Assoprevidenza. Il welfare con i PIR

Inserire i PIR retail nei fondi pensione ed escludere le passività dei fondi previdenziali dalla disciplina del bail-in. Sono queste le due proposte di Assoprevidenza alla luce della nuova legge di bilancio.

Assoprevidenza PIR nei fondi pensione

Il welfare nel 2017: le novità della legge di bilancio

Partiamo dalle novità in ambito welfare introdotte con la legge di bilancio 2017, in cui si affrontano i temi previdenziali dal punto di vista del primo e del secondo pilastro. Per quanto riguarda il primo pilastro non c'è stata una rivisitazione della normativa ma anzi è stata avanzata una ipotesi di anticipazione del trattamento pensionistico attraverso l'APE sociale, una indennità assistenziale attribuita a soggetti in condizioni di meritevolezza o disagio, che fa quindi da ponte verso il traguardo pensionistico. Segue l'APE ordinaria, o volontaria, che prevede un prestito bancario da rimborsare nei 20 anni successivi al diritto pensionistico a cui è associata una copertura assicurativa caso morte. Questo strumento tuttavia dovrebbe forse facilitare l'uscita di qualche soggetto ma non avrà un uso straordinario, secondo Sergio Corbello, Presidente di Assoprevidenza.

Arriva RITA

Nel secondo pilastro si inserisce invece utilizzo dell'accantonamento di previdenza complementare per supplire ai costi dell'APE: RITA, acronimo di rendita integrativa temporanea anticipata, è una rendita temporanea che presuppone il possesso dei requisiti richiesti per l'APE ma non utilizza questo strumento. È una sorta di escamotage per far confluire in un'unica soluzione l’accantonamento di previdenza complementare permettendo a chi è iscritto a un fondo pensione di dilazionare a rate il capitale superando la formula dell’APE (che prevede oltre una certa soglia la possibilità di ottenere al massimo il 50% in capitale e il resto in rendita temporanea). Questa formula è in fase sperimentale per i prossimi tre anni e solo a partire dal 2018 si potranno avere i primi bilanci di utilizzo.

Il fondo pensione? Assomiglia a un fondo comune

Anche il ruolo dei fondi pensione deve in qualche modo cambiare. Difatti a oggi questa tipologia di fondi è costretta a una visione di breve periodo, molto simile a quella dei fondi di investimento comuni, in quanto sia il primo sia il secondo pilastro sono a contribuzione definita: ed è un ostacolo per una previdenza a lungo termine. Ad esempio, il mercato inglese non riconosce i nostri fondi pensione come tali, per via della struttura così simili a un fondo comune e nuove minacce provengono dalle iniziative comunitarie, che rischiano di portare un annullamento delle nostre normative di governance applicate ai fondi pensione italiani.

La detassazione totale sui fondi previdenziali

Nella legge di bilancio 2017 c'è anche una tematica tributaria e di investimento molto interessante: la normativa infatti si dirige verso una detassazione totale dei risultati reddituali degli investimenti in misura del 5% del patrimonio. Quindi si cancella la tassazione e si stimola l'economia del paese ad abbracciare diverse forme previdenziali: un passo in avanti, come sottolinea Corbello, verso l'obiettivo di non tassare i rendimenti in corso d'opera, così da non strozzare le capacità di risparmio.

La proposta: i PIR nella previdenza

Con una normativa così strutturata sui rispiarmi previdenziali, attraverso una formula di gestione degli attivi da parte dei fondi, Assoprevidenza ha proposto di consentire l'uso da parte dei fondi pensione e delle casse previdenziali dei PIR retail come strumento di investimento diretto (con una potenzialità di raccolta di 16 miliardi di euro, secondo Assogestioni). Inoltre, i PIR presentano la stessa detassazione dei fondi pensione e quindi diventano uno strumento interessante per un Paese in cui il risparmio è ancora importante. A dimostrare l’interesse del pubblico retail verso questi strumenti sono i numeri di Eurizon Capital SGR (che ha ospitato la conferenza di Assoprevidenza): in pochi giorni sono stati raccolti 100 milioni attraverso i PIR lanciati a inizio marzo.

Allontanare la previdenza dal bail-in

Una piccola modifica legislativa a cui si lega anche una seconda proposta di modifica da parte di Assoprevidenza: quella relativa alla esclusione delle passività dei fondi previdenziali dalla disciplina del bail-in. Il Governo, insieme a Banca d’Italia e alla Covip, ha già riconosciuto incongruo ed erroneo l’iniziale inclusione di questi enti prevista dall’art.49, co.1 del d.lgs. 180/2015 e Assoprevidenza ha quindi presentato all’Esecutivo una bozza di norma che sottragga i fondi pensione e le casse dai rischi connessi al bail-in, proprio per valorizzare la rilevante funzione previdenziale svolta dai fondi pensione. La stessa riflessione, infine, è estesa anche ad altre entità che svolgono la stessa funzione sociale: casse ed enti di previdenza per i liberi professionisti; fondi sanitari integrativi del SSN; fondi paritetici interprofessionali nazionali per la formazione continua e fondi di solidarietà.