Digitalizzazione: i sei punti mancanti secondo il DIG.Eat

Dal DIG.Eat 2015 è scaturito un messaggio forte e chiaro: per innovare bisogna investire e formare nuove competenze. All’evento annuale di ANORC, tenutosi il 14 ottobre a Roma, si è ribadito come l’innovazione digitale necessiti di interventi governativi concreti, investimenti economici, una normativa snella e molto know how.

DigEat-2015-ANORC

I sei temi delle tavole rotonde

Anche quest’anno il pubblico è stato numeroso e partecipe (oltre 1.000 iscritti, circa 600 presenze effettive, nonostante l’allarme meteo). Nelle cinque tavole rotonde, in cui esperti, esponenti della P.A. e del mercato si sono confrontati tra loro, sono state messe in luce alcune esigenze principali: la digitalizzazione a costo zero non esiste, è necessario prevedere degli investimenti governativi per adeguare processi e competenze alla nuova realtà; la normativa di settore deve essere semplificata e resa più omogenea; le P.A. che non si adeguano alla normativa digitale devono essere sanzionate; la governance digitale va centralizzata rafforzando il ruolo e i poteri di AgID; la trasparenza è un obiettivo importante e una garanzia per il cittadino, da perseguire attraverso una gestione corretta di dati e documenti; innovare è impossibile se non vengono formate adeguate competenze e professionalità che possano occuparsi correttamente di questi processi.

Una nuova associazione per i conservatori

Durante l’evento, ANORC ha inoltre presentato due nuovi progetti associativi: è stata annunciata la nascita della coalizione nazionale ANORC dei conservatori accreditati, che riunisce i 23 conservatori associati ad ANORC e AIFAG che hanno ricevuto l’accreditamento da parte di AgID, allo scopo di mettere in atto azioni concrete per salvaguardare il mercato comune, alimentare una concorrenza leale, chiedere la presenza di regole certe per tutti e la garanzia del loro rispetto.

La P.A., secondo i sondaggi, non è pronta

Sono stati comunicati, inoltre, i primi dati dell’indagine che ANORC sta svolgendo sui siti web istituzionali della P.A, per verificare lo stato di attuazione delle norme che disciplinano le modalità di pubblicazione online di dati e documenti pubblici, nonché il livello di usabilità dei servizi offerti ai cittadini tramite il sito web istituzionale: l’indagine, che per ora si è soffermata sui siti web dei 20 Comuni capoluogo di Regione e di altri 20 Comuni selezionati in base al numero maggiore di residenti, restituisce per il momento uno spaccato piuttosto desolante, con piani di informatizzazione e manuali di gestione spesso assenti e atti pubblicati nell’albo online con formati di frequente non conformi alla norma.

«Ci auguriamo che il digitale continui ad avanzare e lo faccia bene e velocemente – afferma Andrea Lisi, Presidente ANORC – e come associazione lavoriamo affinché ciò accada. È però necessaria una presa di coscienza collettiva del fatto che per realizzare un progresso concreto in questo settore non serve una modernizzazione di facciata, non è utile dare una riverniciata digitale fatta di parole a vecchi processi, occorre intervenire in profondità agendo al cuore dei vecchi sistemi, ripensandoli, e occorre ancora di più diffondere negli operatori del settore competenze digitali specifiche e sicure».

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