Le cooperative crescono. E guardano al digitale
È un trend con il segno più quello fotografato dalla VII edizione dell’Osservatorio UBI Banca su “Finanza e Terzo Settore”. Nel 2018 le cooperative sociali prevendono infatti una crescita delle entrate dalla vendita di beni e servizi del 10%, così come quelle derivanti dai rapporti con la Pubblica Amministrazione (+7,6%). E l’attenzione per il digitale resta alta: secondo lo studio, nel 2017 è già aumentata del 4,4% la diffusione delle nuove tecnologie all’interno delle cooperative (soprattutto servizi di digital banking, POS e soluzioni per la firma digitale). Mentre si fanno strada anche nuove modalità legate al web per la fidelizzazione degli stakeholder e strumenti di finanza a impatto sociale.
Cooperative e autofinanziamento
Di conseguenza crescono anche gli investimenti: circa una cooperativa su due ha in cantiere nuovi progetti. E i finanziamenti ottenuti dagli istituti di credito saranno fondamentali, tanto che già oggi appare in crescita del 3% il loro impiego a copertura dei nuovi investimenti. Le banche continuano a rappresentare comunque solo il 35,3% delle fonti di finanziamento: domina difatti l’autofinanziamento (pari al 45,4%). In ogni caso i finanziatori sono sempre più spesso soggetti privati (cala del 10,7% il ruolo di quelli pubblici).
Il ricorso al credito delle SIAVS
A richiedere più finanziamenti nel terzo settore non sono comunque le cooperative, ma le cosiddette startup innovative a vocazione sociale (SIAVS), che nel 2017 hanno ottenuto credito per un valore superiore del 13,6% rispetto alla cooperazione sociale. Del resto il mercato core di queste ultime è lo scambio di beni e servizi e le tecnologie digitali sono molto più utilizzate rispetto alle cooperative.
Il grant batte l’equity
Le SIAVS hanno però preferito richiedere risorse grant (per il 34% sul totale) piuttosto che risorse Finance ed equity (18%). È stato così soprattutto tra le SIAVS con forma giuridica Srl, dove per il 39,5% del campion è prevalso il ricorso al grant. Parliamo di finanziamenti destinati in particolare al capacity bulding (36%), prestiti seed e preseed (30%) spesso anche a supporto del networking.