Energetici: focus su Brent e gas naturale

Petrolio pozzo soleCresce il numero di ETP che investono in commodity energetiche: nelle previsioni di ETF Securities, il prezzo del Brent potrebbe salire per le tensioni crescenti tra Iran e Israele, mentre il clima mite porterà forse a un calo del gas naturale negli USA

ETF Securities ha annunciato quattro nuovi ETC in Borsa Italiana per replicare l’esposizione total return lunga, corta, con leva e della parte media della curva del petrolio greggio “Brent”, che per il suo profilo internazionale si sta affermando come benchmark, a discapito dello statunitense WTI. Il lancio dei nuovi prodotti conferma l’attuale interesse per le commodity del settore energetiche, il cui andamento è correlato non solo all’andamento economico generale (soprattutto nel caso del petrolio), ma a fattori esterni quali il clima e le crisi internazionali.

Il Brent? E’ più internazionale

Non a caso, ha spiegato Simona Gambarini, Economista di ETF Securities, il Brent ha garantito agli investitori ottimi ritorni in situazioni difficili, quali la crisi produttiva in Arabia Saudita nel 2008 e l’esplosione della Primavera Araba lo scorso anno, e potrebbe fare lo stesso con la crescente tensione tra l’Iran e Israele, con gli Stati Uniti attendisti almeno fino alla fine della campagna presidenziale. Una escalation in Iran influenzerebbe particolarmente il prezzo del Brent, mentre il WTI americano risulta meno sensibile alle crisi internazionali e reagisce maggiormente a fattori produttivi interni agli USA.

Quattro nuovi prodotti

Da qui la decisione di lanciare i quattro nuovi ETC, che replicano la performance dei sottoindici Dow Jones UBS Commodity IndexXM relativi al Crude Brent, finanziati tramite swap. ETFS Brent Crude e ETFS Forward Brent Crude hanno un costo di gestione (MER) dello 0,49%, mentre per ETFS Short Brent Crude e ETFS Leveraged Brent Crude i costi sono più alti, con un MER dello 0,98%.

Il mercato frammentato del gas
L’analisi di Gambarini si è anche soffermata sul mercato del gas naturale. Un mercato frammentato, che solo negli Stati Uniti dispone di un benchmark (l’Henry Hub) che risente dell’evoluzione delle tecnologie estrattive lato offerta e della situazione climatica lato domanda. Lo sviluppo di impianti di liquefazione del gas potrebbe creare una alternativa all’importazione di gas tramite gasdotto (con cisterne di liquigas trasportate via terra o via mare), rendendo il più “ingessato” mercato europeo almeno in parte indipendente dalle esportazioni russe e colmando il gap tra i prezzi sulle due sponde dell’Atlantico.

Clima mite, prezzi in calo

Intanto, l’indice Henry Hub è a livello particolarmente bassi. L’inverno mite del 2011 ha ridotto il consumo di gas per il riscaldamento di case e aziende, provocando un eccesso di scorte senza precedenti negli ultimi anni. Il caldo intenso che nell’estate 2012 ha colpito anche gli USA ha provocato un aumento dei consumi energetici, ma l’attivazione del fenomeno El Nino potrebbe portare un altro inverno particolarmente mite negli USA, spingendo verso il basso il prezzo del gas naturale.

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