Dove vanno le commodity

ETF Securities ha presentato i risultati della nuova edizione del Global Commodity ETP Report relativo all’ultimo trimestre dell’anno: la domanda per gli ETP con sottostanti energetici e sui metalli preziosi continua a registrare corposi investimenti, nonostante la flessione in ribasso sui prezzi delle materie prime
Il mercato dei global commodity ETP ha registrato una contrazione del 7% rispetto al trimestre precedente, per un valore di 175 miliardi di dollari a chiusura del trimestre, conseguente alle ampie flessioni di prezzo degli ultimi mesi, secondo il Global Commodity Report di ETF Securities.

Una domanda più robusta, tuttavia, sembra interessare gli ETP che hanno come sottostante i metalli preziosi: nel secondo trimestre dell’anno, infatti, hanno attirato un flusso netto pari a 702 milioni di dollari, legato a una visione degli investitori che trovano negli ETP sui metalli preziosi una affidabile copertura ai disordini finanziari, economici e politici che stanno influenzando lo scenario globale.

ETP sui metalli preziosi
Gli ETP sull’oro hanno registrato gli investimenti più corposi, con masse pari a 570 milioni di dollari, seguiti da quelli sull’argento, con 269 milioni di dollari. Gli ETP sul palladio hanno riguardato un investimento pari a 36 milioni di dollari, mentre sul platino ci sono stati 80 milioni di dollari di deflussi netti tra aprile e giugno. Aumenta, intanto, anche la domanda per gli ETP con esposizione al gas naturale, con 250 milioni di dollari di investimenti nel secondo trimestre dell’anno.

Oscillazioni sulla domanda di energia
Gli ETP con sottostante petrolio greggio hanno avuto un trimestre incerto: inizialmente gli investitori globali avevano tagliato la loro esposizione di 73 milioni di dollari, tra aprile e maggio, come conseguenza dei segnali di rallentamento della crescita globale, delle preoccupazioni lievemente ridotte di un’imminente attività militare in Medio Oriente e della produzione aumentata in Arabia Saudita durante il trimestre. Una forte e improvvisa correzione del prezzo potrebbe essere, inoltre, la spiegazione dell’inversione recente dei deflussi dagli ETP sul greggio: a giugno, infatti, questi prodotti hanno attirato 515 milioni di dollari di investimenti.

ETP su metalli industriali e commodity agricole

Gli ETP che replicano i metalli industriali, come ad esempio il rame, hanno assistito a flussi netti negativi in maggio e giugno, accompagnati dagli ETP che replicano indici diversificati di materie prime, come ad esempio quelli che hanno come sottostante DJ-UBS e GSCI commodity index, che hanno subito una riduzione netta del loro patrimonio in gestione pari a 1,1 miliardi di dollari. Anche il settore agricolo ha attraversato cinque mesi consecutivi di debolezza della domanda e gli ETP di questo settore hanno così registrato 494 milioni di dollari di deflussi durante il trimestre.

“Nell’era dell’alto debito pubblico e di una politica monetaria non convenzionale, la domanda degli investitori per esposizione agli hard asset rimane forte, commenta Nicholas Brooks, Head of Research and Investment Strategy di ETF Securities. Abbiamo visto un generale de-risking in tutte le asset class durante il secondo trimestre e, naturalmente, asset ciclici come ad esempio le materie prime sono state particolarmente colpite. Nonostante le condizioni macroeconomiche avverse sul prezzo della maggior parte delle commodity, la domanda per gli ETP sulle materie prime tiene bene. L’oro continua a vedere una domanda particolarmente forte a causa delle preoccupazioni per il debito sovrano europeo, il rischio finanziario, un possible deprezzamento per il dollaro statunitense. Il prezzo più basso si dimostra attraente per gli investitori. Il petrolio ha visto, inoltre, una ripresa nella domanda dato che parecchi investitori hanno visto nel forte e improvviso crollo di prezzo un’opportunità di acquisto con una probabile ottica di lungo periodo. In ogni caso, l’outlook per le materie prime nella seconda metà di quest’anno continuerà ad essere fortemente dipendente dai trend di crescita globale. Le decisioni delle banche centrali probabilmente continueranno a giocare un ruolo ancora più importante nel guidare la direzione dei mercati”.