I vantaggi di un cryptoeuro

I vantaggi di un cryptoeuro

Unire i vantaggi di una valuta tradizionale con quelli delle cryptovalute. Dando vita a un “cryptoeuro”, una sorta di supervaluta. Ecco il progetto targato Reply, che coinvolge già Politecnico di Milano, APSP e una decina tra banche, assicurazioni e utilities.

Ancora teoria…

Il cryptoeuro è ancora una idea in fase di valutazione. Ci si sta chiedendo cioè se una valuta del genere potrebbe portare valore (e quale) in una delle industry in esame. Solo se la risposta sarà affermativa si inizierà a studiarne l’effettiva fattibilità: tecnologia, ruolo dei miner, metodo di consensus, inquadramento normativo. Un esercizio teorico, se vogliamo. Ma non per questo meno interessante.

… ma è un riconoscimento importante

Perché il primo risultato del progetto cryptoeuro, presentato al Salone dei Pagamenti 2017, è di riconoscere che cryptovalute e valute fiduciarie non devono necessariamente restare mondi separati e impermeabili. Che una contaminazione è possibile, forse addirittura auspicabile: magari il cryptoeuro resterà una chimera o si rivelerà il corrispondente valutario di Frankenstein. Ma in fondo è proprio su questo che si sta riflettendo: se esistesse davvero, sarebbe utile?

Quel mix tra cryptovaluta e valuta fiat

I promotori, ça va sans dire, sono convinti di sì. Il cryptoeuro dovrebbe prendere dalle cryptovalute il protocollo transazionale ad alta programmabilità (il suo uso può cioè essere limitato o forzato secondo regole operative) e l’elevata trasparenza (grazie a un ledger distribuito). Della valuta fiat vengono invece mantenuti il riconoscimento e la vigilanza delle autorità bancarie (fondamentale per la diffusione) e, di conseguenza, anche la bassa volatilità (che ne facilita l’impiego per il pagamento di beni e servizi). Altra caratteristica utile delle cryptovalute è lo split payment (l’invio di denaro a due o più soggetti con un’unica operazione).

Tra moneta complementare e di scopo

Dal punto di vista regolamentare, la normativa italiana permette di agganciarsi al concetto di moneta complementare (ne abbiamo parlato su AziendaBanca di novembre 2017 con una intervista a Sardex) ma il cryptoeuro, per le sue caratteristiche, potrebbe rientrare (magari solo in determinati casi) anche nel concetto di “moneta di scopo”. Ultimo presupposto teorico: il riconoscimento della parità 1:1 con l’euro.

I settori di potenziale utilizzo di questa “supervaluta” sono al momento tre: bancario, assicurativo e utilities.

Split payment e pagamenti

Per le utilities, Giovanni Vattani, Responsabile Area Incassi di Enel, ha portato l’esempio dell’importante investimento necessario per gestire l’incasso del Canone RAI mediante la bolletta delle elettricità. E che con lo split payment e una cryptovaluta basata su blockchain e integrata con un sistema di riconoscimento, tramite SPID o codice fiscale, sarebbe stato enormemente più semplice.

Moneta di scopo e finanziamento bancario

Per Demetrio Migliorati, Head of Blockchain Program di Banca Mediolanum, nel sistema bancario una moneta di scopo avrebbe il vantaggio di collegare un finanziamento erogato all’investimento per cui è stato autorizzato il credito: riducendo il rischio bancario e assicurativo di sistema. Sono poi numerose le applicazioni della tecnologia blockchain in ambito KYC e AML.

Il potenziale per le assicurazioni

Fabio Maniori, Dirigente Responsabile Servizio Legale, Compliance e Distribuzione di ANIA, ha nominato lo split payment come un meccanismo particolarmente interessante per le Compagnie assicurative. In quanto con un unico pagamento verrebbero versati, ad esempio, premio e commissioni all’agente, automatizzando la riconciliazione. Anche nella riassicurazione proporzionale, una sola transazione permetterebbe di pagare il premio al riassicuratore e la commissione al broker intermediario, riconciliando automaticamente l’intera filiera del pagamento.

Nella liquidazione, invece, bisogna fare un passo oltre nel potenziale della blockchain e adottare uno smart contract. L’esistenza di un registro pubblico, basato su SPID o altro meccanismo, potrebbe però consentire di effettuare pagamenti verso soggetti non clienti, caso tipico del risarcimento diretto: oggi le Compagnie si trovano a inviare denaro verso persone di cui non conoscono il codice IBAN. Lo fanno con ritardi importanti, spesso tramite assegno postale, con costi di spedizione e di assicurazione delle spedizione. E con il rischio di furti e azioni legali.

La spesa sociale

Per Nicolò Romani, Head of innovation di SIA, un ambito particolarmente interessante riguarda il social spending: basti pensare al recente Bonus Cultura per i 18enni la cui gestione, con una moneta di scopo che ne limitasse per design l’utilizzo, sarebbe stata probabilmente più snella e semplice.