Il futuro delle edicole e quella voglia di ultimo miglio

Nexive Consegna poste nell'Edicole
Tutti vogliono la rete. Nell’era del (teoricamente) tutto digitale, ogni settore è alla ricerca di un nuovo equilibrio fisico/virtuale. Complice anche il potenziale inespresso del commercio elettronico, che funziona bene per i servizi ma ha qualche problema logistico con la materialità e le consegne.

Da qui il ritorno in auge di qualcosa che i soliti guru definivano preistoria: la rete sul territorio.

La nuova vita delle edicole

Una rete, va da sé, capillare ma snella, da era digitale. Quella rete Nexive, il servizio di posta privata che da qualche anno sfida il monopolio di Poste Italiane, l’ha individuata nelle edicole. I giornalai sono presentissimi sul territorio, hanno storicamente orari di apertura ampi (e sfiancanti, ma questo sta per cambiare) e sono soprattutto alla ricerca di un nuovo business: giornali e periodici sono in crisi, con gli editori il rapporto non è mai stato idilliaco, ci vuole qualcosa in grado di rivitalizzare il settore.

Legge Delega sull’editoria: che cosa cambia

Anche perché un terzo delle edicole esistenti nel 2001 nel frattempo ha chiuso. Un aiuto importante alla nuova vita dei giornalai viene dalla Legge Delega sull’editoria, approvata il 4 ottobre scorso alla Camera dei Deputati: tra le altre cose liberalizza gli orari delle edicole (in questo caso significherà probabilmente orari di apertura ridotti rispetto a oggi) e apre la strada allo sviluppo di servizi a valore aggiunto che superino la tradizionale distribuzione di giornali e riviste. Un via libera alla voglia di re-inventarsi dei giornalai.

Il servizio InZona di Nexive

Da qui l’accordo tra Nexive e Sinagi (Sindacato Nazionale Giornalai d’Italia) e Snag (Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai) per il servizio InZona: testato in una prima fase da una quarantina di edicole nel Torinese, permette ai giornalai di trasformarsi in punto di ritiro di corrispondenza e piccoli pacchi spediti con Nexive. Il postino non vi ha trovato a casa? Lascia il pacco presso l’edicola più vicina. Formule più avanzate di partnership permettono al giornalaio di diventare anche punto di invio: chi vuole spedire una lettera o un piccolo pacchetto tramite Nexive potrà farlo presso i giornalai aderenti. Nel mese di ottobre 2016 il servizio parte in 150 edicole nelle città e province di Milano, Roma, Brescia, Verona, Padova, Vicenza e Bologna.

Nuovi servizi nelle edicole

Per i giornalai si tratta probabilmente della prima di una serie di partnership. Anche perché l’art. 8 della Legge Delega, prevedendo la “parità di trattamento” solo per le pubblicazioni di prima uscita, libererà molto spazio negli scaffali delle edicole (rendendo inutili alcune operazioni di marketing editoriale per rivitalizzare vecchie pubblicazioni). Spazio utile per corrispondenza, piccoli pacchi e nuovi servizi. Già molte edicole permettono di pagare bollette, utenze e multe, oppure di ricaricare SIM telefoniche e carte di pagamento, grazie ad accordi con aziende come SisalPay. Il modello delle partnership, d’altronde, è quello che ha permesso a Lottomaticard di sviluppare carte prepagate tra le più diffuse nel nostro Paese.

Valorizzare la rete fisica

Altri esempi? Pensiamo al boom dei “pick up point”, punti di ritiro della merce acquistata su internet, che grazie alle piccole commissioni versate ai commercianti contribuiscono a mantenere in vita alcune attività. Non è il business principale, ovviamente, ma una fonte di reddito aggiuntiva che consente di valorizzare la presenza sul territorio. L’analogia con le filiali bancarie è significativa: e infatti non sono mancati i tentativi, più o meno di successo, di vendere prodotti in filiale, dalla tecnologia agli attrezzi da palestra fino ai libri. Un modello già seguito negli anni da Poste Italiane, che storicamente della capillarità della rete ha saputo fare una risorsa: con un numero elevatissimo di sedi, oltre a collocare (con profitto) prodotti di risparmio, investimenti e polizze assicurative,e a garantire i normali servizi di corrispondenza, permette anche di ritirare con una “corsia privilegiata” la merce acquistata da partner attivi nell’e-commerce (celebre, grazie al battage pubblicitario, la collaborazione con Nespresso).

Quale lezione per le filiali bancarie

In queste esperienze c’è qualcosa da imparare per il futuro delle filiali bancarie? Se la presenza del territorio si conferma fondamentale, non c’è dubbio che questo presidio debba essere economicamente sostenibile. Un punto comune alle partnership strette da Poste e giornalai con le realtà del commercio elettronico è che il “punto vendita” fisico è solo l’ultimo miglio, la fase finale di un processo di vendita che si è svolto interamente online. La fisicità viene sfruttata per applicare una commissione, senza impattare sulle attività core del personale. Se sia un modello in qualche modo replicabile, con quali realtà e in quali modalità, è una sfida aperta.

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