Crediti UTP, il mercato che non c’era
Cresce l’interesse per il mercato degli UTP, anche grazie alla maggiore attenzione del Regolatore europeo. Se già da diversi anni i crediti deteriorati, o non performing loans (NPL) sono sotto stretta sorveglianza da parte degli organi regolatori nazionali e sovranazionali, solo di recente l’attenzione della Banca Centrale Europea si è spostata anche sui cosiddetti UTP, cioè gli “Unlikely to Pay”, crediti formalmente integri ma per i quali è ipotizzabile una difficoltà di rimborso. E per i quali sarebbe necessario una strategia ad hoc, diversa da quella per le sofferenze.
Mantenere il valore degli immobili
«Negli ultimi mesi abbiamo osservato un cambio tendenza, con la propensione da parte delle banche a cedere gli UTP prima che si trasformino in crediti deteriorati – conferma Massimiliano Bertolino, Amministratore Delegato di Frontis NPL, società specializzata nell’acquisizione e gestione di NPL con garanzie immobiliari. Le banche cercano di intervenire prima che il debitore fallisca, quando ancora esiste l’opportunità di cedere operazioni potenzialmente vive, non pregiudicate da aste giudiziarie». Una tendenza che gli operatori mostrano di gradire: «Se non è in atto un processo di vendita giudiziaria, si risparmiano costi e tempo e si abbattono i rischi. Lavorare su immobili ancora di proprietà consente di preservarne il valore e dà adito a operazioni certamente più interessanti» osserva Bertolino. Con una ripercussione non indifferente anche dal punto di vista macroeconomico: «Durante e attraverso il processo di cessione le aziende possono riprendere vita».
L’emergere degli UTP inaugura un nuovo mercato finanziario. Un mercato che prima non c’era. «L’input è venuto dal regolatore – sottolinea Bertolino. La BCE ha inviato un messaggio chiaro alle banche: per ridurre il peso delle sofferenze, devono intervenire prima, cedendo i crediti in odore di deterioramento e anticipando la soluzione del problema. Creando, cioè, una nuova tipologia di prodotti finanziari».
Coinvolgere l’imprenditore nella cessione
Agli occhi degli operatori, il nuovo mercato appare promettente ma del tutto eterogeneo. «Le banche non hanno ancora elaborato una strategia comune per la cessione – osserva Bertolino. Gli UTP vengono scambiati come se fossero sofferenze, pur essendo cosa molto diversa. Nel caso degli UTP, la controparte è presente e viva e dovrebbe in qualche modo essere partecipe dell’operazione. Invece, al momento, nessuno si sta occupando di un aspetto per nulla marginale: il titolare del prestito non è solo un debitore, è ancora un cliente, e come tale andrebbe trattato».
Nei prossimi anni sarà opportuno definire una strategia adeguata: «Il debitore dovrà sapere che il debito è stato ceduto e si dovrà dare un contatto diretto tra il debitore e il nuovo detentore del credito – auspica Bertolino. Al momento questo aspetto non è preso in considerazione, ma è fondamentale per quello che dovrebbe essere il fine ultimo di operazioni di questo tipo: preservare il valore degli immobili e salvare le aziende. Per ora, invece, le banche sono restie a svelare al compratore che cosa realmente c’è dietro il credito in vendita, preferendo ragionare sul valore a suo tempo stabilito dalla banca».