Banche. Italiani già pronti al FinTech

I clienti sono pronti a dire addio alle banche? Ben il 62% degli italiani non avrebbe problemi a passare a uno dei nuovi provider FinTech, soprattutto se si tratta dei cosiddetti OTT. Come Google, Facebook o Amazon.

FinTech banche Accenture

Italiani meno fedeli tra gli europei

A dirlo è un recente studio di Accenture che mette l’Italia anche davanti agli altri Paesi europei: in Francia ad esempio il 45% dei clienti bancari è pronto a lasciare i classici istituti di credito a favore delle FinTech. La percentuale italiana è piuttosto vicina però a quella del Regno Unito, dove il dato vola al 70%. E il divario appare ancora più evidente di fronte alla possibilità di affidarsi ai Big Giant: gli italiani sono sul primo gradino del podio a livello europeo, propensi a questo passo nel 42% dei casi. Più scettici sono i tedeschi (25%) insieme ai francesi (20%).

I clienti italiani scelgono i nuovi player per i pagamenti

Il principale terreno di gioco tra FinTech e banche è quello dei pagamenti. Quasi la metà (45%) degli italiani è disposta a utilizzare i servizi di pagamento dei nuovi e vecchi player sulla scia di PayPal. Ma l’ago della bilancia sarà il costo di questi servizi rispetto a quelli bancari: gli italiani si affiderebbero a soluzioni alternative anche per il conto corrente e le carte di pagamento. Meno interessati gli altri Paesi: nel Regno Unito la percentuale di chi preferirebbe le FinTech nei pagamenti è poco al di sotto del 30%, in Germania è al 27% e in Francia al 25%.

Cosa cerca il cliente oltre la banca tradizionale

Le banche italiane devo quindi colmare alcune mancanze: il 74% degli italiani vorrebbe prezzi più bassi e omogenei per i conti correnti, il 73% è già disposto a condividere i propri dati in cambio di una consulenza personalizzata (67%), ma ancora prima è necessario ridurre i tempi per la richiesta di mutui e prestiti (il 68%).

L’identikit del cliente digitale

Accenture stila un identikit del cliente italiano. Tre le categorie: i “nomadi” (il 54%) sono pronti a passare agli OTT e hanno familiarità con il digitale; i “ricercatori di qualità” (il 34%) sono pronti a sperimentare tecnologie avanzate, come l’A.I e la biometria; e i “cacciatori” (il 12%), attenti solo all’aspetto del costo ma aperti sia ai servizi tradizionali sia a quelli innovativi.