PayLab XVI. Il POS evolve con la user experience

Sofisticato e perfettamente integrato in un’esperienza d’acquisto esclusiva. Oppure agile e tecnologico, al centro di un ecosistema di servizi per il merchant. O, ancora, minimale e tascabile, per gli esercizi più piccoli, occasionali e per quelli meno esigenti. il terminale POS si evolve diventando “smart”

Pay Lab ottobre 2018

Il pagamento è un momento cruciale di tutta l’esperienza d’acquisto, online come in negozio: tutto deve funzionare perfettamente, lasciando il cliente soddisfatto. È quindi naturale che il POS, terminale per accettare i pagamenti digitali, sia al centro di questa strategia di evoluzione, in cui oggi vediamo due direttrici: una verso i terminali (e le esperienze d’uso) di fascia alta, ricchi di servizi e funzionalità a valore aggiunto; l’altra verso dispositivi low end, economici e pratici.

Smart POS: forte interesse (ma prezzo ancora elevato)

La convergenza di servizi e funzionalità porta sicuramente un forte interesse verso i cosiddetti Smart POS: terminali evoluti che integrano terminale di pagamento e registro di cassa, offrendo tutta una serie di servizi a valore aggiunto. «L’interesse per gli Smart POS è molto forte in questo periodo – racconta Ivano Asaro, Direttore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano – e, nonostante il pricing non ancora ottimale per gli esercenti più piccoli, offre un vantaggio importante: permette di fare un salto tecnologico e di svincolarsi dai vecchi sistemi di cassa. Vediamo possibili applicazioni in molti settori, con esperienze interessanti in corso nella ristorazione, ad esempio. Abbiamo censito a livello internazionale le app sviluppate per Smart POS e ne abbiamo contate oltre 500: si va da soluzioni per gestire le consegne a domicilio alla fatturazione digitale, fino a integrazioni del magazzino fisico con le piattaforme di e-commerce per vendere anche online».

Lo smart POS tra software e design

Al di là della realizzazione di dispositivi hardware all’avanguardia e di design, c’è un problema aperto per quanto riguarda il software, ancora prima dell’offerta commerciale. «Nel progettare un terminale di questo tipo – spiega Enrico Trovati, Merchant Services BU Director di Nexi – ci si trova a sviluppare app per un sistema operativo che è aperto, ma di complessa integrazione con i sistemi preesistenti del negozio. Mancano poi le opportune competenze: per sviluppare la nostra attuale offerta abbiamo reclutato sviluppatori e persone con skill diverse da quelle di chi storicamente in azienda si occupava di POS. L’obiettivo finale è creare un oggetto che genera un valore aggiunto, altrimenti il merchant non lo acquisterà mai. Un bel dispositivo rende sicuramente più attraente e piacevole un negozio, ma è l’abbinamento con la cassa e con la fiscalità, con tutta una serie di servizi, a fare la differenza».

Una novità da spiegare

La capacità di generare valore aggiunto per il merchant è essenziale per portare gli Smart POS in negozio, vincendo le resistenze sul pricing, anche secondo Marco Monti di Sinergia. «Il merchant spesso ancora fatica a capire i vantaggi del terminale, ne vede solo i costi – afferma Marco Monti, Direttore Area Monetica di Sinergia. Bisogna in primis formare il personale delle banche, spiegare la logica di questi nuovi prodotti, in modo che possano poi raccontarla agli esercenti loro clienti. L’esercente adotta subito le soluzioni di cui comprende il valore, se portano un effettivo vantaggio alla sua attività».

Offerta differenziata per fascia di prezzo

La stessa offerta di hardware, d’altronde, differenzierà l’offerta su diversi target di clientela, tanto che «esistono già Smart-POS di diversi modelli – racconta Cristiano Viganò, Managing Director di Ingenico Italia. Abbiamo sviluppato sia soluzioni top di gamma, completamente integrate ai sistemi di cassa, pensate per negozi che vogliono offrire esperienze distintive ai loro clienti, sia terminali con funzionalità smart ma più simili a POS tradizionali. La principale sfida per l’industria è quella di creare un ecosistema di applicazioni in grado di generare valore per il merchant, attirando sviluppatori e integratori, anche indipendenti, senza perdere d’occhio gli aspetti cruciali della sicurezza. Con la nostra linea Axium, ad esempio, abbiamo creato una soluzione unica sul mercato, si tratta infatti di due ambienti che convivono: il primo, con sistema operativo proprietario, per il pagamento; il secondo, basato su un ambiente Android aperto, per le funzionalità aggiuntive».

I servizi conquistano il merchant 

Il mondo dei piccoli esercenti è particolarmente vicino a chi ha sviluppato il proprio modello di business sull’idea di prossimità. «Un vantaggio degli Smart POS è legato alla convergenza – commenta Enrico Noviello, Responsabile Marketing di Banca 5, Gruppo Intesa Sanpaolo – perché un unico dispositivo, che permette di eseguire una serie di servizi e accettare tutti i metodi di pagamento, fa risparmiare al punto vendita tempo, denaro e anche spazio».

E facilitano la gestione della cassa

Anche SisalPay, nei centri convenzionati, ha scelto sì di utilizzare POS tradizionali, «ma con Ingenico abbiamo avviato una partnership – aggiunge Monica Del Naja, Head of Digital Payments di Sisal – per rinnovare i dispositivi installati e abilitarli all’integrazione di tutti i servizi collegati a Bill, abbinandoli al tempo stesso anche alla cassa».

Nuovi servizi anche alle casse tradizionali

Presso i grandi retailer, lo Smart POS potrebbe ritagliarsi delle nicchie interessanti. «Le app degli smart POS permettono agli operatori di cassa di velocizzare e rendere più “piacevole” la fase di checkout – spiega Antonio Semeraro, Country Payment Manager Italy, IKEA Italia – abilitando anche servizi nuovi, come la prenotazione della data di consegna a domicilio della merce acquistata direttamente dalla cassa. Stiamo testando alcuni dispositivi in business paralleli: ad esempio in alcuni showroom, nei chioschi o nei punti di ristorazione dello store».

Smart POS e GDO

In Carrefour, invece «ci vorrà sicuramente del tempo prima di installare uno Smart POS – afferma Tiziano De Paoli, Direttore Finanza e Servizi Finanziari di Carrefour Italia – ma molto dipenderà da come l’esperienza di acquisto e di pagamento verrà ripensata da tutti i retailer nei prossimi anni. Vedo sicuramente delle applicazioni interessanti nelle nostre stazioni di servizio, oppure nelle aree specializzate dei nostri negozi, ad esempio nel reparto elettronica. A patto però che siano integrati nel punto cassa e portino effettivamente dei servizi a valore aggiunto».

Il PIN sullo smartphone (del retailer)

Il secondo fronte di evoluzione dei POS riguarda invece il segmento “low end”. Terminali più “essenziali”, che interagiscono con smartphone e tablet, dando il valore aggiunto dei pagamenti sicuri a tutte le app eseguite su di essi, proseguendo l’esperienza del primi mobile POS. Un’evoluzione necessaria anche nell’ottica di rispondere a potenziali nuovi competitor che si presentano sul mercato con offerte commerciali particolarmente aggressive. «I POS portatili con connessione bluetooth si sono notevolmente evoluti – racconta Cristiano Viganò – e oggi stiamo testando soluzioni PIN-on-Mobile, in cui il PIN della carta viene digitato direttamente sullo schermo dello smartphone o del tablet del commerciante, mantenendo comunque un elevatissimo grado di sicurezza. Io credo che il vero problema, lato merchant, non sia legato esclusivamente al costo ma al mix di servizi e al valore che si trova nella soluzione: per questo non vedo dei veri competitor in chi cerca di fare del POS una commodity, perchè il nostro impegno è sempre quello di dare del valore aggiunto mediante l’integrazione e la progettualità».

Distinguere annunci e veri competitor

Su questi valori concorda anche Marco Monti di Sinergia, che ricorda come «già in passato, parlando di mobile POS, erano arrivati sul nostro mercato altri player che oggi sono completamente scomparsi. Certo, questi attori disturbano il mercato ma si rivolgono soprattutto a merchant con livelli molto bassi di transazioni, peraltro con offerte commerciali che, se guardate con attenzione nella combinazione di canoni fissi e commissioni, per molti merchant non risultano neppure particolarmente convenienti».

Appuntamento al 2019

Dell’evoluzione dello “store”, compresa la sua integrazione in una strategia multicanale, continueremo a parlare nel prossimo appuntamento di PayLab.