanno chiesto e ottenuto un finanziamento da Banca Etica, il 9% delle persone e il 10% delle organizzazioni si era già visto rifiutare prima una richiesta di finanziamento da un’altra banca, percentuale quest’ultima che nel caso di organizzazioni non socie della Banca e sale fino al 41,7%.
Il dato sembra essere indirettamente proporzionale alla longevità della relazione con la Banca: in caso di clienti che vantano una relazione piuttosto giovane con la Banca (un massimo di 5 anni) si vede che la percentuale di chi si era visto rifiutare un credito prima di riceverlo da Banca Etica sale fino 23% in media (17% per le persone e 30% per le organizzazioni).
Guardando ai maggiori indicatori di stabilità patrimoniale bancaria, Banca Etica nel 2023 presenta un CET1 ratio, pari a 20,8% e un Total Capital Ratio pari a 25,3%, contro rispettivamente una media del 16,98% e del 18,67% registrati a giugno 2023 dal sistema bancario italiano.
Secondo l’analisi, le sofferenze (ovvero la percentuale di crediti che difficilmente saranno recuperati) per Banca Etica sono stabilmente molto al di sotto rispetto alla media del sistema bancario.
Nel 2023 ad esempio i crediti in sofferenza per Banca Etica si sono attestate sullo 0,23% contro una media del sistema bancario italiano di 1,05%.
Qualche anno prima, nel 2019 Banca Etica registrava sofferenze per lo 0,64% contro una media del sistema bancario dell'1,58%.
«I risultati di Banca Etica possono essere letti come il successo di tutto il comparto dell’economia sociale italiana. Banca Etica è nata nel 1999 dall’impegno delle principali reti della società civile italiana, quelle stesse reti che tutt’oggi sono i nostri soci di riferimento. Venticinque anni fa in molti credevano che il terzo settore non fosse bancabile: abbiamo dimostrato che non è così.
Intanto il mondo è cambiato e alla dicotomia tra imprese profit e nonprofit si è aggiunta la vasta sfera delle imprese sociali che coniugano i principi dell’efficienza di impresa con il perseguimento di obiettivi di interesse collettivo come la tutela dell’ambiente, la difesa dei diritti dei lavoratori e di tutte le persone e le comunità impattate dalle attività economiche. Lo stesso terzo settore è diventato più imprenditoriale senza perdere la sua vocazione.
Banca Etica è stata un precursore e un acceleratore di queste trasformazioni, riuscendo a contagiare il resto del sistema economico, sociale e finanziario - e lo stesso sistema normativo - che oggi guarda con sempre maggiore attenzione agli impatti sociali e ambientali delle attività di impresa. Al netto dei rischi di greenwashing e social-washing che vanno gestiti e arginati, possiamo dire che il cambiamento è avviato. Ma ancora bisogno di molte energie per farsi sistema e per contrastare gli effetti più nefasti del capitalismo sfrenato.
Gli attori che genuinamente mettono la giustizia socio-ambientale al centro del proprio agire devono sempre più fare rete e coinvolgere le nuove generazioni che sono sempre più attente a questi temi, ma che devono essere messe in condizione di partecipare attivamente alla costruzione e diffusione di nuovi modelli economici. A questo saranno dedicati i nostri sforzi per i prossimi anni, anche in un contesto normativo sempre più stringente», commenta la Presidente di Banca Etica, Anna Fasano.
Negli ultimi 20 anni l’azione di Banca Etica si è estesa all'attività di investimento con la nascita della società di gestione del risparmio Etica Sgr e la creazione di un Gruppo Bancario.
Etica Sgr propone una metodologia proprietaria - ESG EticApproach - che prevede un doppio screening volto a individuare al contempo i Paesi e le aziende più virtuosi dal punto di vista socio-ambientale e più attente al benessere collettivo.
La ricerca AICCON mostra come, al pari della banca, anche Etica Sgr ha registrato un'importante crescita del patrimonio gestito che nel 2023 ha raggiunto 7,4 miliardi di euro, con un ritmo del +20% medio annuo.
La ricerca evidenzia la capacità di Banca Etica di condividere la propria mission con i suoi soci: il 98% degli intervistati sostiene che la distintività del Gruppo Banca Etica emerga rispetto a quella degli altri gruppi bancari e il 96% afferma che l’azione condotta sia coerente, e dunque mantenga fede, ai principi e valori cui aderisce e che promuove.
In particolare, però, gli stakeholder rilevano una funzione di capacity building svolta dalla Banca in materia di educazione finanziaria: più di 1 persona su 3 (38,79%) sostiene di conoscere i propri diritti come risparmiatori/risparmiatrici oggi meglio di quando non erano in relazione con Banca Etica e allo stesso modo quasi 1 organizzazione su 3 (30,88%) rileva di conoscere meglio i propri diritti come cliente di una banca.
Oltre a ciò, più di 1 persona su 3 (34,88%) e 3 organizzazioni su 10 (29,03%) sentono di aver acquisito una miglior conoscenza degli strumenti e del linguaggio finanziario.
]]>Il 23% di chi di recente ha ottenuto credito da Banca Etica ha subito un rifiuto da un altro istituto. La finanza etica cresce bene e performa anche meglio di quella tradizionale; è capace di garantire un maggiore accesso al credito e dimostra la solidità dell’economia sociale del nostro Paese.
Questa la fotografia scattata dalla ricerca “Azionisti del bene comune. 25 anni per la pace l’ambiente e l’inclusione” a cura di AICCON (Centro Studi promosso dall'Università di Bologna) per i 25 anni di attività di Banca Etica, realizzata su un campione di 3.795 clienti fra persone fisiche e giuridiche.
Oggi in Italia Banca Etica è l’unico istituto che opera esclusivamente nel campo della finanza etica e conta oltre 48mila persone e organizzazioni socie (+ 23% rispetto al 2012).
Il patrimonio è di oltre 180 milioni e il capitale sociale oggi ammonta a oltre 92 milioni di euro e, guardando solo all’ultimo decennio, ha registrato una crescita media annua del +7,1% contro lo 0,4% del sistema bancario in generale.
Complessivamente tra il 2007 al 2023 il capitale sociale di Banca Etica ha registrato un +375% contro il +29% del sistema bancario tradizionale.
Il tasso di crescita dei depositi di Banca Etica è aumentato mediamente nello stesso periodo del 13,8% annuo, contro l’8% medio annuo del sistema italiano.
Con l’ampliamento del numero di clienti e la crescita del capitale, è aumentato anche il credito concesso a organizzazioni e persone, un valore, questo, in costante crescita negli ultimi 25 anni per un totale aggiornato al 2023 di 1,2 miliardi di euro e con un tasso medio annuo del +9,7% mentre il volume dei crediti erogati dal sistema bancario nel suo insieme è rimasto praticamente invariato nello stesso periodo includendo anche periodi di vero credit crunch.
Andamento positivo anche per titoli e altri investimenti finanziari, che vanno ad aggiungersi per un totale di ulteriori 1,3 miliardi di euro.
Inoltre, tra coloro che hanno chiesto e ottenuto un finanziamento da Banca Etica, il 9% delle persone e il 10% delle organizzazioni si era già visto rifiutare prima una richiesta di finanziamento da un’altra banca, percentuale quest’ultima che nel caso di organizzazioni non socie della Banca e sale fino al 41,7%.
Il dato sembra essere indirettamente proporzionale alla longevità della relazione con la Banca: in caso di clienti che vantano una relazione piuttosto giovane con la Banca (un massimo di 5 anni) si vede che la percentuale di chi si era visto rifiutare un credito prima di riceverlo da Banca Etica sale fino 23% in media (17% per le persone e 30% per le organizzazioni).
Guardando ai maggiori indicatori di stabilità patrimoniale bancaria, Banca Etica nel 2023 presenta un CET1 ratio, pari a 20,8% e un Total Capital Ratio pari a 25,3%, contro rispettivamente una media del 16,98% e del 18,67% registrati a giugno 2023 dal sistema bancario italiano.
Secondo l’analisi, le sofferenze (ovvero la percentuale di crediti che difficilmente saranno recuperati) per Banca Etica sono stabilmente molto al di sotto rispetto alla media del sistema bancario.
Nel 2023 ad esempio i crediti in sofferenza per Banca Etica si sono attestate sullo 0,23% contro una media del sistema bancario italiano di 1,05%.
Qualche anno prima, nel 2019 Banca Etica registrava sofferenze per lo 0,64% contro una media del sistema bancario dell'1,58%.
«I risultati di Banca Etica possono essere letti come il successo di tutto il comparto dell’economia sociale italiana. Banca Etica è nata nel 1999 dall’impegno delle principali reti della società civile italiana, quelle stesse reti che tutt’oggi sono i nostri soci di riferimento. Venticinque anni fa in molti credevano che il terzo settore non fosse bancabile: abbiamo dimostrato che non è così.
Intanto il mondo è cambiato e alla dicotomia tra imprese profit e nonprofit si è aggiunta la vasta sfera delle imprese sociali che coniugano i principi dell’efficienza di impresa con il perseguimento di obiettivi di interesse collettivo come la tutela dell’ambiente, la difesa dei diritti dei lavoratori e di tutte le persone e le comunità impattate dalle attività economiche. Lo stesso terzo settore è diventato più imprenditoriale senza perdere la sua vocazione.
Banca Etica è stata un precursore e un acceleratore di queste trasformazioni, riuscendo a contagiare il resto del sistema economico, sociale e finanziario - e lo stesso sistema normativo - che oggi guarda con sempre maggiore attenzione agli impatti sociali e ambientali delle attività di impresa. Al netto dei rischi di greenwashing e social-washing che vanno gestiti e arginati, possiamo dire che il cambiamento è avviato. Ma ancora bisogno di molte energie per farsi sistema e per contrastare gli effetti più nefasti del capitalismo sfrenato.
Gli attori che genuinamente mettono la giustizia socio-ambientale al centro del proprio agire devono sempre più fare rete e coinvolgere le nuove generazioni che sono sempre più attente a questi temi, ma che devono essere messe in condizione di partecipare attivamente alla costruzione e diffusione di nuovi modelli economici. A questo saranno dedicati i nostri sforzi per i prossimi anni, anche in un contesto normativo sempre più stringente», commenta la Presidente di Banca Etica, Anna Fasano.
Negli ultimi 20 anni l’azione di Banca Etica si è estesa all'attività di investimento con la nascita della società di gestione del risparmio Etica Sgr e la creazione di un Gruppo Bancario.
Etica Sgr propone una metodologia proprietaria - ESG EticApproach - che prevede un doppio screening volto a individuare al contempo i Paesi e le aziende più virtuosi dal punto di vista socio-ambientale e più attente al benessere collettivo.
La ricerca AICCON mostra come, al pari della banca, anche Etica Sgr ha registrato un'importante crescita del patrimonio gestito che nel 2023 ha raggiunto 7,4 miliardi di euro, con un ritmo del +20% medio annuo.
La ricerca evidenzia la capacità di Banca Etica di condividere la propria mission con i suoi soci: il 98% degli intervistati sostiene che la distintività del Gruppo Banca Etica emerga rispetto a quella degli altri gruppi bancari e il 96% afferma che l’azione condotta sia coerente, e dunque mantenga fede, ai principi e valori cui aderisce e che promuove.
In particolare, però, gli stakeholder rilevano una funzione di capacity building svolta dalla Banca in materia di educazione finanziaria: più di 1 persona su 3 (38,79%) sostiene di conoscere i propri diritti come risparmiatori/risparmiatrici oggi meglio di quando non erano in relazione con Banca Etica e allo stesso modo quasi 1 organizzazione su 3 (30,88%) rileva di conoscere meglio i propri diritti come cliente di una banca.
Oltre a ciò, più di 1 persona su 3 (34,88%) e 3 organizzazioni su 10 (29,03%) sentono di aver acquisito una miglior conoscenza degli strumenti e del linguaggio finanziario.
]]>Patrizia SE ha nominato Pierluigi Scialanga come nuovo Country Manager per l’Italia.
Conserva inoltro la funzione di Responsabile delle transazioni per l’Italia, carica che ricopre dal 2018.
Prima del suo ingresso in Patrizia SE, Pierluigi Scialanga ha lavorato per Fortress Investment Group, dove era Responsabile dello Sviluppo del Business e presso Banca Imi, dove era Responsabile della strutturazione di finanziamenti per progetti infrastrutturali.
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Patrizia SE ha nominato Pierluigi Scialanga come nuovo Country Manager per l’Italia.
Conserva inoltro la funzione di Responsabile delle transazioni per l’Italia, carica che ricopre dal 2018.
Prima del suo ingresso in Patrizia SE, Pierluigi Scialanga ha lavorato per Fortress Investment Group, dove era Responsabile dello Sviluppo del Business e presso Banca Imi, dove era Responsabile della strutturazione di finanziamenti per progetti infrastrutturali.
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Quattro nuove coperture assicurative incluse nel canone, per i clienti HYPE Premium.
Grazie all’accordo con Wopta Assicurazioni, senza alcuna variazione di prezzo nel canone, i titolari del conto Premium possono contare su altre polizze aggiuntive, una nuova procedura di onboarding e assistenza clienti basata su AI generativa.
Sbarca su HYPE Premium la copertura per l’assistenza medica: dedicata a chi viaggia all’estero, offre assistenza su diversi aspetti che vanno dal rimborso di eventuali spese mediche e di rientro anticipato, sino alla possibilità di ricevere un consulto medico telefonico ovunque nel mondo, usufruire di un interprete gratuito e ricevere farmaci urgenti.
Inoltre, è attiva l’assistenza medica su tutto il territorio italiano: per residenti e viaggiatori.
Consente di usufruire di: consulto medico telefonico, invio di un medico o di un’ambulanza in caso di urgenza, trasferimento medico programmato, reperimento e consegna farmaci, prelievo campioni, consegna esito esami, assistenza infermieristica, invio fisioterapista e reperimento di presidi medico-chirurgici.
Attiva anche la protezione sul Cyber Risk che, oltre a fornire supporto tecnico in caso di virus o malware (ad esempio supporto alla rimozione dal proprio apparato), copre le spese legali relative a frodi digitali.
I nuovi servizi si integrano con quelli già disponibili per il conto Next, come la protezione acquisti, il miglior prezzo d’acquisto, protezione contro furti o rapine agli ATM.
HYPE ha inoltre potenziato l’esperienza dei clienti anche con una procedura di onboarding automatizzata, che riduce ulteriormente i tempi di registrazione garantendo sicurezza.
Sul lato assistenza clienti, inoltre, è stata introdotta la nuova Smart Chat, soluzione ibrida di tecniche di elaborazione del linguaggio naturale basate su AI generativa.
Puoi dialogare con un bot evoluto, istantaneo e disponibile 7 giorni su 7, che aumenta la precisione delle risposte per una risoluzione automatica del problema 3 volte su 4, passando la richiesta al customer care (telefonico o via WhatsApp) per le problematiche più complesse.
Smart Chat è stata addestrata per oltre 6 mesi e si perfeziona giorno dopo giorno.
Infine, oltre alle assicurazioni per assistenza medica, ritardo aereo, smarrimento bagagli e annullamento/interruzione viaggi, HYPE Premium abilita alla partecipazione al programma World Elite Mastercard.
Tra i diversi vantaggi (es. accesso in anteprima alla vendita biglietti per eventi e concerti), permette un numero illimitato di accessi a tariffa scontata in oltre 1.000 VIP Lounge negli aeroporti di tutto il mondo.
Questi elementi si sommano a quelli del conto, che prevede pagamenti e prelievi gratuiti ovunque e nessuna commissione per il cambio di valuta. L’offerta, nel suo complesso, rende il conto Premium ideale per chi viaggia per piacere o lavoro.
Per sapere di più su HYPE Premium e aprire il conto clicca sul link all'articolo dedicato.
]]>Quattro nuove coperture assicurative incluse nel canone, per i clienti HYPE Premium.
Grazie all’accordo con Wopta Assicurazioni, senza alcuna variazione di prezzo nel canone, i titolari del conto Premium possono contare su altre polizze aggiuntive, una nuova procedura di onboarding e assistenza clienti basata su AI generativa.
Sbarca su HYPE Premium la copertura per l’assistenza medica: dedicata a chi viaggia all’estero, offre assistenza su diversi aspetti che vanno dal rimborso di eventuali spese mediche e di rientro anticipato, sino alla possibilità di ricevere un consulto medico telefonico ovunque nel mondo, usufruire di un interprete gratuito e ricevere farmaci urgenti.
Inoltre, è attiva l’assistenza medica su tutto il territorio italiano: per residenti e viaggiatori.
Consente di usufruire di: consulto medico telefonico, invio di un medico o di un’ambulanza in caso di urgenza, trasferimento medico programmato, reperimento e consegna farmaci, prelievo campioni, consegna esito esami, assistenza infermieristica, invio fisioterapista e reperimento di presidi medico-chirurgici.
Attiva anche la protezione sul Cyber Risk che, oltre a fornire supporto tecnico in caso di virus o malware (ad esempio supporto alla rimozione dal proprio apparato), copre le spese legali relative a frodi digitali.
I nuovi servizi si integrano con quelli già disponibili per il conto Next, come la protezione acquisti, il miglior prezzo d’acquisto, protezione contro furti o rapine agli ATM.
HYPE ha inoltre potenziato l’esperienza dei clienti anche con una procedura di onboarding automatizzata, che riduce ulteriormente i tempi di registrazione garantendo sicurezza.
Sul lato assistenza clienti, inoltre, è stata introdotta la nuova Smart Chat, soluzione ibrida di tecniche di elaborazione del linguaggio naturale basate su AI generativa.
Puoi dialogare con un bot evoluto, istantaneo e disponibile 7 giorni su 7, che aumenta la precisione delle risposte per una risoluzione automatica del problema 3 volte su 4, passando la richiesta al customer care (telefonico o via WhatsApp) per le problematiche più complesse.
Smart Chat è stata addestrata per oltre 6 mesi e si perfeziona giorno dopo giorno.
Infine, oltre alle assicurazioni per assistenza medica, ritardo aereo, smarrimento bagagli e annullamento/interruzione viaggi, HYPE Premium abilita alla partecipazione al programma World Elite Mastercard.
Tra i diversi vantaggi (es. accesso in anteprima alla vendita biglietti per eventi e concerti), permette un numero illimitato di accessi a tariffa scontata in oltre 1.000 VIP Lounge negli aeroporti di tutto il mondo.
Questi elementi si sommano a quelli del conto, che prevede pagamenti e prelievi gratuiti ovunque e nessuna commissione per il cambio di valuta. L’offerta, nel suo complesso, rende il conto Premium ideale per chi viaggia per piacere o lavoro.
Per sapere di più su HYPE Premium e aprire il conto clicca sul link all'articolo dedicato.
]]>Plenisfer Investments SGR annuncia la nomina di Fabrizio Pasta come nuovo Head of Business Development.
Con una trentennale esperienza nell’asset management, occupandosi di origination, lancio, e raccolta di capitali, Fabrizio Pasta ha gestito l’espansione delle attività di realtà quali UBS AG e il gruppo bancario Ersel.
Nel suo nuovo ruolo lavorerà dalla sede milanese di Plenisfer, riportando direttamente al CEO Giordano Lombardo.
]]>Plenisfer Investments SGR annuncia la nomina di Fabrizio Pasta come nuovo Head of Business Development.
Con una trentennale esperienza nell’asset management, occupandosi di origination, lancio, e raccolta di capitali, Fabrizio Pasta ha gestito l’espansione delle attività di realtà quali UBS AG e il gruppo bancario Ersel.
Nel suo nuovo ruolo lavorerà dalla sede milanese di Plenisfer, riportando direttamente al CEO Giordano Lombardo.
]]>La licenza bancaria è arrivata a metà del 2021 e alla fine del 2023 Banca AideXa ha più che raddoppiato i volumi di finanziamenti erogati alle imprese: oltre 670 milioni di euro a più di 14mila clienti e 12 milioni di ricavi.
Delle imprese servite, circa 4mila sono micro e piccole imprese: segmento core per la Banca, che impiega i dati open banking, data analytics e intelligenza artificiale per erogare rapidamente credito alle imprese grazie a una valutazione accurata del profilo creditizio.
Un approccio completamente digitale, ma comunque arricchito dalla assistenza, in remoto, dei Business Banker.
«I dati del 2023 confermano il modello su cui si fonda AideXa: ovvero offrire credito industrializzato alle micro imprese, in linea con le società di credito al consumo arrivate vent’anni fa, come Compass e Agos, ma senza filiali – afferma Roberto Nicastro, Presidente di Banca AideXa. Ma ora scatta la fase due, quella di scale-up».
E per centrare l’obiettivo, Banca AideXa ha chiamato a bordo da inizio anno Marzio Pividori, ex Deutsche Bank e con ampia esperienza anche nel credito al consumo, in qualità di CEO.
«Le micro imprese in Italia sono poco servite dalle banche tradizionali, che non hanno processi snelli e si basano su un modello di presidio territoriale che si scontra con la desertificazione delle filiali alla quale stiamo assistendo – afferma Marzio Pividori, CEO di Banca AideXa. Noi puntiamo su dialogo da remoto, sull’onboarding digitale e su una rete di partner terzi, come Poste Italiane ad esempio ma anche altre banche come BAPR, che utilizzano la nostra soluzione in white label».
Per il nuovo anno in corso, AideXa a superare i 700 milioni di stock di crediti, raggiungere 30 milioni di euro di ricavi e contare su 72 risorse all’interno del reparto IT.
]]>La licenza bancaria è arrivata a metà del 2021 e alla fine del 2023 Banca AideXa ha più che raddoppiato i volumi di finanziamenti erogati alle imprese: oltre 670 milioni di euro a più di 14mila clienti e 12 milioni di ricavi.
Delle imprese servite, circa 4mila sono micro e piccole imprese: segmento core per la Banca, che impiega i dati open banking, data analytics e intelligenza artificiale per erogare rapidamente credito alle imprese grazie a una valutazione accurata del profilo creditizio.
Un approccio completamente digitale, ma comunque arricchito dalla assistenza, in remoto, dei Business Banker.
«I dati del 2023 confermano il modello su cui si fonda AideXa: ovvero offrire credito industrializzato alle micro imprese, in linea con le società di credito al consumo arrivate vent’anni fa, come Compass e Agos, ma senza filiali – afferma Roberto Nicastro, Presidente di Banca AideXa. Ma ora scatta la fase due, quella di scale-up».
E per centrare l’obiettivo, Banca AideXa ha chiamato a bordo da inizio anno Marzio Pividori, ex Deutsche Bank e con ampia esperienza anche nel credito al consumo, in qualità di CEO.
«Le micro imprese in Italia sono poco servite dalle banche tradizionali, che non hanno processi snelli e si basano su un modello di presidio territoriale che si scontra con la desertificazione delle filiali alla quale stiamo assistendo – afferma Marzio Pividori, CEO di Banca AideXa. Noi puntiamo su dialogo da remoto, sull’onboarding digitale e su una rete di partner terzi, come Poste Italiane ad esempio ma anche altre banche come BAPR, che utilizzano la nostra soluzione in white label».
Per il nuovo anno in corso, AideXa a superare i 700 milioni di stock di crediti, raggiungere 30 milioni di euro di ricavi e contare su 72 risorse all’interno del reparto IT.
]]>Qonto acquisisce la fintech francese Regate e punta a rafforzare la sua offerta per PMI e studi contabili.
L'operazione dovrebbe concludersi nelle prossime settimane, mentre i dipendenti di Regate andranno a confluire in una nuova business unit dedicata agli strumenti finanziari per commercialisti.
Grazie all'integrazione del prodotto e del team Regate, Qonto avrà ora una nuova offerta dedicata alle società contabili andando così a facilitare gli scambi tra le PMI e i loro partner contabili esterni.
Con il prodotto Regate integrato nell'offerta Qonto, i commercialisti potranno beneficiare di un'interfaccia condivisa e collaborativa con i loro clienti, da cui possono iniziare a generare voci contabili in pochi secondi.
Tutto questo è automatizzato, sfruttando i loro strumenti di contabilità esistenti, come i leader del mercato europeo Sage, Cegid o ACD.
Il team di 100 dipendenti di Regate sarà integrato con l'organizzazione Qonto esistente, che conta oggi 1.400 persone, come parte di una business unit dedicata che si concentra sugli strumenti finanziari per i commercialisti.
Questa unità sarà guidata dai due co-fondatori di Regate, Alexis Renard come Managing Director e Laura Pallier come Product Director.
]]>«La collaborazione con Regate ci consente di offrire la migliore soluzione finanziaria sul mercato sia per le PMI che per gli studi contabili. Non solo accelera ulteriormente la nostra crescita, ma rafforza anche in modo significativo la nostra leadership di mercato in contesto sempre più affollato.
Con la nostra nuova offerta dedicata, che include le partnership esistenti di Regate con leader del settore come Sage o Cegid, ora possiamo soddisfare perfettamente le esigenze dei commercialisti ed essere un vero partner, sia per loro che per le aziende con cui lavorano – spiega Alexandre Prot, CEO e co-founder di Qonto.
Non vediamo l'ora di dare il benvenuto a bordo al team Regate: guardando al loro impressionante percorso di crescita e ambizione, c'è una grande compatibilità con i nostri 1.400 Qontoer».
«Siamo davvero entusiasti di questa opportunità unica di unirci a Qonto e plasmare il futuro di un vero leader fintech europeo insieme come un'unica squadra.
Sono convinta che possiamo essere parte integrante di questa storia di successo, non solo arricchendo l'offerta di soluzioni, ma anche portando ulteriore esperienza e competenza nel settore finanziario e contabile al team: è una vera vittoria per i clienti sia di Qonto che di Regate», afferma Laura Pallier, co-founder di Regate.
Qonto acquisisce la fintech francese Regate e punta a rafforzare la sua offerta per PMI e studi contabili.
L'operazione dovrebbe concludersi nelle prossime settimane, mentre i dipendenti di Regate andranno a confluire in una nuova business unit dedicata agli strumenti finanziari per commercialisti.
Grazie all'integrazione del prodotto e del team Regate, Qonto avrà ora una nuova offerta dedicata alle società contabili andando così a facilitare gli scambi tra le PMI e i loro partner contabili esterni.
Con il prodotto Regate integrato nell'offerta Qonto, i commercialisti potranno beneficiare di un'interfaccia condivisa e collaborativa con i loro clienti, da cui possono iniziare a generare voci contabili in pochi secondi.
Tutto questo è automatizzato, sfruttando i loro strumenti di contabilità esistenti, come i leader del mercato europeo Sage, Cegid o ACD.
Il team di 100 dipendenti di Regate sarà integrato con l'organizzazione Qonto esistente, che conta oggi 1.400 persone, come parte di una business unit dedicata che si concentra sugli strumenti finanziari per i commercialisti.
Questa unità sarà guidata dai due co-fondatori di Regate, Alexis Renard come Managing Director e Laura Pallier come Product Director.
]]>«La collaborazione con Regate ci consente di offrire la migliore soluzione finanziaria sul mercato sia per le PMI che per gli studi contabili. Non solo accelera ulteriormente la nostra crescita, ma rafforza anche in modo significativo la nostra leadership di mercato in contesto sempre più affollato.
Con la nostra nuova offerta dedicata, che include le partnership esistenti di Regate con leader del settore come Sage o Cegid, ora possiamo soddisfare perfettamente le esigenze dei commercialisti ed essere un vero partner, sia per loro che per le aziende con cui lavorano – spiega Alexandre Prot, CEO e co-founder di Qonto.
Non vediamo l'ora di dare il benvenuto a bordo al team Regate: guardando al loro impressionante percorso di crescita e ambizione, c'è una grande compatibilità con i nostri 1.400 Qontoer».
«Siamo davvero entusiasti di questa opportunità unica di unirci a Qonto e plasmare il futuro di un vero leader fintech europeo insieme come un'unica squadra.
Sono convinta che possiamo essere parte integrante di questa storia di successo, non solo arricchendo l'offerta di soluzioni, ma anche portando ulteriore esperienza e competenza nel settore finanziario e contabile al team: è una vera vittoria per i clienti sia di Qonto che di Regate», afferma Laura Pallier, co-founder di Regate.
Parlare di salute, oggi, significa anche occuparsi di benessere mentale. In tutto il mondo, circa un terzo della popolazione riporta una forma di malessere mentale.
In Italia le percentuali sono più basse e a provocare maggiore disagio sono ansia e depressione.
Secondo i dati del Mind Health Report 2024, presentata da AXA e condotto da IPSOS su un campione di 16mila interviste a persone con età compresa tra i 18 e i 75 anni in 16 Paesi (Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Spagna, Irlanda, Belgio, Svizzera, Stati Uniti, Messico, Turchia, Cina, Hong Kong, Giappone, Thailandia, Filippine), nel 2023, il 60% degli italiani ha dichiarato di aver affrontato almeno una difficoltà personale, in particolare le donne e i giovani.
Ciò che emerge da questa nuova edizione del report è la scarsa consapevolezza sul tema del benessere mentale e sull’importanza di un supporto professionale, e la crescita del trend relativo all’autodiagnosi e alla gestione autonoma dei disturbi.
9 italiani su 10 (l’88%) valutano la propria condizione mentale come buona o media, mentre un quarto della popolazione italiana (il 26%), ad esempio, manifesta sintomi riconducibili a depressione, ansia o stress in forma grave o molto grave.
Rispetto al 2022, il numero di diagnosi effettuate da professionisti è in calo, mentre salgono significativamente le diagnosi fatte in autonomia/su Internet (+8%).
Sul fronte della gestione e della cura, il 44% degli italiani ha scelto di auto-gestire disturbi relativi al benessere mentale, un trend in aumento di 7 punti rispetto al 2022 e più diffuso rispetto al resto del mondo (40%).
Un terzo degli italiani sospettati di soffrire di depressione, ansia o stress (33%), inoltre, non ha visto un medico quest'anno.
A livello globale le difficoltà mentali tendono a esser ricondotte principalmente a ragioni personali (33%), piuttosto che professionali (23%).
Tuttavia, in Italia come nel resto del mondo, il 76% dei lavoratori sta manifestando almeno un disturbo collegabile al lavoro, tra cui stanchezza, perdita di energie e di interesse, disturbi del sonno, stress e ansia.
Si tratta di una condizione di disagio che attraversa trasversalmente tutta la popolazione aziendale, ma è significativa l’evidenza che vede i giovani riportare percentuali di disagio in linea con la popolazione più anziana.
Il disimpegno è uno dei primi campanelli di allarme che le aziende dovrebbero prendere in considerazione: nonostante il dato sia più basso della media, il 62% degli italiani pianifica di dedicare meno energie al lavoro (rispetto al 69% a livello globale), mentre il 44% sta pensando di lasciare o cambiare impiego.
A livello globale, il 23% dei lavoratori ha preso un congedo per malattia a causa di problemi di benessere mentale (38% tra i giovani lavoratori).
In Europa, comunque, è l’Italia il Paese con il minor numero di assenze per malattia (16% It vs 22% Europa).
Il 56% dei lavoratori italiani afferma di sapere dove trovare aiuto e supporto in caso di difficoltà e la sfera personale e familiare è messa al primo posto nella ricerca di una soluzione. Solo una minoranza, ovvero il 25% dei lavoratori, chiederebbe aiuto alla propria azienda e al proprio responsabile o a uno specialista (32%).
Alla base, un certo scetticismo sul supporto fornito dalle aziende: più della metà del campione (51%) dichiara che l’azienda non si preoccupa della salute mentale dei propri collaboratori, mentre un terzo si dichiara insoddisfatto delle azioni intraprese, dato più alto rispetto alla media globale.
Tra le maggiori richieste, una giornata dedicata al benessere mentale e consulti specialistici esterni, guardati con particolare interesse soprattutto dalle donne e dai giovani (18-24).
Il supporto offerto in tema di mind health impatta comunque positivamente sulla decisione di rimanere in azienda: la pensa così il 50% degli italiani, soprattutto giovani (71% nella fascia 18-24 anni).
]]>«Parlare di salute oggi significa sempre di più parlare anche di salute mentale, fuori e dentro i luoghi di lavoro. In AXA, l’attenzione al benessere mentale delle persone è una priorità sia in termini di offerta che di corporate culture, attraverso una strategia di lungo periodo che vede protagoniste le persone e il loro benessere psicofisico – afferma Chiara Soldano, CEO del Gruppo assicurativo AXA Italia.
Per questo abbiamo costruito un’offerta assicurativa integrata con un ecosistema di servizi fisici e digitali, per rispondere all’evoluzione dei bisogni di cura secondo una visione olistica che abbraccia sia il benessere fisico, che quello mentale e abbiamo avviato numerose iniziative interne come quella dedicata ai genitori che lavorano in AXA e che comprende programmi ricorrenti come percorsi sull’educazione digitale dei figli e la prevenzione del cyber bullismo».
Parlare di salute, oggi, significa anche occuparsi di benessere mentale. In tutto il mondo, circa un terzo della popolazione riporta una forma di malessere mentale.
In Italia le percentuali sono più basse e a provocare maggiore disagio sono ansia e depressione.
Secondo i dati del Mind Health Report 2024, presentata da AXA e condotto da IPSOS su un campione di 16mila interviste a persone con età compresa tra i 18 e i 75 anni in 16 Paesi (Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Spagna, Irlanda, Belgio, Svizzera, Stati Uniti, Messico, Turchia, Cina, Hong Kong, Giappone, Thailandia, Filippine), nel 2023, il 60% degli italiani ha dichiarato di aver affrontato almeno una difficoltà personale, in particolare le donne e i giovani.
Ciò che emerge da questa nuova edizione del report è la scarsa consapevolezza sul tema del benessere mentale e sull’importanza di un supporto professionale, e la crescita del trend relativo all’autodiagnosi e alla gestione autonoma dei disturbi.
9 italiani su 10 (l’88%) valutano la propria condizione mentale come buona o media, mentre un quarto della popolazione italiana (il 26%), ad esempio, manifesta sintomi riconducibili a depressione, ansia o stress in forma grave o molto grave.
Rispetto al 2022, il numero di diagnosi effettuate da professionisti è in calo, mentre salgono significativamente le diagnosi fatte in autonomia/su Internet (+8%).
Sul fronte della gestione e della cura, il 44% degli italiani ha scelto di auto-gestire disturbi relativi al benessere mentale, un trend in aumento di 7 punti rispetto al 2022 e più diffuso rispetto al resto del mondo (40%).
Un terzo degli italiani sospettati di soffrire di depressione, ansia o stress (33%), inoltre, non ha visto un medico quest'anno.
A livello globale le difficoltà mentali tendono a esser ricondotte principalmente a ragioni personali (33%), piuttosto che professionali (23%).
Tuttavia, in Italia come nel resto del mondo, il 76% dei lavoratori sta manifestando almeno un disturbo collegabile al lavoro, tra cui stanchezza, perdita di energie e di interesse, disturbi del sonno, stress e ansia.
Si tratta di una condizione di disagio che attraversa trasversalmente tutta la popolazione aziendale, ma è significativa l’evidenza che vede i giovani riportare percentuali di disagio in linea con la popolazione più anziana.
Il disimpegno è uno dei primi campanelli di allarme che le aziende dovrebbero prendere in considerazione: nonostante il dato sia più basso della media, il 62% degli italiani pianifica di dedicare meno energie al lavoro (rispetto al 69% a livello globale), mentre il 44% sta pensando di lasciare o cambiare impiego.
A livello globale, il 23% dei lavoratori ha preso un congedo per malattia a causa di problemi di benessere mentale (38% tra i giovani lavoratori).
In Europa, comunque, è l’Italia il Paese con il minor numero di assenze per malattia (16% It vs 22% Europa).
Il 56% dei lavoratori italiani afferma di sapere dove trovare aiuto e supporto in caso di difficoltà e la sfera personale e familiare è messa al primo posto nella ricerca di una soluzione. Solo una minoranza, ovvero il 25% dei lavoratori, chiederebbe aiuto alla propria azienda e al proprio responsabile o a uno specialista (32%).
Alla base, un certo scetticismo sul supporto fornito dalle aziende: più della metà del campione (51%) dichiara che l’azienda non si preoccupa della salute mentale dei propri collaboratori, mentre un terzo si dichiara insoddisfatto delle azioni intraprese, dato più alto rispetto alla media globale.
Tra le maggiori richieste, una giornata dedicata al benessere mentale e consulti specialistici esterni, guardati con particolare interesse soprattutto dalle donne e dai giovani (18-24).
Il supporto offerto in tema di mind health impatta comunque positivamente sulla decisione di rimanere in azienda: la pensa così il 50% degli italiani, soprattutto giovani (71% nella fascia 18-24 anni).
]]>«Parlare di salute oggi significa sempre di più parlare anche di salute mentale, fuori e dentro i luoghi di lavoro. In AXA, l’attenzione al benessere mentale delle persone è una priorità sia in termini di offerta che di corporate culture, attraverso una strategia di lungo periodo che vede protagoniste le persone e il loro benessere psicofisico – afferma Chiara Soldano, CEO del Gruppo assicurativo AXA Italia.
Per questo abbiamo costruito un’offerta assicurativa integrata con un ecosistema di servizi fisici e digitali, per rispondere all’evoluzione dei bisogni di cura secondo una visione olistica che abbraccia sia il benessere fisico, che quello mentale e abbiamo avviato numerose iniziative interne come quella dedicata ai genitori che lavorano in AXA e che comprende programmi ricorrenti come percorsi sull’educazione digitale dei figli e la prevenzione del cyber bullismo».
Allianz Trade presenta Allianz Trade pay, una nuova una soluzione di pagamento che offre una serie di servizi dedicati alle attività di e-commerce B2B.
Il prodotto non solo offre una soluzione di finanziamento istantaneo attraverso i partner Allianz ma anche l’abilitazione digitale dell’acquirente, un sistema di gestione e mitigazione del rischio di frodi telematiche e un’assicurazione del credito commerciale al momento del pagamento.
Fra le soluzioni esistenti, Allianz Trade pay offre:
Inoltre, Allianz Trade pay è pronta a introdurre alcune innovazioni quali:
«Con Allianz Trade pay siamo in grado di gestire l’intera catena del valore dell’e-commerce B2B, dal KYB fino al pagamento e soddisfiamo le esigenze dell’intero ecosistema dagli e-merchant agli operatori BNPL, dalle banche ai marketplace. Sei un commerciate tradizionale che vuole espandersi in tutta sicurezza? Sei un marketplace che desidera rafforzare il processo KYB? Ti occupi dei pagamenti e vuoi aggiungere una nuova modalità di dilazione? Noi abbiamo la soluzione. La forza di Allianz Trade pay risiede nell’offerta di servizi complementari che si integrano senza attrito nella procedura di pagamento. Allianz Trade pay offre semplicità, sicurezza, flessibilità e competitività al mercato dell’e-commerce B2B», afferma François Burtin, Responsabile globale dell’e-commerce di Allianz Trade.
«Siamo molto soddisfatti di Allianz Trade pay e siamo convinti che stimolerà ulteriormente la crescita del mercato dell’e-commerce B2B. I modelli commerciali si stanno trasformando e in quanto leader mondiale dell’assicurazione crediti commerciali, dobbiamo guidare il cambiamento del nostro settore. Il potenziale di Allianz Trade pay è infinito e puntiamo a spingerci ancora oltre. Continueremo a sviluppare servizi e funzionalità sempre più innovativi, come ad esempio la visualizzazione live consolidata, i dashboard dinamici dedicati e le allerte automatiche. L’e-commerce B2B è in costante crescita e noi non mancheremo di promuovere questo importante cambiamento del modo in cui le aziende gestiscono il commercio», conclude Anil Berry, Membro del Management Board responsabile di Commercial Underwriting, Distribution, E-Commerce e Marketing.
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Allianz Trade presenta Allianz Trade pay, una nuova una soluzione di pagamento che offre una serie di servizi dedicati alle attività di e-commerce B2B.
Il prodotto non solo offre una soluzione di finanziamento istantaneo attraverso i partner Allianz ma anche l’abilitazione digitale dell’acquirente, un sistema di gestione e mitigazione del rischio di frodi telematiche e un’assicurazione del credito commerciale al momento del pagamento.
Fra le soluzioni esistenti, Allianz Trade pay offre:
Inoltre, Allianz Trade pay è pronta a introdurre alcune innovazioni quali:
«Con Allianz Trade pay siamo in grado di gestire l’intera catena del valore dell’e-commerce B2B, dal KYB fino al pagamento e soddisfiamo le esigenze dell’intero ecosistema dagli e-merchant agli operatori BNPL, dalle banche ai marketplace. Sei un commerciate tradizionale che vuole espandersi in tutta sicurezza? Sei un marketplace che desidera rafforzare il processo KYB? Ti occupi dei pagamenti e vuoi aggiungere una nuova modalità di dilazione? Noi abbiamo la soluzione. La forza di Allianz Trade pay risiede nell’offerta di servizi complementari che si integrano senza attrito nella procedura di pagamento. Allianz Trade pay offre semplicità, sicurezza, flessibilità e competitività al mercato dell’e-commerce B2B», afferma François Burtin, Responsabile globale dell’e-commerce di Allianz Trade.
«Siamo molto soddisfatti di Allianz Trade pay e siamo convinti che stimolerà ulteriormente la crescita del mercato dell’e-commerce B2B. I modelli commerciali si stanno trasformando e in quanto leader mondiale dell’assicurazione crediti commerciali, dobbiamo guidare il cambiamento del nostro settore. Il potenziale di Allianz Trade pay è infinito e puntiamo a spingerci ancora oltre. Continueremo a sviluppare servizi e funzionalità sempre più innovativi, come ad esempio la visualizzazione live consolidata, i dashboard dinamici dedicati e le allerte automatiche. L’e-commerce B2B è in costante crescita e noi non mancheremo di promuovere questo importante cambiamento del modo in cui le aziende gestiscono il commercio», conclude Anil Berry, Membro del Management Board responsabile di Commercial Underwriting, Distribution, E-Commerce e Marketing.
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Nel dettaglio, la partnership consente a illimity di mettere a disposizione delle aziende la Garanzia Futuro di SACE, finalizzata a sostenere lo sviluppo e gli investimenti delle imprese sui mercati globali, riguardanti l'innovazione tecnologica e i processi di digitalizzazione.
Attraverso un processo totalmente digitalizzato, le imprese potranno beneficiare della Garanzia Futuro di SACE al 70% e ricevere finanziamenti di medio lungo termine fino a 50 milioni di euro, in linea capitale.
I finanziamenti possono essere destinati sia a spese future, sia a investimenti già sostenuti entro i 18 mesi precedenti la richiesta di finanziamento.
]]>Nel dettaglio, la partnership consente a illimity di mettere a disposizione delle aziende la Garanzia Futuro di SACE, finalizzata a sostenere lo sviluppo e gli investimenti delle imprese sui mercati globali, riguardanti l'innovazione tecnologica e i processi di digitalizzazione.
Attraverso un processo totalmente digitalizzato, le imprese potranno beneficiare della Garanzia Futuro di SACE al 70% e ricevere finanziamenti di medio lungo termine fino a 50 milioni di euro, in linea capitale.
I finanziamenti possono essere destinati sia a spese future, sia a investimenti già sostenuti entro i 18 mesi precedenti la richiesta di finanziamento.
]]>Nasce BAPR Hub, l’ecosistema digitale di Banca Agricola Popolare di Ragusa che, tramite internet banking, rende fruibili ai propri clienti servizi extra bancari a valore aggiunto e a condizioni vantaggiose.
Come spiega la banca, i servizi offerti tramite la piattaforma, basati sulle più recenti tecnologie tra cui Blockchain, AI e Cloud, hanno l’obiettivo di creare un reale vantaggio competitivo per le imprese clienti e un concreto valore aggiunto alla quotidianità di famiglie e privati.
]]>«Negli ultimi anni sono profondamente cambiate le abitudini di acquisto dei clienti ed è emersa la necessità di predisporre soluzioni sempre più digitali, che coniughino semplicità e velocità – commenta Saverio Continella, Amministratore Delegato di Banca Agricola Popolare di Ragusa. BAPR Hub rappresenta un’iniziativa fondamentale nel percorso di crescita delineato dal Piano d’Impresa 2022-2024 “Back to Bank” che amplia la nostra tradizionale offerta con servizi innovativi in grado di intercettare e soddisfare le esigenze di famiglie e imprese».
Nasce BAPR Hub, l’ecosistema digitale di Banca Agricola Popolare di Ragusa che, tramite internet banking, rende fruibili ai propri clienti servizi extra bancari a valore aggiunto e a condizioni vantaggiose.
Come spiega la banca, i servizi offerti tramite la piattaforma, basati sulle più recenti tecnologie tra cui Blockchain, AI e Cloud, hanno l’obiettivo di creare un reale vantaggio competitivo per le imprese clienti e un concreto valore aggiunto alla quotidianità di famiglie e privati.
]]>«Negli ultimi anni sono profondamente cambiate le abitudini di acquisto dei clienti ed è emersa la necessità di predisporre soluzioni sempre più digitali, che coniughino semplicità e velocità – commenta Saverio Continella, Amministratore Delegato di Banca Agricola Popolare di Ragusa. BAPR Hub rappresenta un’iniziativa fondamentale nel percorso di crescita delineato dal Piano d’Impresa 2022-2024 “Back to Bank” che amplia la nostra tradizionale offerta con servizi innovativi in grado di intercettare e soddisfare le esigenze di famiglie e imprese».