Banca d’Italia: nessuna preclusione alla blockchain

Banca dItalia sede

Non c’è nessuno stop di Banca d’Italia alla blockchain. Lo ha spiegato Domenico Gammaldi di Banca d’Italia all’Osservatorio Digital Finance.

Vigilanza già sul Bitcoin

Gammaldi, Direttore Superiore del Servizio Supervisione sui mercati e sul Sistema dei Pagamenti, ha respinto l’idea di una qualunque chiusura della Vigilanza rispetto alla blockchain. Rivendicando anzi un interesse già dalla prima diffusione del Bitcoin, orientato a comprendere il fenomeno e a valutarne il rispetto dei requisiti di legge.

Valutazione del singolo progetto blockchain

Dal punto di vista della compliance in sé, si procede valutando singolarmente i singoli progetti che arrivano sul tavolo del team interdipartimentale che in Banca d’Italia segue il tema blockchain. Progetti che, ha ammesso Gammaldi, al momento sono pochi. Il quadro normativo attuale sembra adeguato: andrà forse apportato qualche aggiornamento, ma i principi internazionali alla base delle norme nazionali appaiono più che adeguati per guidare anche il fenomeno blockchain.

La blockchain permissioned e la normativa

Il punto è, come anticipato, valutare le singole implementazioni e i progetti in corso (Banca d’Italia non valuta ipotesi ma solo progetti concrete, anche ai primi passi). Da questo punto di vista, la blockchain permissioned, cioè “privata”, sembra sicuramente offrire più garanzie di rispetto degli interessi pubblici.

Che cosa è blockchain e che cosa no

Anche perché, ha sottolineato Gammaldi, oggi di blockchain si parla molto, ma dimenticando due definizioni importanti. La prima è quella stessa di blockchain: termine che viene a volte abusato, applicandolo a tecnologie e realizzazioni che hanno invece altra natura, limitandosi magari alla condivisione di un database.

Dalla blockchain alla infrastruttura

Il secondo problema di definizione è più profondo: se una implementazione basata su blockchain arriva a una diffusione ampia, smetterà di essere una tecnologia per diventare una infrastruttura? Messa in altri termini: potrebbe accadere a una o più implementazioni blockchain ciò che è avvenuto ad alcuni fornitori IT diventati di rilevanza sistemica e, di conseguenza, assoggettati al controllo della Vigilanza? Se vogliamo credere nel potenziale della blockchain, dovremo guardare ai progetti in corso con uno sguardo più ampio, che prenda in considerazione, ad esempio:
• la Governance dell’infrastruttura, nel senso della capacità di farla funzionare;
• il rischio di una frammentazione su più blockchain private e non interoperabili;
• il tema della sicurezza, è sufficiente la sola crittografia per una infrastruttura sistemica?