Rimesse informali e finanziamento al terrorismo

In questi giorni un’operazione antiterrorismo di Polizia e Guardia di Finanza ha sgominato un’organizzazione specializzata nel finanziamento di gruppi terroristici in Siria.

finanziamento Terrorismo hawala
Secondo quanto riportato dalle agenzie, la raccolta dei fondi avveniva tra le comunità islamiche presenti in Italia per poi essere mandata in Siria mediante, forse, sistemi informali di trasferimento di denaro (Alternative Remittance Systems - ARS).

Cosa è l’hawala?

Uno di questi, senz’altro quello più famoso, è l’hawala, il termine che indica un sistema finanziario informale, di origini molto antiche, oggi utilizzato dai migranti per trasferire denaro ai propri familiari rimasti nel paese di origine.
L’architettura dell’hawala ruota attorno al rapporto fiduciario tra colui che predispone la rimessa ed il broker che la “materializza” mediante un collaudato network diffuso principalmente in Medio Oriente, Africa ed Asia.
Il circuito hawala riscontra un diffuso utilizzo anche perché ha un profondo radicamento nelle tradizioni di molti popoli.
Nei paesi dell'area asiatica e mediorientale la sua origine è legata essenzialmente alla necessità di facilitare le attività commerciali in zone nelle quali l'offerta di servizi bancari era (ed è) assente o quasi.
Il sistema hawala prevede la partecipazione di quattro attori:
• l’ordinante, cioè il migrante che vuole trasferire il denaro;
• l’hawaladar, ossia il banchiere di strada che, nel paese di accoglienza, raccoglie dal migrante (ordinante) i fondi da trasferire;
• l’hawaladar nel paese di destinazione dei fondi che liquiderà il denaro al beneficiario;
• il beneficiario, colui al quale il denaro è destinato (es.: i familiari del migrante ordinante).

Come funziona l’hawala

In sostanza il meccanismo di funzionamento è il seguente: l'ordinante, per esempio un migrante che lavora in Italia, consegna il denaro all'hawaladar, cioè all'intermediario, anche questo si trova in Italia.
L'intermediario, contestualmente al ricevimento del denaro, comunica all’ordinante un codice di autenticazione che può essere costituito da una sequenza numerica, da un versetto del corano, da una o più parole, da una data, etc…
L’ordinante notifica (per telefono, e-mail, messaggio, etc…) il codice al familiare al quale dovranno arrivare i soldi (beneficiario), che risiede nel Paese di destinazione dei fondi.
Il beneficiario, una volta entrato in possesso del codice (anche dopo pochi secondi) si presenta all'altro hawaladar, cioè l’altro intermediario che risiede nel suo stesso Paese, che una volta verificato il codice, che a sua volta gli è stato comunicato dall’hawaladar italiano, liquiderà il denaro al beneficiario stesso.

Il trasferimento di denaro

La caratteristica del sistema hawala è che non esiste alcun trasferimento fisico di denaro, bensì un sistema di trasferimenti, prevalentemente telefonici, che alla fine comportano dei sistemi di compensazione.
Tale compensazione può avvenire anche per il tramite del canale bancario formale: l'hawaladar residente in Italia trasferirà il denaro di tante rimesse da lui raccolte al suo corrispondente di un altro paese su un conto che non necessariamente è aperto in una banca nel paese dove risiede fisicamente l'hawaladar.
Per esempio, per l'Asia, molto spesso questi trasferimenti avvengono su banche localizzate a Singapore, dove esiste un centro finanziario altamente valido.
In Italia i banchieri di strada, nel nostro caso gli hawaladar, operano in attività commerciali (bazar, alimentari, macellerie, phone center, etc…) che nulla hanno a che vedere con le attività parabancarie.
Paese che vai, usanza che trovi. Il sistema prende nomi diversi a seconda dell’area geografica dove opera: Bangelap (indonesia), Chiti (India); Hundi (India, Pakistan); Poey Kuan (Thailandia), Hui k’uan (Cina), e cosi via….