Wholesale e AM: in crescita, ma sotto pressione

Winning under pressure. Così si riferisce ai mercati del Wholesale Banks e dell’Asset Management globali un recente studio di Oliver Wyman e Morgan Stanley: i ricavi crescono, ma a rilento. E tassazione e normative restano limiti importanti.

Wealth Management

Il wholesale banking rallenterà in vista del 2020

Spinti da un ritorno della volatilità e dalla crescita macroeconomica, i guadagni del wholesale banking cresceranno del 5% nel 2018, secondo gli analisti, ma poi rallenteranno per crescere solo del 3% nel 2019 e nel 2020. Le riforme nella tassazione USA, insieme alle agevolazioni sul capitale e le regolamentazioni avranno un impatto analogo: si riveleranno positive per il ROE ma intensificheranno la lotta per le porzioni di mercato. Anche il portafoglio istituzionale è a rischio: va incontro a circa 15-25 miliardi di dollari di pressione strutturale e la crescita nel medio termine dovrebbe rimanere limitata a un 2% annuo. Il portafoglio corporate crescerà invece del 4% ogni anno.

Banche vs Big Tech: nuovi modelli per la digitalizzazione

Come migliorare i ricavi? Le banche stanno tentando la via della monetizzazione dei dati, ma i risultati sono poco incoraggianti e ancora lontani da quelli raggiunti invece dalle Big Tech. I giganti tecnologici, ma anche i player FinTech minori, battono gli istituti tradizionali anche sul terreno dell’innovazione: le banche spendono infatti 3 volte di più dei lori nuovi rivali nella digitalizzazione, con somme pari al 15-20% delle entrate, ma non si concentrano sulla valorizzazione degli specialisti del settore e sull’acquisizione di nuovi talenti. Circa il 30% del personale dovrebbe infatti essere spostato dai ruoli tradizionali a quelli più tecnologici.

AM. Aumenta la raccolta, ma salgono anche i costi

Vive una situazione molto simile anche l’industria dell’Asset Management. Nonostante un 2017 “stellare”, come lo definisce lo studio, per la crescita della raccolta gestita, i ricavi sono infatti aumentati più o meno di pari passo con i costi. E, in più, la pressione fiscale sulle commissioni non è destinata a contrarsi. Inoltre, l’evoluzione verso un modello di marketplace stile Amazon è quasi inevitabile e mette a rischio gli introiti del settore. Ridurre i costi è quindi una priorità assoluta: in primi nel data management, che costituisce ancora il 10-20% dei costi, dove un risparmio fino a oltre il 30% sarebbe possibile solo puntando su automazione e outsourcing.

Più opportunità per i grandi gestori

È chiaro però che nei progetti più disruptive, come l’AI e l’acquisto di banche dati proprietarie, potranno investire soprattutto i player maggiori. I gestori più grandi risentono del resto di minori uscite di masse nei prodotti di gestione attiva, grazie allo sfruttamento di economie di scala nella distribuzione. La tecnologia potrà comunque indebolire il vantaggio delle economie di scala nella macchina operativa, aprendo nuove opportunità per modelli di business alternativi.