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Il cloud trasforma il business, non è solo riduzione dei costi

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Valerio Romano, Cloud First Lead di Accenture

L’Europa rischia di restare (di nuovo) indietro sul cloud. Un rischio trasversale a tutti i settori, che si spiega in primis con due ostacoli: la mancata comprensione del potenziale della “nuvola” e il complesso quadro regolatorio del vecchio continente. Per questo, segnalano alcune indagini di Accenture, le aziende europee potrebbero accumulare un gap competitivo incolmabile rispetto a quelle americane e asiatiche.

L’intenzione è chiara

E dire che appena un biennio fa, con l’esplosione dell’emergenza sanitaria, le aziende europee erano in testa. La maggioranza di loro, anche nel banking, aveva avviato un qualche progetto di transizione verso il cloud. La pandemia ha costretto tutte le aziende ad accelerare il passo, per restare pienamente operative in un contesto inedito. E proprio a causa del Covid, nel 2020, circa 9 aziende europee su 10 avevano ottenuto risparmi grazie al cloud, contro le 7 su 10 del Nord America.

Serve però un’altra visione

È proprio la parola “risparmi”, però, a segnalare qual è il principale ostacolo all’ulteriore sviluppo del cloud in Europa. Da noi si pensa alla “nuvola” come a un modo per spostare i carichi di lavoro in data center condivisi, riducendo i costi. Manca una visione, e di conseguenza anche una strategia, in cui il cloud è uno strumento per migliorare la propria capacità di stare sul mercato ed essere competitivi.

Questa visione limitata emerge da una recente survey globale di Accenture, in cui la “riduzione dei costi” è il primo driver di adozione del cloud indicato dai manager europei. Quelli nord americani, invece, hanno indicato come primo obiettivo “aumentare il valore per il cliente”, mentre in Cina ha prevalso “ottenere un time-to-market più veloce”. La differenza strategica è evidente.

Il risultato è che le aziende europee si accontentano dei savings, e aumenteranno il budget cloud di circa il 3% tra il 2020 e il 2024. Mentre in Nord America e in Cina si stima una crescita degli investimenti tra il 5% e l’8%, con uno slancio verso la conquista di nuovi obiettivi di business e il miglioramento dell’esperienza di clienti e dipendenti. Il rischio è di non riuscire a sfruttare il pieno potenziale dei dati per alimentare le scelte di business future e creare nuovi servizi innovativi.

La protezione del dato: a ogni costo?

E lo conferma anche il secondo ostacolo all’adozione del cloud da parte delle aziende europee: la complessità dello scenario normativo, soprattutto per quanto riguarda la sovranità dei dati. In un’indagine Accenture su 25 mercati e 16 settori diversi, 6 aziende europee su 10 hanno ammesso di avere creato dei silos per proteggere dei dati sensibili, di fatto compromettendo la creazione di nuove catene del valore, alimentate proprio dai dati, per generare valore tramite l’innovazione.

«Dalle nostre ricerche di settore emerge che, nonostante un consistente debito tecnico accumulato nel tempo, esistano aziende europee – commenta Valerio Romano, Cloud First Lead di Accenture –, circa il 10%, che stanno cogliendo a fondo le opportunità offerte dal Cloud, facendone la base tecnologica per l’evoluzione futura del business. Queste imprese impiegano il Cloud in modo olistico: non solo come una tecnologia, ma un modello operativo, un nuovo modo di lavorare del lavoro, che porta ad esempio a realizzare applicazioni cloud first, cioè pensate per questo nuovo modello».

Per arrivare a questo punto, una banca deve impostare una chiara strategia, basata innanzitutto sulla comprensione delle opportunità che il cloud apre per il business. Solo così si può avviare una migrazione basata su business case specifici: l’ottenimento di risultati tangibili e concreti permette di estendere, passo dopo passo, il nuovo approccio cloud all’intera organizzazione.

Il percorso verso il multi-cloud

Certo, la normativa europea pone paletti precisi, ma il settore finanziario è da sempre abituato a confrontarsi con i requisiti di compliance. Il modello più facilmente percorribile è quello di un “multi cloud”, intenso come un mix di diverse soluzioni per unire la performance al rispetto delle regole. E va in questo senso anche il lavoro di molti fornitori cloud per adeguare la loro offerta sia alle norme europee sia alle esigenze specifiche di un settore a elevato potenziale, come quelli bancario e assicurativo.

Infine, è necessario che la rivoluzione del cloud non si limiti alla tecnologia, ma investa ogni area aziendale. Il nuovo modello operativo abilitato dalla nuvola non trasforma infatti “solo” l’esperienza del cliente esterno, ma anche quella di chi lavora in azienda. Ed è quindi cruciale che l’intera organizzazione sia coinvolta in una ridefinizione non solo dei prodotti e dei servizi offerti, ma dello stesso modello di delivery dell’azienda.

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di settembre 2022 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop