Italia. Banche pronte per la PSD2?

CA Technologies ricerca PSD2

Solo la metà delle banche italiane, secondo l’ultima ricerca di CA Technologies, è pronta per la PSD2: la seconda direttiva sui pagamenti che entrerà in vigore il 13 gennaio 2018.

PSD2: un lavoro da digital transformation

Secondo lo studio, “PSD2: a strategic game-changer with a long-term impact”, solo una banca su cinque, nel nostro Paese, è convinta che la PSD2 sia principalmente un obbligo normativo, mentre per la gran parte (68%, il 10% in più rispetto alla media UE) ritiene che la piena osservanza di questa direttiva andrebbe a centrare un obiettivo strategico. A confermare questo orientamento sono i lavori in corso presso le funzioni aziendali addette alla digital transformation, già avviati dal 92% degli istituti, perché l’innovazione nei pagamenti è parte integrante della strategia digitale. Inoltre per la maggior parte delle nostre banche la direttiva è un’opportunità per innovare, differenziarsi e anche creare nuovi prodotti e servizi. Un cambiamento che dovrebbe partire proprio dalle esigenze della clientela, per l’86% delle banche italiane intervistate.

L’approccio da software factory

In Italia le banche stanno adottando l’approccio sperimentale chiamato “fail fast”: il 36% delle organizzazioni italiane, contro il 17% della Germania e il 30% della Francia, avrebbe già implementato uno o più servizi ispirati alla PSD2 e circa il 14% avrebbe optato per una metodologia “agile” nel lavoro preparatorio alla nuova direttiva. Questa impostazione permette alle banche di rilanciare l’innovazione, creare nuovi servizi customer-facing e adattarsi gradualmente al consolidamento delle norme, sviluppando in tal modo la capacità di erogare rapidamente nuovi servizi bancari sotto forma di “software factory” ripetibile.

Il modello di business adatto

Per quanto riguarda i modelli di business previsti per la conformità alla direttiva PSD2, i due più gettonati sono il modello dell’AISP (Account Information Service Provider) e il modello del PISP (Payment Initiation Service Provider): l’86% degli intervistati intende adottare il primo (11% in più della media europea) e l’81% il secondo (15% in più della media UE). Ma cosa serve: in primis tecnologia e poi un approccio open banking. Da ricercare in un unico fornitore, secondo il modello one-stop-shop, identificato da tre quarti delle banche.

API, anche con le FinTech

Prioritaria è anche l’adozione delle API (Application Programming Interface), che collegano i processi software. Circa il 28% delle banche ha infatti collocato le API al primo o secondo posto in ordine d’importanza come strumento per consentire ai clienti di richiedere prodotti, mentre il 21% si è espresso a favore della creazione di ecosistemi orientati ai clienti insieme ai partner FinTech.

Criticità: la clientela è pronta?

Oltre tre quarti delle banche italiane (79%) si dichiara molto/abbastanza d’accordo sul fatto che l’attuazione della PSD2 presenti alcune sfide impegnative, tra le quali la mancanza di competenze specifiche, i vincoli di budget, i problemi tecnologici, la presenza di sistemi legacy e i rischi legati alla sicurezza. Nonostante solo l’11% delle banche italiane abbia forti difficoltà a giustificare gli investimenti finalizzati al raggiungimento della conformità alla PSD2, il 50% (13% in più della media europea e 24% sopra il dato relativo alla Francia) ritiene che la clientela non sia pronta per l’open banking. Ciò spiegherebbe anche perché il 78% delle banche sia molto/abbastanza orientato a rassegnarsi a un periodo minimo di due anni per rientrare dai relativi investimenti.

Paura di competere?

Con l’entrata in vigore della PSD2 la concorrenza nel mercato dei pagamenti si allargherà: i GAFA (Google, Amazon, Facebook, Apple), per quanto limitati a livello di compliance nel breve periodo, sono pronti a occupare un posto nell’ecosistema dei pagamenti, comportando un rischio secondo il 44% delle banche italiane. Poco più di un quarto, invece, vede la principale minaccia negli altri operatori bancari tradizionali che sapranno gestire al meglio la relazione con la clientela e i loro dati. Mentre il 14% delle banche ritiene che la minaccia più temibile nella nuova arena competitiva creata dalla PSD2 sia rappresentata dai nuovi digital challenger bancari, organizzazioni che si trovano di fatto in una posizione unica per cavalcare le opportunità della direttiva PSD2, essendo più agili e non vincolati dalle applicazioni legacy. I cambiamenti richiesti dalla PSD2, concepiti allo scopo di incoraggiare una maggiore concorrenza nel settore, saranno per loro più facili da applicare, esattamente come l’adozione delle API.

«La dialettica fra le banche europee sta evolvendosi da uno scenario di semplice concorrenza verso nuove opportunità di collaborazione e partnership – afferma Fabrizio Tittarelli, CTO di CA Technologies Italia. CA Technologies ha già iniziato a lavorare con le banche per porre le basi di future collaborazioni. Le nostre soluzioni di API Management consentono agli istituti finanziari di connettere gli aggregatori TPP ai loro sistemi, mentre le nostre soluzioni di security offrono la strong authentication e la sicurezza dei pagamenti imposte dalla PSD2 per la validazione degli utenti e delle operazioni bancarie».