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La banca come purpose actor: un protagonista nell’ecosistema Paese

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Alberto Antonietti, Strategy Lead Italy, Central Europe & Greece di Accenture

Restituire valore al cliente e alla collettività, diventando un “purpose actor”. È uno degli obiettivi da raggiungere nella Twin Transformation tracciata da Accenture per il banking: una trasformazione duplice guidata da due driver, la tecnologia e la sostenibilità, che si integrano e contaminano tra loro.

Il Purpose come vantaggio

Il “Purpose” può essere un vantaggio competitivo fondamentale per la banca: il pubblico più giovane percepisce i player finanziari tradizionali come troppo istituzionali, non sufficientemente impegnati nella costruzione di un mondo migliore. E la ripresa post-Covid è orientata a trasformare il nostro modello produttivo ed economico: i Paesi che completeranno la transizione ecologica prima degli altri, ne saranno avvantaggiati. Anche agli occhi dei consumatori.

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Il treno del Recovery Fund

Ma come può la banca diventare un purpose actor? Accenture individua tre grandi ambiti. Il primo è legato alla grande opportunità del Recovery Plan e del PNRR, che porteranno ingenti risorse da gestire. «Le banche sono chiamate a creare valore non solo economico e non solo verso i clienti, ma per la comunità – osserva Alberto Antonietti, Strategy Lead Italy, Central Europe & Greece di Accenture. Già nel lockdown le banche hanno avuto un ruolo importante, continuando a fornire un servizio essenziale e veicolando gli aiuti governativi verso famiglie e imprese. Con il PNRR diventano un alleato dell’intero sistema Paese per indirizzare rapidamente e bene gli investimenti verso una crescita futura stabile e sostenibile».

Erogatori di credito…

Per farlo, le banche possono rivestire diversi ruoli. Il primo, più tradizionale, è di co-finanziatore dei fondi e dei progetti in arrivo da Governi ed Enti pubblici: per il PNRR si stima un effetto leva intorno a 2 o 2,5, che si tradurrà in investimenti del settore privato per 500 o 600 miliardi, finanziabili dalle banche. Ma possono assumere anche altri ruoli, più innovativi: in primis quello di educazione, consulenza e informazione per i clienti, anche creando sinergie con terze parti. Pensiamo all’esperienza dell’Ecobonus, che ha visto le banche impegnarsi in prima fila.

… e molto altro

«Le banche – prosegue Antonietti – possono affiancarsi al sistema produttivo e diventare il catalizzatore del rilancio del nostro Paese, aiutando le imprese, anche quelle medio-piccole, ad affrontare la trasformazione energetica e digitale, fornendo servizi di consulenza per accedere ai fondi del PNRR e utilizzarli al meglio. Le banche possono porsi al centro di ecosistemi di incontro tra la domanda e l’offerta di risorse e di finanza, promuovendo progetti di radicale trasformazione delle filiere e delle aree geografiche di eccellenza del Paese».

L’educazione finanziaria: si fa sul serio

Un’attività di coaching e di accompagnamento che le banche stanno già abbracciando anche per promuovere l’educazione finanziaria presso clienti e cittadini. Qui il tema del purpose è particolarmente evidente: investire oggi sulle conoscenze e sulle competenze dei più giovani migliora sia la loro consapevolezza sia la competitività del sistema Paese. I servizi per fornire un “abc” della competenza finanziaria sono solo il primo passo di un percorso che richiede alle banche di essere all’altezza delle aspettative dei clienti, offrendo prodotti e processi trasparenti by design, basati su processi omnichannel e con tempi di risposta rapidi.

Coach del cliente

Come Purpose Actor, la banca non può però limitarsi a un ambito così tradizionale come l’educazione finanziaria. Deve anzi farsi coach di crescita sostenibile per i propri clienti, collaborando con terze parti e integrandone i servizi, confrontandosi con tematiche ambientali e sociali.

Comunità, territorio e terzo settore

Un terzo ambito di azione è l’impatto diretto sulla comunità, con l’obiettivo di restituire una parte del valore generato a tutti gli stakeholder di riferimento della banca. Molti istituti già dispongono di offerte e servizi dedicati a enti e terzo settore, che possono essere potenziati con le nuove opportunità del Fintech, basti pensare alle campagne di crowdfunding. Il valore generato e generabile non è esclusivamente economico, ma passa anche dall’innovazione tecnologica e della sua condivisione: pensiamo alle applicazioni di una tecnologia come la blockchain a supporto dell’agricoltura, del Made in Italy, del mondo dell’arte.

Un Purpose Actor genera più valore economico

«Consigliamo alle banche di non ragionare solo in termini di sostenibilità ambientale – conclude Antonietti – ma di impatto a 360 gradi. Serve una strategia chiara e innovativa per posizionarsi sul mercato: social banking, educazione finanziaria, gender diversity e transizione ecologica non sono solo temi di responsabilità sociale, ma generano valore economico. Un player riconosciuto come all’avanguardia nei temi ESG è ammirato dai mercati finanziari, attira i migliori talenti dal mondo del lavoro ed è naturalmente più votato all’innovazione e alla competitività. Serve una strategia ESG integrata ai Piani Industriali e affidata a figure che siano a diretto riporto dei vertici aziendali».

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di dicembre 2021 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop