Investimenti nel pallone: ecco il calcio “made in Cina”

I cognomi più diffusi tra i residenti a Milano sono Hu e Rossi e la domanda che sorge spontanea è questa: il Sig. Rossi, di fede rossonera, o se volete neroazzurra, ragioniere in pensione, da sempre presente sugli spalti del Meazza, avrebbe potuto mai immaginare che la propria squadra del cuore sarebbe diventata di proprietà del Sig. Hu, o di chi per lui? Sicuramente no! Ma le cose della vita cambiamo sempre più spesso e velocemente, anche quelle che sembrano inamovibili. Così anche il mondo del pallone è coinvolto nelle continue trasformazioni del mondo d’oggi. Prima l’Inter e poi il Milan, ovvero la Milano calcistica, quella che esprime due club tra i più famosi al mondo, sono entrate a far parte dell’impero calcistico cinese, di recente costituzione e in forte espansione. 

Il calcio milanese parla cinese

L’Inter, a fine giugno, è passata per il 68,55% alla Suning Commerce Group, il colosso cinese del retail operante in vari settori con oltre 1.600 negozi tra Cina e Giappone. La Suning è già presente nel calcio del dragone con il Jiangsu, squadra che milita nella Super League. Dei 525 milioni di euro sborsati dal gruppo cinese, circa 157 sono serviti per acquisire le quote di Massimo Moratti (29,5%) che è ora fuori dal pianeta nerazzurro. Il Milan, più recentemente e dopo una lunga trattativa, è passato attraverso la Sino-Europe Investment Management Chanxing dalle mani di Berlusconi a una cordata composta da Haixia Capital, un fondo di sviluppo statale, e da altri soggetti la cui identità non è ancora nota. Un’operazione di circa 740 milioni di euro che si perfezionerà entro la fine dell’anno. 

La Cina nel calcio europeo

La presenza della Cina nel football del Vecchio Continente non si limita però alla nostra Serie A, ma è diffusa un po’ ovunque, fatta eccezione per la Germania dove la normativa proibisce l’acquisizione dall’estero delle società calcistiche. Nella Liga il gruppo Dalian Wanda detiene il 20% dell’Altetico Madrid; la maggioranza dell’Espanyol appartiene a Chen Yasheng (Restar Group) e infine il Granada è divenuto lo scorso mese di maggio di proprietà del colosso cinese Desports (Link International Sports Limited). In Inghilterra, tra Premier League e Championship, sono quattro i club che parlano cinese: il 13% del Manchester City è nel portafoglio del consorzio formato da China Media Capital Holdings e Citic Capital. L’Aston Villa è passato per 60 milioni di sterline a Tony JiantongXia (Recon Group) mentre il Wolverhampton Wanders Fc è di proprietà dell’undicesimo uomo più ricco della Cina, Guo Guangchang, attraverso il gruppo Fosum International. Infine il West Bromwich Albion è stato comprato dal gruppo YunyiGuokai (Shanghai) Sports Development. Nel calcio francese sono tre i club partecipati da gruppi cinesi: in Ligue 2 il Sochaux di Montbéliardè detenuto al 100% da Tech Pro Technology Development mentre l’Auxerre è per il 60% del gruppo cinese ORG Packanging. In Ligue 1 l’Olympique Lyonnais è posseduto per il 20% dal fondo d’investimento cinese IDG Capital Partners. La colonizzazione cinese del calcio europeo lascia il segno anche nei Paesi Bassi, dove il gruppo United Vansen International Sports è proprietario del club Ado Den Haag, e nella Repubblica Ceca, dove il gruppo energetico Cefc China Energy Company possiede il 59,9% dello Slavia Praga.

Nuovi investimenti “sul campo”

Lo shopping cinese nel calcio europeo è destinato a continuare. Sembra che un consorzio guidato da China Everbright e da Pcp Capital Partner abbia offerto 800 milioni di sterline per il prestigioso Liverpool Football Club e, se la trattativa andrà in porto, questo sarà il maggior investimento cinese nel calcio. Sembra poi che anche il patron del Palermo Zamparini stia conducendo una trattativa con una cordata cinese per la cessione della società siciliana. Agli investimenti fatti all’estero, fanno eco quelli che rimangono dentro i confini nazionali che prevedono un cospicuo incremento delle infrastrutture con la realizzazione di 20mila centri di formazione e 70mila campi di calcio destinati ai 30 milioni di studenti per i quali il calcio sarà materia scolastica.