Finance ed energia: i PPA e l’era della market parity

Finance ed energia: i PPA e l’era della market parity
La trasformazione energetica è in corso. E se nei prossimi anni cresceranno fortemente gli investimenti in impianti di produzione da fonti rinnovabili, i “contratti di acquisto a lungo termine” o PPA si candidano a diventare uno strumento capace di fornire garanzia a finanziatori e investitori.

Contratti a lungo termine per superare gli incentivi e finanziare lo sviluppo delle energie rinnovabili, rendendo bancabile l’investimento. Si chiamano PPA, acronimo di Power Purchase Agreement, e se ne è discusso lo scorso 13 novembre a Milano in un evento organizzato dallo studio legale Bird & Bird.

Che cosa sono i PPA

I PPA sono contratti a lungo termine, con cui un’azienda si impegna ad acquistare elettricità direttamente da un produttore di energia: la durata del contratto è generalmente superiore ai 10 anni (anche se finora la media, in Italia, è spesso più bassa) e prevede la vendita di energia a un prezzo fisso, almeno per un certo periodo di tempo. I PPA sono particolarmente attrattivi per le energie rinnovabili, che hanno spese di manutenzione molto basse a fronte di un investimento CapEx significativo, ma comunque in calo grazie, ad esempio, al definitivo affermarsi dei produttori asiatici nell’hardware. Un contratto di lunga durata permette così di ammortizzare l’investimento iniziale in più tempo, potendo contare sulla gratuità di luce solare e vento.

Perché le rinnovabili cresceranno

Altro elemento importante: la normativa spingerà fortemente le energie rinnovabili nei prossimi anni. La Direttiva Europea sulle Energie Rinnovabili RED II impone di arrivare a una copertura del 32% dei consumi finali di energia con fonti rinnovabili entro il 2030 (nel 2023 scatta una clausola di revisione, solo al rialzo: il possibile obiettivo sarebbe il 35% fissato dall’Accordo di Parigi). Particolarmente ambiziosi anche gli obiettivi fissati dalla SEN, la Strategia Energetica Nazionale adottata nel novembre 2017, che richiederebbe di triplicare l’energia generata con impianti fotovoltaici e di duplicare quella da fonte eolica. Un traguardo ambizioso che richiederà investimenti importanti in nuovi impianti e nel repowering (ripotenziamento) e revamping (rinnovamento) di quelli esistenti.

I PPA “sostengono” il finanziamento

Da qui l’interesse per i PPA, che potrebbero rendere economicamente sostenibili gli investimenti in impianti che non beneficiano di incentivi. Ma ci sono alcuni fattori determinanti nello stipulare un contratto, come raccontato da Simone Cadeddu, Partner dello Studio Legale Bird & Bird. Il primo è sicuramente il prezzo: un costo stabile dell’energia garantisce sia l’acquirente (costi prevedibili) sia il produttore (ricavi determinati), ma è ragionevole solo per un periodo di massimo 6 anni. Per durate superiori, andrebbero previsti diversi meccanismi, come un prezzo variabile ma accompagnato da un floor price o da un cap, con formule ibride che prevedano, ad esempio, un meccanismo di upside sharing.

Che cosa faranno UE e Governo?

Altro ambito da chiarire: il ruolo dell’intervento pubblico. Storicamente, i Governi sono stati molto attivi nell’ambito delle energie rinnovabili (il tema è esplicitamente citato anche dai trattati UE, e la RED II conferma che anche l’Unione segue molto da vicino il tema) ma finora l’intervento pubblico sembra voler lasciar fare al mercato. D’altronde, i PPA nascono in qualche modo spontaneamente: se i contratti bilaterali esistono dal 1999, è il contesto di mercato che abbiamo tracciato prima (CapEx in diminuzione, eliminazione degli incentivi) che li ha fatti tornare in auge. Il quadro regolamentare avrà sicuramente bisogno di semplificazione e stabilità, al punto da ipotizzare un qualche meccanismo di garanzia pubblica sul PPA, come, ad esempio, una banda di oscillazione rispetto al prezzo di mercato con un intervento pubblico nel caso in cui il prezzo dell’energia scenda eccessivamente. Oppure un ruolo da acquirente di ultima istanza.

L'articolo è tratto dal numero di dicembre 2018 di AziendaBanca, in cui è pubblicata anche un intervista a Guido Paci di Banca MPS Capital Services.